Il Signore chiamò Mosè e
dalla tenda del convegno gli disse: "Parla agli Israeliti e
riferisci loro: Quando uno di voi vorrà fare un'offerta al Signore,
offrirete bestiame grosso o minuto. Se l'offerta è un olocausto di
grosso bestiame, egli offrirà un maschio senza difetto; l'offrirà
all'ingresso della tenda del convegno, per ottenere il favore del
Signore. Poserà la mano sulla testa della vittima, che sarà
accettata in suo favore per fare il rito espiatorio per lui. Poi
immolerà il capo di grosso bestiame davanti al Signore, e i
sacerdoti, figli di Aronne, offriranno il sangue e lo spargeranno
intorno all'altare, che è all'ingresso della tenda del convegno.
Scorticherà la vittima e la taglierà a pezzi. I figli del sacerdote
Aronne porranno il fuoco sull'altare e metteranno la legna sul
fuoco, poi sulla legna e sul fuoco che è sull'altare disporranno i
pezzi, la testa e il grasso. Laverà con acqua le interiora e le
zampe; poi il sacerdote brucerà il tutto sull'altare come olocausto,
sacrificio consumato dal fuoco, profumo soave per il Signore.
Se la sua offerta è un
olocausto di bestiame minuto, pecora o capra, egli offrirà un
maschio senza difetto. Lo immolerà dal lato settentrionale
dell'altare davanti al Signore e i sacerdoti, figli di Aronne,
spargeranno il sangue attorno all'altare. Lo taglierà a pezzi, con
la testa e il grasso, e il sacerdote li disporrà sulla legna,
collocata sul fuoco dell'altare. Laverà con acqua le interiora e le
zampe; poi il sacerdote offrirà il tutto e lo brucerà sull'altare:
olocausto, sacrificio consumato dal fuoco, profumo soave per il
Signore.
Se la sua offerta al
Signore è un olocausto di uccelli, offrirà tortore o colombi. Il
sacerdote li offrirà all'altare, ne staccherà la testa, che farà
bruciare sull'altare, e il sangue sarà spruzzato sulla parete
dell'altare. Poi toglierà il gozzo con le sue immondezze e lo
getterà al lato orientale dell'altare, dov'è il luogo delle ceneri.
Dividerà l'uccello in due metà prendendolo per le ali, ma senza
separarlo, e il sacerdote lo brucerà sull'altare, sulla legna che è
sul fuoco, come olocausto, sacrificio consumato dal fuoco, profumo
soave per il Signore.
2
Se qualcuno presenterà al
Signore un'oblazione, la sua offerta sarà di fior di farina, sulla
quale verserà olio e porrà incenso. La porterà ai figli di Aronne, i
sacerdoti; il sacerdote prenderà da essa una manciata di fior di
farina e d'olio, con tutto l'incenso, e lo brucerà sull'altare come
memoriale: è un sacrificio consumato dal fuoco, profumo soave per il
Signore. Il resto dell'offerta di oblazione sarà per Aronne e per i
suoi figli, cosa santissima, proveniente dai sacrifici consumati dal
fuoco in onore del Signore. Quando offrirai una oblazione cotta nel
forno, essa consisterà in focacce azzime di fior di farina impastata
con olio e anche di schiacciate azzime spalmate di olio. Se la tua
offerta sarà un'oblazione cotta sulla teglia, sarà di fior di
farina, azzima e impastata con olio; la farai a pezzi e sopra vi
verserai olio: è un'oblazione. Se la tua offerta sarà una oblazione
cotta nella pentola, sarà fatta con fior di farina nell'olio:
porterai al Signore l'oblazione così preparata e la presenterai al
sacerdote, che la offrirà sull'altare. Il sacerdote preleverà
dall'oblazione il memoriale e lo brucerà sull'altare: sacrificio
consumato dal fuoco, profumo soave per il Signore. Il resto
dell'oblazione sarà per Aronne e per i suoi figli, cosa santissima,
proveniente dai sacrifici consumati dal fuoco per il Signore.
Nessuna delle oblazioni che
offrirete al Signore sarà lievitata: non brucerete né lievito, né
miele come sacrificio consumato dal fuoco in onore del Signore;
potrete offrire queste cose al Signore come offerta di primizie, ma
non saliranno sull'altare a titolo di profumo soave. Dovrai salare
ogni tua offerta di oblazione: nella tua oblazione non lascerai
mancare il sale dell'alleanza del tuo Dio; sopra ogni tua offerta
offrirai del sale.
Se offrirai al Signore una
oblazione di primizie, offrirai come tua oblazione di primizie
spighe di grano fresche abbrustolite sul fuoco e chicchi pestati di
grano nuovo. Verserai olio sopra di essa, vi metterai incenso: è una
oblazione. Il sacerdote brucerà come memoriale una parte dei chicchi
e dell'olio insieme con tutto l'incenso: è un sacrificio consumato
dal fuoco per il Signore.
3
Nel caso che la sua offerta
sia un sacrificio di comunione e se offre un capo di bestiame
grosso, sarà un maschio o una femmina, senza difetto; l'offrirà
davanti al Signore, poserà la mano sulla testa della vittima e la
immolerà all'ingresso della tenda del convegno e i figli di Aronne,
i sacerdoti, spargeranno il sangue attorno all'altare. Di questo
sacrificio di comunione offrirà come sacrificio consumato dal fuoco
in onore del Signore il grasso che avvolge le viscere e tutto quello
che vi è sopra, i due reni con il loro grasso e il grasso attorno ai
lombi e al lobo del fegato, che distaccherà al di sopra dei reni; i
figli di Aronne lo bruceranno sull'altare, sopra l'olocausto, posto
sulla legna che è sul fuoco: è un sacrificio consumato dal fuoco,
profumo soave per il Signore.
