Barbara - Barnaba - Bartolo Longo - Bartolomea Capitanio - Bartolomeo - Basilide - Basilio - Beato Angelico - Beatrix Da Silva - Beatrice II - Beda - Benedetta Cambiagio - Benedetto - Benedetto II - Benedetto Giuseppe Labre - Beniamino - Bernardette - Bernardino - Bernardino da Feltre - Bernardo - Bernardo da Corleone - Bernardo di Chiaravalle - Bernward - Bertilla - Biagio - Blandina - Bona - Bonaventura - Bonifacio I - Bonifacio IV - Bonifacio Vescovo - Brigida - Bruno
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(III secolo)
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Santa Barbara, secondo la leggenda, era una bellissima giovane di agiata famiglia che aveva fatto voto di castità dopo essersi convertita al cristianesimo. Fu imprigionata in una torre dal padre Dioscuro, che detestava la religione cristiana, allo scopo di farle rinnegare la fede; ma siccome Barbara rimase ben salda nelle sue convinzioni, il genitore la denunciò alle autorità. Fu sottoposta a lunghe torture, ma perseverò nel non rinnegare il Signore, per cui fu lo stesso ignobile padre ad ucciderla, troncandole la testa con la spada. Questo vile gesto fu immediatamente punito: colpito da un fulmine, Dioscuro cadde accanto al corpo della figlia assassinata. E' per questo motivo che Santa Barbara ha tanti patronati. In un primo tempo venne invocata a protezione dai fulmini, poi divenne protettrice degli artificieri e delle polveriere, che assunsero il suo nome: le santabarbara. E' Patrona della città di Rieti. E' inoltre protettrice dei Vigili del Fuoco, dei campanari, dei bombardieri, dei fabbricanti d'armi, dei cacciatori, dei fucilieri, dei minatori, dei carpentieri, dei metallurgici e dei fabbri ferrai. È stata scelta come patrona anche dal Genio militare, in particolare da quello degli eserciti di Italia, Belgio e Francia. È inoltre patrona anche delle artiglierie di questi tre Paesi oltre che di quella della Spagna e della Marina Militare italiana. Nelle campagne è invocata, oltre che contro i fulmini, anche a protezione dai temporali e dagli animali nocivi. E considerata protettrice anche di architetti, tappezzieri, fabbricanti di cappelli e di spazzole, di cavatori di pietre e di chi è afflitto da malattie alla lingua. Barbara è infine invocata in caso di morte improvvisa e per avere una buona morte. (Dall'Almanacco dei Santi).
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(Cipro, I sec.)
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(Latiano, 11.01.1841 - Pompei, 5.10.1926)
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Il beato Bartolo Longo, dotato di eccellente memoria, a sedici anni comincia, con ottimi risultati, a frequentare la facoltà di Legge all'Università di Napoli. Purtroppo comincia anche a seguire le lezioni di filosofia di un ex-prete, il cui anticlericalismo lo allontana dai sacramenti e dalla preghiera. Si chiedeva, sempre più spesso, se Gesù fosse o non fosse Dio; e seguendo il consiglio di un amico, cercò di trovare le risposte alle sue domande in una seduta spiritica. In quell'occasione fu abilmente ingannato dal demonio, che ammise la Divinità di Gesù, ma dichiarò false le dottrine della chiesa cattolica e di quella protestante. Bartolo si allontanò quindi definitivamente dalle strade del signore, dando sfogo alla libidine, come gli era stato consigliato dal sedicente "spirito". Malridotto dai digiuni prolungati che gli venivano richiesti dal maligno, ed in preda a continue allucinazioni, fu salvato dall'incontro provvidenziale con un suo vecchio amico, il professore Vincenzo Pepe, che gli prospettò le due porte che stavano per aprirsi: manicomio e dannazione eterna. Lo convinse a confessarsi e comunicarsi, e per Bartolo cominciò una nuova vita al servizio della Santa Vergine; la recita del S. Rosario divenne pratica quotidiana. Incaricato dalla contessa Marianna de Fusco, vedova, dell'amministrazione delle sue terre a Pompei, venne a contatto con la miseria morale e materiale del popolo. Per cercare di porvi rimedio, fondò subito la "Congregazione del Santo Rosario", cominciò a distribuire medagliette e coroncine, visitando le campagne e insegnando alla gente la preghiera e, su consiglio del Vescovo, costruì una chiesa, consacrata a Maria, mettendo sull'altare un quadro della S. Vergine. Cominciarono a moltiplicarsi i miracoli, che attirano numerosi pellegrini e portano un considerevole afflusso di denaro che venne subito impiegato per la costruzione di un orfanotrofio, per accogliere orfani e figli di detenuti, assicurando loro un'educazione, l'apprendimento di un mestiere e la conoscenza della fede. Tuttavia, la fraterna collaborazione fra Bartolo e la contessa fece nascere pettegolezzi e calunnie. Così, su consiglio di papa Leone XIII, decisero di sposarsi, pur lasciando invariati i loro rapporti. L'opera, intanto cresceva, con il continuo sorgere di nuovi edifici e servizi pubblici, allontanando sempre di più lo spettro della miseria da quei luoghi. Purtroppo il figlio maggiore della contessa, a seguito di incauti affari, sull'orlo del fallimento si appropriò delle offerte dei fedeli. Per far terminare lo scandalo seguitone, Bartolo Longo rinunciò a tutte le sue opere, affidandole alla S. Sede. Morì a Pompei, colpito da polmonite bilaterale. Le sue ultime parole furono: "Il mio unico desiderio è quello di vedere Maria, che mi ha salvato e mi salverà dalle grinfie di satana".