Se la sua offerta di
sacrificio di comunione per il Signore è di bestiame minuto sarà un
maschio o una femmina, senza difetto. Se presenta una pecora in
offerta, la offrirà davanti al Signore; poserà la mano sulla testa
della vittima e la immolerà davanti alla tenda del convegno; i figli
di Aronne ne spargeranno il sangue attorno all'altare; di questo
sacrificio di comunione offrirà quale sacrificio consumato dal fuoco
per il Signore il grasso e cioè l'intiera coda presso l'estremità
della spina dorsale, il grasso che avvolge le viscere e tutto quello
che vi è sopra, i due reni con il loro grasso e il grasso attorno ai
lombi e al lobo del fegato, che distaccherà al di sopra dei reni; il
sacerdote li brucerà sull'altare: è un alimento consumato dal fuoco
per il Signore.
Se la sua offerta è una
capra, la offrirà davanti al Signore; poserà la mano sulla sua testa
e la immolerà davanti alla tenda del convegno; i figli di Aronne ne
spargeranno il sangue attorno all'altare. Di essa preleverà, come
offerta consumata dal fuoco in onore del Signore, il grasso che
avvolge le viscere, tutto quello che vi è sopra, i due reni con il
loro grasso e il grasso attorno ai lombi e al lobo del fegato, che
distaccherà al di sopra dei reni; il sacerdote li brucerà
sull'altare: è un cibo consumato dal fuoco per il Signore.
Ogni parte grassa
appartiene al Signore. È una prescrizione rituale perenne per le
vostre generazioni in ogni vostra dimora: non dovrete mangiare né
grasso né sangue".
4
Il Signore disse a Mosè:
"Riferisci agli Israeliti: Quando un uomo inavvertitamente
trasgredisce un qualsiasi divieto della legge del Signore, facendo
una cosa proibita: se chi ha peccato è il sacerdote che ha ricevuto
l'unzione e così ha reso colpevole il popolo, offrirà al Signore per
il peccato da lui commesso un giovenco senza difetto come sacrificio
di espiazione. Condurrà il giovenco davanti al Signore all'ingresso
della tenda del convegno; poserà la mano sulla testa del giovenco e
l'immolerà davanti al Signore. Il sacerdote che ha ricevuto
l'unzione prenderà il sangue del giovenco e lo porterà nell'interno
della tenda del convegno; intingerà il dito nel sangue e farà sette
aspersioni davanti al Signore di fronte al velo del santuario.
Bagnerà con il sangue i corni dell'altare dei profumi che bruciano
davanti al Signore nella tenda del convegno; verserà il resto del
sangue alla base dell'altare degli olocausti, che si trova
all'ingresso della tenda del convegno. Poi dal giovenco del
sacrificio toglierà tutto il grasso: il grasso che avvolge le
viscere, tutto quello che vi è sopra, i due reni con il loro grasso
e il grasso attorno ai lombi e al lobo del fegato, che distaccherà
al di sopra dei reni. Farà come si fa per il giovenco del sacrificio
di comunione e brucerà il tutto sull'altare degli olocausti. Ma la
pelle del giovenco, la carne con la testa, le viscere, le zampe e
gli escrementi, cioè tutto il giovenco, egli lo porterà fuori
dell'accampamento in luogo puro, dove si gettano le ceneri, e lo
brucerà sulla legna: dovrà essere bruciato sul mucchio delle ceneri.
Se tutta la comunità
d'Israele ha commesso una inavvertenza, senza che tutta l'assemblea
la conosca, violando così un divieto della legge del Signore e
rendendosi colpevole, quando il peccato commesso sarà conosciuto,
l'assemblea offrirà come sacrificio espiatorio un giovenco, un capo
di grosso bestiame senza difetto e lo condurrà davanti alla tenda
del convegno. Gli anziani della comunità poseranno le mani sulla
testa del giovenco e lo si immolerà davanti al Signore. Il sacerdote
che ha ricevuto l'unzione porterà il sangue del giovenco
nell'interno della tenda del convegno; intingerà il dito nel sangue,
e farà sette aspersioni davanti al Signore di fronte al velo.
Bagnerà con il sangue i corni dell'altare che è davanti al Signore
nella tenda del convegno e verserà il resto del sangue alla base
dell'altare degli olocausti, all'ingresso della tenda del convegno.
Toglierà al giovenco tutte le parti grasse, per bruciarle
sull'altare. Farà di questo giovenco come di quello offerto in
sacrificio di espiazione: tutto allo stesso modo. Il sacerdote farà
per loro il rito espiatorio e sarà loro perdonato. Poi porterà il
giovenco fuori del campo e lo brucerà come ha bruciato il primo: è
il sacrificio di espiazione per l'assemblea.
Se è un capo chi ha
peccato, violando per inavvertenza un divieto del Signore suo Dio e
così si è reso colpevole, quando conosca il peccato commesso,
porterà come offerta un capro maschio senza difetto. Poserà la mano
sulla testa del capro e lo immolerà nel luogo dove si immolano gli
olocausti davanti al Signore: è un sacrificio espiatorio. Il
sacerdote prenderà con il dito il sangue del sacrificio espiatorio e
bagnerà i corni dell'altare degli olocausti; verserà il resto del
sangue alla base dell'altare degli olocausti. Poi brucerà
sull'altare ogni parte grassa, come il grasso del sacrificio di
comunione. Il sacerdote farà per lui il rito espiatorio per il suo
peccato e gli sarà perdonato.
Se chi ha peccato è stato
qualcuno del popolo, violando per inavvertenza un divieto del
Signore, e così si è reso colpevole, quando conosca il peccato
commesso, porti come offerta una capra femmina, senza difetto, in
espiazione del suo peccato. Poserà la mano sulla testa della vittima
di espiazione e la immolerà nel luogo dove si immolano gli
olocausti. Il sacerdote prenderà con il dito un po' di sangue di
essa e bagnerà i corni dell'altare degli olocausti; poi verserà il
resto del sangue alla base dell'altare. Preleverà tutte le parti
grasse, come si preleva il grasso del sacrificio di comunione, e il
sacerdote le brucerà sull'altare, profumo soave in onore del
Signore. Il sacerdote farà per lui il rito espiatorio e gli sarà
perdonato. Se porta una pecora come offerta per il peccato, porterà
una femmina senza difetto. Poserà la mano sulla testa della vittima
espiatoria e la immolerà in espiazione nel luogo dove si immolano
gli olocausti. Il sacerdote prenderà con il dito un po' di sangue
della vittima espiatoria e bagnerà i corni dell'altare degli
olocausti; poi verserà il resto del sangue alla base dell'altare.
Preleverà tutte le parti grasse, come si preleva il grasso della
pecora del sacrificio di comunione e il sacerdote le brucerà
sull'altare sopra le vittime consumate dal fuoco in onore del
Signore. Il sacerdote farà per lui il rito espiatorio per il peccato
commesso e gli sarà perdonato.
2
Se una persona pecca perché
nulla dichiara, benché abbia udito la formula di scongiuro e sia
essa stessa testimone o abbia visto o sappia, sconterà la sua
iniquità. Oppure quando qualcuno, senza avvedersene, tocca una cosa
immonda, come il cadavere d'una bestia o il cadavere d'un animale
domestico o quello d'un rettile, rimarrà egli stesso immondo e
colpevole. Oppure quando, senza avvedersene, tocca una immondezza
umana - una qualunque delle cose per le quali l'uomo diviene immondo
- quando verrà a saperlo, sarà colpevole. Oppure quando uno, senza
badarvi, parlando con leggerezza, avrà giurato, con uno di quei
giuramenti che gli uomini proferiscono alla leggera, di fare qualche
cosa di male o di bene, se lo saprà, ne sarà colpevole.
Quando uno dunque si sarà
reso colpevole d'una di queste cose, confesserà il peccato commesso;
porterà al Signore, come riparazione della sua colpa per il peccato
commesso, una femmina del bestiame minuto, pecora o capra, come
sacrificio espiatorio; il sacerdote farà per lui il rito espiatorio
per il suo peccato.
Se non ha mezzi per
procurarsi una pecora o una capra, porterà al Signore, come
riparazione della sua colpa per il suo peccato, due tortore o due
colombi: uno come sacrificio espiatorio, l'altro come olocausto. Li
porterà al sacerdote, il quale offrirà prima quello per
l'espiazione: gli spaccherà la testa vicino alla nuca, ma senza
staccarla; poi spargerà il sangue del sacrificio per il peccato
sopra la parete dell'altare e ne spremerà il resto alla base
dell'altare. Questo è un sacrificio espiatorio. Dell'altro uccello
offrirà un olocausto, secondo le norme stabilite. Così il sacerdote
farà per lui il rito espiatorio per il peccato che ha commesso e gli
sarà perdonato.
Ma se non ha mezzi per
procurarsi due tortore o due colombi, porterà, come offerta per il
peccato commesso, un decimo di efa di fior di farina, come
sacrificio espiatorio; non vi metterà né olio né incenso, perché è
un sacrificio per il peccato. Porterà la farina al sacerdote, che ne
prenderà una manciata come memoriale, facendola bruciare sull'altare
sopra le vittime consumate dal fuoco in onore del Signore. È un
sacrificio espiatorio. Così il sacerdote farà per lui il rito
espiatorio per il peccato commesso in uno dei casi suddetti e gli
sarà perdonato. Il resto sarà per il sacerdote, come
nell'oblazione".
Il Signore aggiunse a Mosè:
"Se qualcuno commetterà una mancanza e peccherà per errore riguardo
a cose consacrate al Signore, porterà al Signore, in sacrificio di
riparazione, un ariete senza difetto, preso dal gregge, che
valuterai in sicli d'argento in base al siclo del santuario;
risarcirà il danno fatto al santuario, aggiungendovi un quinto, e lo
darà al sacerdote, il quale farà per lui il rito espiatorio con
l'ariete offerto come sacrificio di riparazione e gli sarà
perdonato. Quando uno peccherà facendo, senza saperlo, una cosa
vietata dal Signore, sarà colpevole e dovrà scontare la mancanza.
Presenterà al sacerdote, come sacrificio di riparazione, un ariete
senza difetto, preso dal bestiame minuto, secondo la tua stima; il
sacerdote farà per lui il rito espiatorio per l'errore commesso per
ignoranza e gli sarà perdonato. È un sacrificio di riparazione;
quell'individuo si era certo reso colpevole verso il Signore".