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(Lovere, 13 gennaio 1807 - 26 luglio 1833)
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Bartolomea Capitanio
nasce a Lovere, in provincia di Bergamo, nel seno di una famiglia di media condizione, scelta da Dio per risplendere
-come faro di carità- sulle rovine morali e sociali accumulate all'inizio del 800 per il nefasto influsso della Rivoluzione francese ed il
giansenismo.
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(I secolo)
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S. Bartolomeo di nazione Galileo, essendo stato da Gesù Cristo scelto ed annoverato tra i dodici Apostoli, ebbe la felice sorte di nutrire l'anima sua delle parole di vita eterna, che uscivano dalla bocca del suo Divino Maestro in tutto il tempo della sua predicazione; e fu ancora testimone delle sue meravigliose azioni. Insieme con gli altri Apostoli predicò il Vangelo nella Giudea, secondo l'ordine ricevuto dal Salvatore; e nel giorno della Pentecoste ricevé egli pure la pienezza dello Spirito Santo, dal quale confortato ed animato, annunziò intrepidamente il Vangelo agli Ebrei, e soffrì, con gli altri Apostoli, non solo con pazienza, ma con allegria gli obbrobri e le battiture per amore di Cristo. Essendosi poi divisi gli Apostoli in diverse parti del mondo a predicare ai Gentili il Vangelo, che veniva rigettato dai Giudei, S. Bartolomeo si portò prima nella Licaonia , poi nell'Arabia, e finalmente nelle Indie Orientali ad illuminare quelle genti barbare, che giacevano sepolte nelle tenebre dell' idolatria. Di là passò nell' Armenia Maggiore, ove coronò le sue apostoliche fatiche con un glorioso martirio. (Dal Tillemont).
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(Alessandria, ? - +202 ca.)
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Eusebio di Cesarea narra che durante la persecuzione di Settimio Severo, mentre i catechesi della scuola alessandrina si erano dispersi, Origene, allora diciassettenne, avvicinato da alcuni pagani amanti della verità, prese ad istruirli nella fede cristiana con tale dottrina e con tale ardore che, diffusasi la fama, ben presto accorsero a lui anche pagani colti e persino filosofi.
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(Cesarea in Cappadocia, 330 ca. - 1 gennaio 379)
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San Basilio Magno, vescovo e Dottore della Chiesa e padre fondatore del monachesimo d'Oriente. Figlio di un ricco rettore e avvocato. Suo nonno era morto martire nella persecuzione di Diocleziano e sua nonna, Macrina, era stata discepola di San Gregorio Taumaturgo del Ponto. Sua nonna, la madre Emmelia i fratelli Gregorio, vescovo di Nissa e Pietro, vescovo di Sebaste e la sorella primogenita, Macrina, sono pure venerati dalla Chiesa come Santi. Fu molto amico di un altro santo Gregorio Nazianzeno che la Chiesa festeggia e ricorda nello stesso giorno il 2 gennaio.Ebbe come primo maestro suo padre e in seguito continuò gli studi a Cesarea in Palestina, Costantinopoli ed Atene, la capitale culturale del mondo ellenico e pagano, dove conobbe Gregorio Nazianzeno.Fece ritorno in patria nel 356, dopo un breve periodo come insegnante di retorica, su esortazione della sorella si ritirò a vita ascetica, dopo essersi battezzato. Fece visita a molti anacoreti dell'Egitto, della Palestina e della Mesopotamia per comprendere meglio ed assimilare quel modo di vita interamente dedicato a Dio.Ritornato in patria si ritirò sulle rive del fiume Iris vicino a Annosi nel Ponto, dove redasse la "Grande Regola" e la "Piccola Regola", come orientamento per la vita dei monaci che da lui presero il nome di monaci basiliani. Presto dovette abbandonare la vita monastica dapprima come sacerdote e poi come responsabile della diocesi di Cesarea in Cappadocia, dove venne eletto vescovo nel 370. Combattè molto contro l'eresia ariana che, con l'appoggio dell'imperatore Valente, stava prendendo piede nella Chiesa. Lo stesso Imperatore tentò a più riprese di piegare Basilio a questa eresia, ma non lo contrastò mai direttamente, limitandosi a dividere in due diocesi la Cappadocia per sottrargli potere. Basilio fece costruire una cittadella della carità con locande, ospizi, ospedale e lebbrosario, chiamata Basiliade: questa fu di Basilio la più grande opera, che gli valse il nome di Magno. Scrisse anche un trattato sullo Spirito Santo, dove affermava la consustanzialità delle tre Persone della Trinità. Dopo l'uccisione dell'imperatore Valente da parte dei Goti nel 378, Teodosio ristabilì la libertà religiosa e sulla sede di Costantinopoli, con l'appoggio di Basilio, fu insediato Gregorio Nazianzeno. Di lì a breve, provato dalle austerità, dalle malattie e sfinito dalle preoccupazioni, morì il 1º gennaio del 379. E' santo patrono degli agenti di custodia, ed è uno dei Patroni della Russia. |
[Vicchio di Mugello, 1400 ca. - Roma, 18 marzo 1455]
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Canonizzato da Papa Giovanni Paolo II, il Beato Angelico fu pittore di straordinaria creatività. Ammiratissimo in vita, aveva la straordinaria capacità di combinare la più alta abilità tecnica con un senso di raggiante spiritualità. Nacque a Vicchio, provincia di Firenze agli inizi del sec. XV. Il suo nome era Guido Di Pietro ma poi, divenuto frate domenicano, assunse il nome di fra Giovanni da Fiesole. L'appellativo di Beato Angelico, con cui è universalmente conosciuto, gli derivò dalla tradizione popolare: Angelico, per la eccezionale grazia delle sue immagini stilizzate; Beato, in quanto considerato il maggiore pittore religioso del Rinascimento. Di notevole valore artistico furono alcune miniature e tavole ispirate alla tradizionale iconografia religiosa del tempo, cui seguirono autentici capolavori: il "Tabernacolo dei Linaioli"; la "Pala di San Marco"; la "Incoronazione della Vergine". Sulla sua arte ebbero grande influenza maestri del tempo quali Donatello, Brunelleschi e, soprattutto, Masaccio. Affascinato dalle loro suggestioni artistiche, passò dal decorativismo tardo gotico dei miniatori fiorentini alla corrente rinascimentale. Ma il Beato Angelico non fu attento esclusivamente ai problemi artistici bensì mise al centro delle sue opere il fascino mistico delle immagini sacre. Tra le altre cose, eseguì numerose pale d'altare, in special modo per i conventi domenicani. Morì nel convento domenicano a Roma. E' il patrono di tutti gli artisti e dei pittori, in particolare quelli naif. Dall'Almanacco dei Santi.