Il Signore disse a Mosè:
"Quando uno peccherà e commetterà una mancanza verso il Signore,
rifiutando al suo prossimo un deposito da lui ricevuto o un pegno
consegnatogli o una cosa rubata o estorta con frode o troverà una
cosa smarrita, mentendo a questo proposito e giurando il falso circa
qualcuna delle cose per cui un uomo può peccare, se avrà così
peccato e si sarà reso colpevole, restituirà la cosa rubata o
estorta con frode o il deposito che gli era stato affidato o
l'oggetto smarrito che aveva trovato o qualunque cosa per cui abbia
giurato il falso. Farà la restituzione per intero, aggiungendovi un
quinto e renderà ciò al proprietario il giorno stesso in cui offrirà
il sacrificio di riparazione. Porterà al sacerdote, come sacrificio
di riparazione in onore del Signore, un ariete senza difetto, preso
dal bestiame minuto secondo la tua stima. Il sacerdote farà il rito
espiatorio per lui davanti al Signore e gli sarà perdonato,
qualunque sia la mancanza di cui si è reso colpevole".
6
Il Signore disse ancora a
Mosè: "Da' quest'ordine ad Aronne e ai suoi figli: Questa è la legge
per l'olocausto. L'olocausto rimarrà acceso sul braciere sopra
l'altare tutta la notte, fino al mattino; il fuoco dell'altare sarà
tenuto acceso. Il sacerdote, indossata la tunica di lino e vestiti i
calzoni di lino, toglierà la cenere, in cui il fuoco avrà ridotto
l'olocausto sull'altare, e la deporrà al fianco dell'altare. Poi,
spogliatosi delle vesti e indossatene altre, porterà la cenere fuori
del campo, in un luogo mondo. Il fuoco sarà tenuto acceso
sull'altare e non si lascerà spegnere; il sacerdote vi brucerà legna
ogni mattina, vi disporrà sopra l'olocausto e vi brucerà sopra il
grasso dei sacrifici. Il fuoco dev'esser sempre tenuto acceso
sull'altare, senza lasciarlo spegnere.
Questa è la legge
dell'oblazione. I figli di Aronne la offriranno al Signore, dinanzi
all'altare. Il sacerdote preleverà una manciata di fior di farina
con il suo olio e con tutto l'incenso che è sopra l'offerta e
brucerà ogni cosa sull'altare con soave profumo in ricordo del
Signore. Aronne e i suoi figli mangeranno quel che rimarrà
dell'oblazione; lo si mangerà senza lievito, in luogo santo, nel
recinto della tenda del convegno. Non si cuocerà con lievito; è la
parte che ho loro assegnata delle offerte a me bruciate con il
fuoco. È cosa santissima come il sacrificio espiatorio. Ogni maschio
tra i figli di Aronne potrà mangiarne. È un diritto perenne delle
vostre generazioni sui sacrifici consumati dal fuoco in onore del
Signore. Tutto ciò che verrà a contatto con queste cose sarà sacro".
Il Signore aggiunse a Mosè:
"L'offerta che Aronne e i suoi figli faranno al Signore il giorno in
cui riceveranno l'unzione è questa: un decimo di efa di fior
di farina, come oblazione perpetua, metà la mattina e metà la sera.
Essa sarà preparata con olio, nella teglia: la presenterai in una
misura stemperata; l'offrirai in pezzi, come profumo soave per il
Signore. Anche il sacerdote che, tra i figli di Aronne, sarà unto
per succedergli, farà questa offerta; è una prescrizione perenne:
sarà bruciata tutta in onore del Signore. Ogni oblazione del
sacerdote sarà bruciata tutta; non se ne potrà mangiare".
Il Signore disse ancora a
Mosè: "Parla ad Aronne e ai suoi figli e di' loro: Questa è la legge
del sacrificio espiatorio. Nel luogo dove si immola l'olocausto sarà
immolata davanti al Signore la vittima per il peccato. È cosa
santissima. La mangerà il sacerdote che l'offrirà per il peccato;
dovrà mangiarla in luogo santo, nel recinto della tenda del
convegno. Qualunque cosa ne toccherà le carni sarà sacra; se parte
del suo sangue schizza sopra una veste, il posto dove sarà schizzato
il sangue lo laverai in luogo santo. Ma il vaso di terra, che sarà
servito a cuocerla, sarà spezzato; che se è stata cotta in un vaso
di rame, questo sarà strofinato bene e sciacquato con acqua. Ogni
maschio di famiglia sacerdotale ne potrà mangiare; è cosa
santissima. Ma non si potrà mangiare alcuna vittima espiatoria, il
cui sangue va portato nella tenda del convegno, per il rito
espiatorio nel santuario. Essa sarà bruciata nel fuoco.
7
Questa è la legge del
sacrificio di riparazione; è cosa santissima. Nel luogo, dove si
immola l'olocausto, si immolerà la vittima di riparazione; se ne
spargerà il sangue attorno all'altare e se ne offrirà tutto il
grasso: la coda, il grasso che copre le viscere, i due reni con il
loro grasso e il grasso attorno ai lombi e al lobo del fegato che si
distaccherà sopra i reni. Il sacerdote brucerà tutto questo
sull'altare come sacrificio consumato dal fuoco in onore del
Signore. Questo è un sacrificio di riparazione. Ogni maschio di
famiglia sacerdotale ne potrà mangiare; lo si mangerà in luogo
santo; è cosa santissima.
Il sacrificio di
riparazione è come il sacrificio espiatorio; la stessa legge vale
per ambedue; la vittima sarà del sacerdote che avrà compiuta
l'espiazione. Il sacerdote, che avrà fatto l'olocausto per qualcuno,
avrà per sé la pelle dell'olocausto da lui offerto. Così anche ogni
oblazione, cotta nel forno o preparata nella pentola o nella teglia,
sarà del sacerdote che l'ha offerta. Ogni oblazione impastata con
olio o asciutta sarà per tutti i figli di Aronne in misura uguale.