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(Este 1226 ca., - Ferrara, 18 Gennaio 1262)
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La beata Beatrice nacque attorno al 1226 nel castello di Calaone in Este, feudo della sua nobilissima famiglia, da Azzo VII d’Este e di Giovanna di Puglia, secondogenita di quattro figli. Alla tenera età di 7 anni perse la madre, che si spense il 19 Novembre del 1233. Azzo VII, per provvedere ai quattro piccoli figli, si trovò costretto a passare in seconde nozze, sposando Mabilia dei Pallavicino. Mabilia riversò su questi bambini ogni materna cura e, con il suo esempio costante formò la tenera anima di Beatrice II, all’onestà e al dovere. Azzo VII cercò in tutti i modi di dissuadere la figlia dal proposito di diventare monaca, ma non considerò che quando Dio chiama, nessuno può opporsi. Infatti Beatrice II respinse tutte le pressioni del padre e dei parenti. La sua professione, venne accolta il 26 Giugno 1254 nella chiesa di Santo Stefano fatta appositamente ristrutturare da Azzo VII e dal Vescovo di Ferrara Giovanni Querini. Ella precedeva tutte le Monache cogli esempi delle sue insigni virtù; ed in tulle le sue azioni risplendeva un'angelica purità, una profonda umiltà, e una carità e mansuetudine incomparabile. Dopo soli 6 mesi, attratte dalla fama di santità di suor Beatrice II, fecero professione di fede altre dieci monache; intanto Papa Alessandro IV assegnò definitivamente alla comunità fondata dalla Beata, la Regola di San Benedetto. Il crescere del numero delle monache richiedeva necessariamente l’elezione di una Madre superiora, ma lei rifiutò l’incarico perché il suo desiderio era quello di vivere appieno la Regola. Il 18 Gennaio 1262, la rottura di una vena causò una emorragia interna che segnò la morte di Beatrice II, che contava l’età di 36 anni. La beatificazione della Beata Beatrice II, avvenne per volontà del Papa Clemente XIV, il 16 Luglio 1774. Dai Bollandisti.
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(Ceuta , 1424 ca. - Toledo, 16 agosto 1491)
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Beatriz Da Silva nacque a Ceuta, città del nord dell'Africa al tempo sotto il dominio
del Portogallo, nel 1426. Nacque quindi portoghese, accolta con l'amore dell'anima profondamente cristiana dei genitori, soprattutto della madre.
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(Monkton in Jarrow,Inghilterra, 672 circa - Jarrow, 735)
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San Beda, già in vita era chiamato Venerabile, e nonostante sia stato canonizzato già nel 1899 da papa Leone XIII, che lo fece anche Dottore della Chiesa, ha conservato sempre quell'appellativo. Beda entrò all'età di sette anni nel monastero di San Pietro a Wearmouth, passando poi a quello di San Paolo in Jarrow, rimanendovi fino ai trent'anni, quando ricevette l'ordinazione sacerdotale. Trascorse la sua vita nello studio: e ci ha lasciato numerosi trattati biblici e varie opere minori. Il re Edoardo il confessore (1002-1066) volle che i suoi resti riposassero nella cattedrale di Durham. Il suo pensiero è ancora attuale, tanto da essere citato nell'enciclica "Lumen gentium". Sintesi da:
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(Langasco, 2 ottobre 1791 - Ronco Scrivia, 21 marzo 1858)
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Quando Benedetta è
ancora ragazzina, la famiglia
Cambiagio Frassinello
si trasferisce a Pavia. |
(Roma, ? - 8 maggio 685)
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San Benedetto, di
famiglia romana, profondo studioso della Sacra Scrittura e cultore
del canto sacro. Succede a Leone II, che ha governato la Chiesa per soli
undici mesi. L’elezione di Benedetto, deve poi ottenere la conferma da
parte dell’imperatore di Costantinopoli, che è sovrano di Roma. E
la pratica per la ratifica dell’elezione dura sempre molto a lungo, per
le lunghe distanze che i corrieri devono coprire: può accadere
addirittura che il nuovo Pontefice non sopravviva fino al riconoscimento
imperiale...
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(Norcia, 480 ca. - Montecassino, 547)
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Nacque in una
famiglia benestante e svolse gli studi a Roma ma preferì trasferirsi a
Subiaco, in una grotta dove visse da eremita, deluso e irritato dalla
scarsa moralità della città eterna. Secondo una leggenda,
tormentato dall'immagine di una donna tentatrice, avvertì un forte
desiderio carnale, per sfuggire al quale non esitò a rotolarsi tra i
rovi, fino a quando il desiderio non scomparve. Il suo eccessivo rigore
indusse i monaci del monastero di san Cosimato (che gli era stato affidato) a tentarne l'avvelenamento, senza risultato. Fondò
numerosi monasteri, tra i quali quello di Montecassino, dove curò
personalmente la formazione dei religiosi. La sua fama di taumaturgo rese
famosa l'abbazia, che ben presto divenne meta di pellegrinaggi. Scrisse
molte opere, tra cui la "Regula". Sotto la sua guida, ed anche
in seguito, vennero realizzate molte opere di bonifica del terreno,
dissodamento dei boschi, si coltivarono terre e si costruirono paesi,
arricchendo diverse popolazioni. San Benedetto è invocato nelle
tentazioni carnali, nelle infestazioni diaboliche, nei casi di
avvelenamento, infiammazioni e malattie contagiose. E' invocato dagli
agonizzanti e dai moribondi, per una buona morte. E' il protettore degli
speleologi, degli agricoltori e degli ingegneri. E' santo patrono
d'Europa, di Montecassino, Norcia, Pomezia e San Benedetto del Tronto. |
(Amettes, 26 marzo 1748 - Roma, 16 aprile 1783)
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Benedetto Giuseppe Labre nacque ad
Amettes, presso Arras, il 26 marzo 1748, primo di 15 figli di modesti agricoltori.
Fece qualche studio presso la scuola del villaggio e apprese i primi rudimenti del latino presso uno zio materno. "In questo mondo siamo tutti pellegrini nella valle di lacrime:
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(? - Ergol, 420 o 421)
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S.
Beniamino Diacono della Chiesa di Persia era zelantissimo per la propagazione
della fede, e per la salute eterna dei suoi prossimi. Fu arrestato per
ordine del re di Persia, che aveva mossa una fiera persecuzione contro i
cristiani. Carico di catene,
fu condotto in un' oscura prigione. Riuscì ad un Ambasciatore dei
romani, portatisi per altri affari alla Corte di Persia, di farlo liberare,
con la condizione però che si astenesse dal predicare la Religione di
Cristo. Ottenuta così
Beniamino la libertà, quando l’ ambasciatore volle esortarlo a
ratificare la promessa che per lui aveva fatta, il S. Diacono gli rispose:
Non posso fare a
meno di comunicare agli altri la luce che ho
ricevuto dal Cielo. Infatti appena messo in libertà si applicò come
avanti a cercare quelli, che erano sepolti nelle tenebre, a fine di
compartir loro la luce evangelica, finché il re sdegnato per questa sua
condotta lo fece venire a sé, e gli comandò di rinnegare il suo Dio, Egli
ricusò senza turbarsi; e, quantunque straziato dai più acerbi supplizi,
che seppe inventar l'infuriato tiranno, si mantenne saldo nella vera fede,
per la quale rese fra i tormenti lo spirito al Creatore.
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(Lourdes, 1844 - Nevers, 1879)
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Nata
a Lourdes nel 1844, Bernardette Soubirous ha 14 anni quando la Vergine
le appare alla Grotta di Massabielle.
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(Massa Marittima, 8 settembre - L'Aquila, 20 maggio 1444)
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beato Bernardino da Feltre |
(Feltre 1439 - Pavia 28 settembre 1494)
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(Menton, inizio secolo XI - Novara, 12 giugno 1081)
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Secondo una cronaca del XV secolo, San Bernardo sarebbe nativo di un villaggio della Savoia oggi denominato St Bernard-Menton; secondo altri sarebbe originario di una nobile famiglia valdostana, imparentata con Rodolfo III di Borgogna. Nominato arcidiacono di Aosta, ricevette l'incarico di ristabilire la strada che attraversando il valico denominato anticamente Mons Jovis (Monte di Giove) collegava il Nord con il Sud Europa, importantissima via di transito che era decaduta nell'ultima fase dell'Alto Medioevo per l'incuria e per le continue aggressioni di briganti. Facendo base nel monastero benedettino di Bourg-Saint-Pierre, posto nel villaggio svizzero di Saint-Pierre de Montjoux, Bernardo stabilì sul valico un nuovo monastero, incaricato dell'ospitalità e dell'assistenza dei viaggiatori, molti dei quali scendevano in Italia per raggiungere la Terra Santa. Alcune fonti gli attribuiscono anche la fondazione di un'analoga istituzione sull'Alpe Graia (Piccolo San Bernardo), ma la cosa non è certa. San Bernardo fu anche un attivo predicatore, e si sforzò di migliorare la disciplina e la dottrina del clero, compiendo parecchi viaggi nelle diocesi vicine; durante uno di questi viaggi cadde malato nel monastero di San Lorenzo a Novara, e in quella città morì nel giugno del 1081. Papa Pio XI nel 1923 proclamò San Bernardo patrono degli alpinisti.