Questa è la legge del
sacrificio di comunione, che si offrirà al Signore. Se uno l'offre
in ringraziamento, offrirà, con il sacrificio di comunione, focacce
senza lievito intrise con olio, schiacciate senza lievito unte con
olio e fior di farina cotta, in forma di focacce intrise con olio.
Presenterà anche, come offerta, oltre le dette focacce, focacce di
pan lievitato, insieme con il sacrificio di ringraziamento. Di
ognuna di queste offerte una parte si presenterà come oblazione
prelevata in onore del Signore; essa sarà del sacerdote che ha
sparso il sangue della vittima del sacrificio di comunione. La carne
del sacrificio di ringraziamento dovrà mangiarsi il giorno stesso in
cui esso viene offerto; non se ne lascerà nulla fino alla mattina.
Ma se il sacrificio che uno
offre è votivo o volontario, la vittima si mangerà il giorno in cui
verrà offerta, il resto dovrà esser mangiato il giorno dopo; ma quel
che sarà rimasto della carne del sacrificio fino al terzo giorno,
dovrà bruciarsi nel fuoco.
Se uno mangia la carne del
sacrificio di comunione il terzo giorno, l'offerente non sarà
gradito; dell'offerta non gli sarà tenuto conto; sarà un abominio;
chi ne avrà mangiato subirà la pena della sua iniquità. La carne che
sarà stata in contatto con qualche cosa di immondo, non si potrà
mangiare; sarà bruciata nel fuoco.
Chiunque sarà mondo potrà
mangiare la carne del sacrificio di comunione; ma la persona che,
immonda, mangerà la carne del sacrificio di comunione offerto al
Signore sarà eliminata dal suo popolo. Se uno toccherà qualsiasi
cosa immonda: un'immondezza umana, un animale immondo o qualsiasi
cosa abominevole, immonda, e mangerà la carne d'un sacrificio di
comunione offerto al Signore, quel tale sarà eliminato dal suo
popolo".
Il Signore disse ancora a
Mosè: "Parla agli Israeliti e riferisci loro: Non mangerete alcun
grasso, né di bue, né di pecora, né di capra. Il grasso di una
bestia che è morta naturalmente o il grasso d'una bestia sbranata
potrà servire per qualunque altro uso; ma non ne mangerete affatto;
perché chiunque mangerà il grasso di animali che si possono offrire
in sacrificio consumato dal fuoco in onore del Signore, sarà
eliminato dal suo popolo. E non mangerete affatto sangue, né di
uccelli né di animali domestici, dovunque abitiate. Chiunque mangerà
sangue di qualunque specie sarà eliminato dal suo popolo".
Il Signore aggiunse a Mosè:
"Parla agli Israeliti e di' loro: Chi offrirà al Signore il
sacrificio di comunione porterà una offerta al Signore, prelevandola
dal sacrificio di comunione. Porterà con le proprie mani ciò che
deve essere offerto al Signore con il fuoco: porterà il grasso
insieme con il petto, il petto per presentarlo con il rito
d'agitazione davanti al Signore. Il sacerdote brucerà il grasso
sopra l'altare; il petto sarà di Aronne e dei suoi figli. Darete
anche in tributo al sacerdote la coscia destra dei vostri sacrifici
di comunione. Essa spetterà, come sua parte, al figlio di Aronne che
avrà offerto il sangue e il grasso dei sacrifici di comunione.
Poiché, dai sacrifici di comunione offerti dagli Israeliti, io mi
riservo il petto della vittima offerta con l'agitazione di rito e la
coscia della vittima offerta con l'elevazione di rito e li dò al
sacerdote Aronne e ai suoi figli per legge perenne, che gli
Israeliti osserveranno. Questa è la parte dovuta ad Aronne e ai suoi
figli, dei sacrifici bruciati in onore del Signore, dal giorno in
cui eserciteranno il sacerdozio del Signore. Agli Israeliti il
Signore ha ordinato di dar loro questo, dal giorno della loro
unzione. È una parte che è loro dovuta per sempre, di generazione in
generazione.
Questa è la legge per
l'olocausto, l'oblazione, il sacrificio espiatorio, il sacrificio di
riparazione, l'investitura e il sacrificio di comunione: legge che
il Signore ha dato a Mosè sul monte Sinai, quando ordinò agli
Israeliti di presentare le offerte al Signore nel deserto del
Sinai".
8
Il Signore disse ancora a
Mosè: "Prendi Aronne insieme ai suoi figli, le vesti, l'olio
dell'unzione, il giovenco del sacrificio espiatorio, i due arieti e
il cesto dei pani azzimi; convoca tutta la comunità all'ingresso
della tenda del convegno". Mosè fece come il Signore gli aveva
ordinato e la comunità fu convocata all'ingresso della tenda del
convegno. Mosè disse alla comunità: "Questo il Signore ha ordinato
di fare".
Mosè fece accostare Aronne
e i suoi figli e li lavò con acqua. Poi rivestì Aronne della tunica,
lo cinse della cintura, gli pose addosso il manto, gli mise l'efod
e lo cinse con la cintura dell'efod, nel quale avvolse l'efod.
Gli mise anche il pettorale, e nel pettorale pose gli Urim e
i Tummim. Poi gli mise in capo il turbante e sul davanti del
turbante pose la lamina d'oro, il sacro diadema, come il Signore
aveva ordinato a Mosè. Poi Mosè prese l'olio dell'unzione, unse la
Dimora e tutte le cose che vi si trovavano e così le consacrò. Fece
sette volte l'aspersione sull'altare, unse l'altare con tutti i suoi
accessori, la conca e la sua base, per consacrarli. Versò l'olio
della unzione sul capo d'Aronne e unse Aronne, per consacrarlo. Poi
Mosè fece avvicinare i figli d'Aronne, li vestì di tuniche, li cinse
con le cinture e legò sul loro capo i turbanti, come il Signore
aveva ordinato a Mosè.