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(Corleone, 6 febbraio 1605 - Palermo, 12 gennaio 1667)
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Bernardo, al secolo Filippo Latini, nacque in Corleone (Sicilia) Italia, il 6 febbraio 1605. Da giovane esercitò il mestiere di calzolaio. La sua casa era conosciuta come
la casa dei santi, perché tanto suo padre come i suoi fratelli erano molto caritatevoli e virtuosi. Perciò, ebbe una buona formazione religiosa e morale. Era molto devoto di Cristo crocifisso e della sacra Vergine. Tuttavia, aveva carattere molto forte. In una triste occasione si confrontò con un altro giovane; dopo le parole passarono alle mani: ambedue sfoderarono la spada e l'altro rimase gravemente ferito. Fuggendo dalla giustizia umana, cercò rifugio in una chiesa, invocando il diritto di asilo, ma, benché si liberasse della giustizia umana, non
poté scappare dalla sua coscienza. Nella solitudine e nella meditazione rifletté
largamente sul delitto commesso e su tutta la sua vita, sprecata, inutile e dissipata, odiosa agli altri e dannosa per la sua anima, la cosa più preziosa che uomo possieda. Si pentì, invocò il perdono di Dio e degli uomini e fece aspra penitenza. Per riparare ai suoi peccati, con vesti di penitente decise di prendere il
saio dei Fratelli Minori Cappuccini. Abbandonò Corleone che gli ricordava il suo passato, e suonò alla porta del convento di
Caltanisetta, a Sicilia, dove fu ammesso e prese il nome di Bernardo. Come laico professo dell'ordine dei Frati Minori Cappuccini, fu in realtà un uomo nuovo, deciso a giungere sempre di più una perfetta umiltà, obbedienza ed austerità. Nel convento esercitò quasi sempre il mestiere di cuoco o aiutante di cucina. Inoltre, assisteva i malati e realizzava una gran quantità di altri lavori, col desiderio di essere utile a tutti, ai fratelli sovraccarichi di lavoro ed ai sacerdoti, ai quali lavava i vestiti e prestava altri servizi. Dormiva per terra, non più di tre ore giornaliere, e moltiplicava i suoi digiuni. Benché ignorante ed analfabeta, raggiunse le altezze della contemplazione, conobbe i più profondi misteri, curò malati, distribuì consolazioni e consigli, e per sua intercessione Dio concesse abbondanti grazie. Questo fece per trentacinque anni, fino alla sua morte. la sua preghiera assidua, la sua carità fervente, la sua filiale devozione alla Vergine Immacolata e la sua pura devozione all'Eucaristia, furono il segreto della sua santità. Si preoccupò solo di accontentare Cristo crocifisso. Prese sul serio il Vangelo e tentò sempre di viverlo ad ogni costo. Morì il 12 gennaio 1667 a Palermo. Aveva 62 anni. Il papa Clemente XIII lo beatificò il 15 maggio di 1768, e Giovanni Paolo II lo canonizzò il 10 giugno del 2001.
Sintesi da:
L'OSSERVATORE
ROMANO. |
(Digione, 1090 - Chiaravalle, 1153)
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(Sassonia 960 ca. - Hildesheim, 20 novembre 1022)
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(Brendola, 6 ottobre 1888 - Treviso, 20 ottobre 1922)
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Anna Francesca
Boscardin, nasce a Brendola (VI) - paese dei Colli Berici - da Angelo e Maria Teresa
Benetti. Angelo Boscardin, nell’atto di nascita della figlia è definito possidente.
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(Sebaste - Morto nel 316 ca.)
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Non si sa molto, sulla vita di san Biagio. Prima della sua conversione al cristianesimo, era medico in Armenia. Diventato vescovo di Sebaste, subì dopo poco, la persecuzione di Licinio. Si nascose, perciò, in una grotta sul monte Argeo, dove fu nutrito, secondo la leggenda, da uccelli e altri animali, che gli procuravano il cibo. Catturato dai soldati di Licinio, subì il martirio della lacerazione delle carni con un pettine di ferro. Avendo salvato un uomo che aveva ingoiato una lisca di pesce, è considerato il protettore delle malattie della gola e della laringe, e delle vie respiratorie in genere. Ricevendo, in punto di morte, la promessa da Dio di guarire chiunque gli si fosse affidato, è ritenuto il protettore dei malati di angina pectoris e difterite, e viene invocato dagli affetti da tosse, tosse convulsiva e malattie infantili. E' santo patrono dei fabbricanti e cardatori di materassi, degli uccelli e degli altri animali, degli agricoltori e dei fidanzati. Viene anche invocato contro gli uragani. Sotto la sua protezione: Dubrovnik (Croazia), Fiuggi, Maratea, Ostuni, Calalzo di Cadore e Cassano Ionio.
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(Francia, ? - Lione, 177)
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(Pisa, 1156 - 1207)
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Bona nacque nel 1156 in una modesta casa nell'antico quartiere di San Martino a Pisa.
Orfana di padre, crebbe con la madre Berta, che era corsa.
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(Bagnoregio, 1221 - Lione,1274)
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S. Bonaventura nacque in Bagnoregio città della Toscana. Fin dalla più tenera età cominciò a prender gusto delle cose di Dio; e nel tempo medesimo che si applicava allo studio, faceva ancora grandi progressi nella pietà, procurando di divenire ogni giorno migliore. Crebbe tanto nella perfezione, che il celebre Alessandro di Ales, sotto del quale studiava in Parigi, ammirando la singolare bontà di questo giovane studente, e l'innocenza dei suoi costumi soleva dire: Pare, che il peccato di Adamo non sia passato in Bonaventura. Vestito l'abito dei Frati Minori di S. Francesco, intraprese con maggior fervore la carriera della perfezione. La sua gran dottrina , e molto più la sua esimia santità lo resero cosi accetto ai Sommi Pontefici, sotto dei quali egli visse, che fu dai medesimi impiegato in vari importanti affari della Chiesa; e non ostante la sua umile ripugnanza, Gregorio X lo creò Cardinale Vescovo di Albano. Innalzato a tanta dignità, procurò ancora di crescere in santità e di rendersi utile alla Chiesa. Per il bene della stessa faticò fino al momento della sua morte; che sopravvenne l'anno 1274, mentre assisteva al Concilio generale di Lione. (Dagli Annali del Vadingo).
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(? - Roma, 422)
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Bonifacio I fu Papa dal 418 al 422. Fu un contemporaneo di Sant'Agostino di Ippona, che gli dedicò alcune delle sue opere.
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(Valeria dei Marsi, ? - Roma, 8 Maggio 615)
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Non sono molte le notizie certe su Bonifacio IV. La tradizione lo vuole nato a Valeria dei Marsi, sulla sponda del Lago del Fucino, dove oggi sorge San Benedetto dei Marsi. Narrazioni e leggende popolari raccontano un pontefice generoso nei riguardi del luogo natio, Valeria, il quale, con privilegi ed opere benefiche, ne dotò le chiese di arredi e oggetti sacri e soprattutto, vi fece erigere la cattedrale di Santa Sabina. La storia locale vuole poi che la chiesa di San Benedetto nella città marsicana cui è dovuto il nome del paese, con il monastero benedettino, siano sorti sul posto dove si ricordava la casa natale del Papa. Oggi, nell'elenco dei pontefici, redatto secondo la serie iconografica della basilica di San Paolo, da ritenersi documento ufficiale per la identificazione cronologica e storica dei papi, San Bonifacio IV vi è riportato al numero 69 con l'indicazione del luogo di nascita: Valeria dei Marsi. Prima della sua morte l'8 Maggio 615, il Papa si era recato nella natia Marsica per consacrarvi un santuario dedicato alla Madonna, e probabilmente passò per Vicovaro, dove forse lasciò il suo ricordo, motivo per cui si è un tempo ritenuto potesse essere quello, e non Valeria, il suo luogo di nascita. L'11 Giugno 610 egli visitò e consacrò la Cappella dedicata alla Madonna venerata fin dai tempi delle popolazioni della Piana del Cavaliere. L'importanza di questo santo pontefice nella storia della Chiesa è notevole: egli eletto nel pieno turbine della lotta tra l'Impero e la Chiesa, ha coraggiosamente tutelato quest'ultima delle calamità che videro lo sfasciarsi dell'Impero e il sorgere di contrasti come quelli riguardanti questioni liturgiche e divampanti nella Chiesa britannica. L'imperatore Foca, prima di approvarne l'elezione a Papa, la cui consacrazione ebbe luogo il 25 Agosto 608, fece trascorrere ben 10 mesi di sede vacante. Ma poi gli fece dono del tempio della dea Cibele, più noto come Pantheon, che Bonifacio trasformò in tempio della Cristianità. Le poche notizie sul suo pontificato sono desunte dal Liber Pontificalis, dove è descritto come un uomo colto, fermo nei principi teologici e attento tanto ai fatti politici quanto a quelli religiosi. (Da www.radicchio.it)