Fece quindi accostare il
giovenco del sacrificio espiatorio e Aronne e i suoi figli stesero
le mani sulla testa del giovenco del sacrificio espiatorio. Mosè lo
immolò, ne prese del sangue, bagnò con il dito i corni attorno
all'altare e purificò l'altare; poi sparse il resto del sangue alla
base dell'altare e lo consacrò per fare su di esso l'espiazione. Poi
prese tutto il grasso aderente alle viscere, il lobo del fegato, i
due reni con il loro grasso e Mosè bruciò tutto sull'altare. Ma il
giovenco, la sua pelle, la sua carne e le feci, bruciò nel fuoco
fuori dell'accampamento, come il Signore gli aveva ordinato.
Fece quindi avvicinare
l'ariete dell'olocausto e Aronne e i suoi figli stesero le mani
sulla testa dell'ariete. Mosè lo immolò e ne sparse il sangue
attorno all'altare. Poi fece a pezzi l'ariete e ne bruciò testa,
pezzi e grasso. Dopo averne lavato le viscere e le zampe con acqua,
bruciò tutto l'ariete sull'altare: olocausto di soave odore, un
sacrificio consumato dal fuoco in onore del Signore, come il Signore
gli aveva ordinato.
Poi fece accostare il
secondo ariete, l'ariete della investitura, e Aronne e i suoi figli
stesero le mani sulla testa dell'ariete. Mosè lo immolò, ne prese
del sangue e bagnò il lobo dell'orecchio destro di Aronne e il
pollice della mano destra e l'alluce del piede destro. Poi Mosè fece
avvicinare i figli di Aronne e bagnò con quel sangue il lobo del
loro orecchio destro, il pollice della mano destra e l'alluce del
piede destro; sparse il resto del sangue attorno all'altare. Poi
prese il grasso, la coda, tutto il grasso aderente alle viscere, il
lobo del fegato, i reni con il loro grasso e la coscia destra; dal
canestro dei pani azzimi, che era davanti al Signore, prese una
focaccia senza lievito, una focaccia di pasta intrisa nell'olio e
una schiacciata e le pose sulle parti grasse e sulla coscia destra.
Poi mise tutte queste cose sulle mani di Aronne e sulle mani dei
suoi figli e le agitò con l'agitazione rituale davanti al Signore.
Mosè quindi le prese dalle loro mani e le bruciò sull'altare sopra
l'olocausto: sacrificio di investitura, di soave odore, sacrificio
consumato dal fuoco in onore del Signore. Poi Mosè prese il petto
dell'ariete e lo agitò come offerta da agitare ritualmente davanti
al Signore; questa fu la parte dell'ariete dell'investitura toccata
a Mosè, come il Signore gli aveva ordinato.
Mosè prese quindi l'olio
dell'unzione e il sangue che era sopra l'altare; ne asperse Aronne e
le sue vesti, i figli di lui e le loro vesti; così consacrò Aronne e
le sue vesti e similmente i suoi figli e le loro vesti. Poi Mosè
disse ad Aronne e ai suoi figli: "Fate cuocere la carne all'ingresso
della tenda del convegno e là mangiatela con il pane che è nel
canestro dell'investitura, come mi è stato ordinato. La mangeranno
Aronne e i suoi figli. Quel che avanza della carne e del pane,
bruciatelo nel fuoco. Per sette giorni non uscirete dall'ingresso
della tenda del convegno, finché cioè non siano compiuti i giorni
della vostra investitura, perché la vostra investitura durerà sette
giorni. Come si è fatto oggi così il Signore ha ordinato che si
faccia per compiere il rito espiatorio su di voi. Rimarrete sette
giorni all'ingresso della tenda del convegno, giorno e notte,
osservando il comandamento del Signore, perché non moriate, poiché
così mi è stato ordinato". Aronne e i suoi figli fecero quanto era
stato ordinato dal Signore per mezzo di Mosè.
9
L'ottavo giorno, Mosè
chiamò Aronne, i suoi figli e gli anziani d'Israele e disse ad
Aronne: "Prendi un vitello per il sacrificio espiatorio e un ariete
per l'olocausto, tutti e due senza difetto, e offrili al Signore.
Agli Israeliti dirai: Prendete un capro per il sacrificio
espiatorio, un vitello e un agnello, tutti e due di un anno, senza
difetto, per l'olocausto, un toro e un ariete per il sacrificio di
comunione, per immolarli davanti al Signore, un'oblazione intrisa
nell'olio, perché oggi il Signore si manifesterà a voi".
Essi dunque condussero
davanti alla tenda del convegno quanto Mosè aveva ordinato; tutta la
comunità si avvicinò e stette davanti al Signore. Mosè disse: "Ecco
ciò che il Signore vi ha ordinato; fatelo e la gloria del Signore vi
apparirà". Mosè disse ad Aronne: "Avvicinati all'altare: offri il
tuo sacrificio espiatorio e il tuo olocausto e compi il rito
espiatorio per te e per il tuo casato; presenta anche l'offerta del
popolo e fa' l'espiazione per esso, come il Signore ha ordinato".