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(Inghilterra, 672 o 673 - Frigia, 5 giugno 754)
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San Bonifaclo inglese, da giovinetto, così da Dio ispirato, determinò di lasciare il mondo per farsi Religioso. Si oppose a questo pio desiderio il suo padre; ma punito dal Signore con una grave infermità, non rimase libera da quella, se non dopo che ebbe data licenza al figliuolo di farsi monaco. Fatto Sacerdote attese alla salute delle anime, e si mostrò sempre alienò dalle mondane grandezze. Andò a Roma; e visitato che ebbe il Sommo Pontefice Gregorio II, fu da lui consacrato Vescovo di Magonza, e destinato Apostolo della Germania; ed egli con le sue industriose fatiche converti alla cognizione della Cattolica Fede molte migliaia di anime. Intimò ai novelli Cristiani della Frigia il giorno, nel quale voleva loro dispensare il Sacramento della Cresima; ma quei miseri che erano ancor rimasti nell'idolatria, accecati dal demonio, diedero la morte al loro Benefattore, ed a tutt' i compagni suoi. Il Signore però non lasciò invendicato un tanto misfatto; perché venuti fra di loro a rissa nel partire quelle poche sostanze, che avevano rubate al santo Vescovo, per giusto giudizio di Dio molti di loro restarono morti. (Dal Surio).
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(Finstad, 1303 - Roma, 1373)
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S. Brigida nobile Svedese, fin da fanciulla di tre anni diede a vedere in sé un singolare prodigio: essendo stata sino a quel tempo senza articolare la voce, le si sciolse ad un tratto la lingua, e non già balbettando, ma parlando perfettamente bene. Arrivata al decimo arino di stia età meritò di vedere Gesù che le comparve crocifisso; ed osservandolo tutto piagato, e grondante sangue, gli disse: E chi è stato quel crudele che vi ha così rnaltrattato, o Signore? A cui rispose Cristo : Coloro che mi disprezzano , e non fanno nessun capitale della mia gran carità sono quelli che rinnovano le mie piaghe. Maritata per volere di suo Padre con Ulsone Principe di Nerizia , attese con gran diligenza alla cura di casa sua, e alla buona educazione dei suoi figliuoli. Era devotissima della SS. Vergine, in onore della quale recitava ogni giorno il suo uffizio, e procurava che tutti ne fossero devoti. Mortole il marito, si diede più che mai al servizio di Dio: onde meritò d'essere favorita oltre modo dalla Sua Divina Maestà, e di ricevere molle rivelazioni. Venuta l'ora della sua morte , rese la sua sant'anima a Dio in età d'anni 70. (Dal Surio).
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(Colonia,1030 - Santa Maria della Torre, 1101)
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San Bruno, nato in Colonia di nobile e riguardevole famiglia, si rese ammirevole, per l’innocenza della sua vita e dei suoi costumi, che accoppiò con una sublime scienza; onde fu da tutti tenuto in somma stima. Nel tempo che egli era canonico, e cancelliere della Chiesa di Reims in Francia, fu professore di teologia all'Università della stessa città , divenendone Rettore a soli 28 anni. Per averne denunciata la corruzione, fu espulso dalla stessa Università e riparò nella periferia di Grenoble in una casa di campagna, ove riflettendo seriamente ai pericoli che si corrono nel mondo, comunicati questi suoi pensieri ad alcuni suoi amici, deliberarono di comune assenso di abbandonare il secolo, e ritirarsi in un eremo. Si portarono dunque unitamente nei monti di un deserto detto la Geriosa nella Diocesi di Grenoble, e qui, del tutto sconosciuti al mondo, condussero una vita eremitica e penitente. Si sparsero quindi in diversi luoghi, e formarono un nuovo Istituto detto dei Certosini. Per ubbidire al Sommo Pontefice, Urbano II, che voleva servirsi di lui negli affari della Chiesa, Bruno dovette abbandonare suo amato ritiro, e recarsi dal Papa a Roma; ma conosciuti ben presto i tumulti della corte, rapidamente se ne allontanò; e ritiratosi in un Eremo presso Squillace si preparò a passare da questa terra agli eterni godimenti del Cielo. Viene richiesta la sua intercessione per la liberazione dalle possessioni diaboliche. (Da Guiberto Nogento).
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