Aronne dunque si avvicinò
all'altare e immolò il vitello del sacrificio espiatorio, che era
per sé. I suoi figli gli porsero il sangue ed egli vi intinse il
dito, ne bagnò i corni dell'altare e sparse il resto del sangue alla
base dell'altare; ma il grasso, i reni e il lobo del fegato della
vittima espiatoria li bruciò sopra l'altare come il Signore aveva
ordinato a Mosè. La carne e la pelle le bruciò nel fuoco fuori
dell'accampamento. Poi immolò l'olocausto; i figli di Aronne gli
porsero il sangue ed egli lo sparse attorno all'altare. Gli porsero
anche la vittima dell'olocausto fatta a pezzi e la testa e li bruciò
sull'altare. Lavò le interiora e le gambe e le bruciò sull'olocausto
sopra l'altare.
Poi presentò l'offerta del
popolo. Prese il capro destinato al sacrificio espiatorio per il
popolo, lo immolò e ne fece un sacrificio espiatorio, come il
precedente.
Poi offrì l'olocausto
secondo il rito.
Presentò quindi
l'oblazione, ne prese una manciata piena e la bruciò sull'altare,
oltre l'olocausto della mattina. Immolò il toro e l'ariete in
sacrificio di comunione per il popolo. I figli di Aronne gli
porgevano il sangue ed egli lo spargeva attorno all'altare. Gli
porgevano le parti grasse del toro e dell'ariete, la coda, il grasso
aderente alle viscere, i reni e il lobo del fegato: mettevano i
grassi sui petti ed egli li bruciava sull'altare. I petti e la
coscia destra, Aronne li agitava davanti al Signore come offerta da
agitare secondo il rito, nel modo che Mosè aveva ordinato. Poi
Aronne, alzate le mani verso il popolo, lo benedisse e, dopo aver
fatto il sacrificio espiatorio, l'olocausto e i sacrifici di
comunione, scese dall'altare. Mosè e Aronne entrarono nella tenda
del convegno; poi uscirono e benedissero il popolo e la gloria del
Signore si manifestò a tutto il popolo. Un fuoco uscì dalla presenza
del Signore e consumò sull'altare l'olocausto e i grassi; tutto il
popolo vide, mandò grida d'esultanza e si prostrò con la faccia a
terra.
10
Ora Nadab e Abiu, figli di
Aronne, presero ciascuno un braciere, vi misero dentro il fuoco e il
profumo e offrirono davanti al Signore un fuoco illegittimo, che il
Signore non aveva loro ordinato. Ma un fuoco si staccò dal Signore e
li divorò e morirono così davanti al Signore. Allora Mosè disse ad
Aronne: "Di questo il Signore ha parlato quando ha detto: A chi si
avvicina a me mi mostrerò santo e davanti a tutto il popolo sarò
onorato". Aronne tacque.
Mosè chiamò Misael ed
Elsafan, figli di Uziel, zio di Aronne, e disse loro: "Avvicinatevi,
portate via questi vostri congiunti dal santuario, fuori
dell'accampamento". Essi si avvicinarono e li portarono via con le
loro tuniche, fuori dell'accampamento, come Mosè aveva detto.
Ad Aronne, a Eleazaro e a
Itamar, suoi figli, Mosè disse: "Non vi scarmigliate i capelli del
capo e non vi stracciate le vesti, perché non moriate e il Signore
non si adiri contro tutta la comunità; ma i vostri fratelli, tutta
la casa d'Israele, facciano pure lutto a causa della morte fulminea
inflitta dal Signore. Non vi allontanate dall'ingresso della tenda
del convegno, così che non moriate; perché l'olio dell'unzione del
Signore è su di voi". Essi fecero come Mosè aveva detto.
Il Signore parlò ad Aronne:
"Non bevete vino o bevanda inebriante né tu né i tuoi figli, quando
dovete entrare nella tenda del convegno, perché non moriate; sarà
una legge perenne, di generazione in generazione; questo perché
possiate distinguere ciò che è santo da ciò che è profano e ciò che
è immondo da ciò che è mondo e possiate insegnare agli Israeliti
tutte le leggi che il Signore ha date loro per mezzo di Mosè".
Poi Mosè disse ad Aronne, a
Eleazaro e a Itamar, figli superstiti di Aronne: "Prendete quel che
è avanzato dell'oblazione dei sacrifici consumati dal fuoco in onore
del Signore e mangiatelo senza lievito, presso l'altare; perché è
cosa sacrosanta. Dovete mangiarlo in luogo santo, perché è la parte
che spetta a te e ai tuoi figli, tra i sacrifici consumati dal fuoco
in onore del Signore: così mi è stato ordinato. Il petto della
vittima offerta da agitare secondo il rito e la coscia da elevare
secondo il rito, li mangerete tu, i tuoi figli e le tue figlie con
te in luogo mondo; perché vi sono stati dati come parte tua e dei
tuoi figli, tra i sacrifici di comunione degli Israeliti. Essi
presenteranno, insieme con le parti grasse da bruciare, la coscia
della vittima da elevare secondo il rito e il petto da agitare
secondo il rito, perché siano agitati davanti al Signore; questo
spetterà a te e ai tuoi figli con te, per diritto perenne, come il
Signore ha ordinato".
Mosè poi si informò
accuratamente circa il capro del sacrificio espiatorio e seppe che
era stato bruciato; allora si sdegnò contro Eleazaro e contro Itamar,
figli superstiti di Aronne, dicendo: "Perché non avete mangiato la
vittima espiatrice nel luogo santo, trattandosi di cosa sacrosanta?
Il Signore ve l'ha data, perché porti l'iniquità della comunità,
perché su di essa compiate l'espiazione davanti al Signore. Ecco, il
sangue della vittima non è stato portato dentro il santuario; voi
avreste dovuto mangiarla nel santuario, come io avevo ordinato".
Aronne allora disse a Mosè: "Ecco, oggi essi hanno offerto il loro
sacrificio espiatorio e l'olocausto davanti al Signore; dopo le cose
che mi sono capitate, se oggi avessi mangiato la vittima del
sacrificio espiatorio, sarebbe piaciuto al Signore?". Quando Mosè
udì questo, rimase soddisfatto.
11
Il Signore disse a Mosè e
ad Aronne: "Riferite agli Israeliti: Questi sono gli animali che
potrete mangiare fra tutte le bestie che sono sulla terra. Potrete
mangiare d'ogni quadrupede che ha l'unghia bipartita, divisa da una
fessura, e che rumina. Ma fra i ruminanti e gli animali che hanno
l'unghia divisa, non mangerete i seguenti: il cammello, perché
rumina, ma non ha l'unghia divisa, lo considererete immondo; l'ìrace,
perché rumina, ma non ha l'unghia divisa, lo considererete immondo;
la lepre, perché rumina, ma non ha l'unghia divisa, la considererete
immonda; il porco, perché ha l'unghia bipartita da una fessura, ma
non rumina, lo considererete immondo. Non mangerete la loro carne e
non toccherete i loro cadaveri; li considererete immondi.
Questi sono gli animali che
potrete mangiare fra tutti quelli acquatici. Potrete mangiare quanti
hanno pinne e squame, sia nei mari, sia nei fiumi. Ma di tutti gli
animali, che si muovono o vivono nelle acque, nei mari e nei fiumi,
quanti non hanno né pinne né squame, li terrete in abominio. Essi
saranno per voi in abominio; non mangerete la loro carne e terrete
in abominio i loro cadaveri. Tutto ciò che non ha né pinne né squame
nelle acque sarà per voi in abominio.
Fra i volatili terrete in
abominio questi, che non dovrete mangiare, perché ripugnanti:
l'aquila, l'ossìfraga e l'aquila di mare, il nibbio e ogni specie di
falco, ogni specie di corvo, lo struzzo, la civetta, il gabbiano e
ogni specie di sparviere, il gufo, l'alcione, l'ibis, il cigno, il
pellicano, la fòlaga, la cicogna, ogni specie di airone, l'ùpupa e
il pipistrello.
Sarà per voi in abominio
anche ogni insetto alato, che cammina su quattro piedi. Però fra
tutti gli insetti alati che camminano su quattro piedi, potrete
mangiare quelli che hanno due zampe sopra i piedi, per saltare sulla
terra. Perciò potrete mangiare i seguenti: ogni specie di
cavalletta, ogni specie di locusta, ogni specie di acrìdi e ogni
specie di grillo. Ogni altro insetto alato che ha quattro piedi lo
terrete in abominio! Per i seguenti animali diventerete immondi:
chiunque toccherà il loro cadavere sarà immondo fino alla sera e
chiunque trasporterà i loro cadaveri si dovrà lavare le vesti e sarà
immondo fino alla sera. Riterrete immondo ogni animale che ha
l'unghia, ma non divisa da fessura, e non rumina: chiunque li
toccherà sarà immondo. Considererete immondi tutti i quadrupedi che
camminano sulla pianta dei piedi; chiunque ne toccherà il cadavere
sarà immondo fino alla sera. E chiunque trasporterà i loro cadaveri
si dovrà lavare le vesti e sarà immondo fino alla sera. Tali animali
riterrete immondi.
Fra gli animali che
strisciano per terra riterrete immondi: la talpa, il topo e ogni
specie di sauri, il toporagno, la lucertola, il geco, il ramarro, il
camaleonte.
Questi animali, fra quanti
strisciano, saranno immondi per voi; chiunque li toccherà morti,
sarà immondo fino alla sera. Ogni oggetto sul quale cadrà morto
qualcuno di essi, sarà immondo: si tratti di utensili di legno o di
veste o pelle o sacco o qualunque altro oggetto di cui si faccia
uso; si immergerà nell'acqua e sarà immondo fino alla sera; poi sarà
mondo. Se ne cade qualcuno in un vaso di terra, quanto vi si troverà
dentro sarà immondo e spezzerete il vaso. Ogni cibo che serve di
nutrimento, sul quale cada quell'acqua, sarà immondo; ogni bevanda
di cui si fa uso, qualunque sia il vaso che la contiene, sarà
immonda. Ogni oggetto sul quale cadrà qualche parte del loro
cadavere, sarà immondo; il forno o il fornello sarà spezzato: sono
immondi e li dovete ritenere tali. Però, una fonte o una cisterna,
cioè una raccolta di acqua, sarà monda; ma chi toccherà i loro
cadaveri sarà immondo. Se qualcosa dei loro cadaveri cade su qualche
seme che deve essere seminato, questo sarà mondo; ma se è stata
versata acqua sul seme e vi cade qualche cosa dei loro cadaveri, lo
riterrai immondo. Se muore un animale, di cui vi potete cibare,
colui che ne toccherà il cadavere sarà immondo fino alla sera. Colui
che mangerà di quel cadavere si laverà le vesti e sarà immondo fino
alla sera; anche colui che trasporterà quel cadavere si laverà le
vesti e sarà immondo fino alla sera.
Ogni essere che striscia
sulla terra è un abominio; non se ne mangerà. Di tutti gli animali
che strisciano sulla terra non ne mangerete alcuno che cammini sul
ventre o cammini con quattro piedi o con molti piedi, poiché sono un
abominio. Non rendete le vostre persone abominevoli con alcuno di
questi animali che strisciano; non vi rendete immondi per causa
loro, in modo da rimaner così contaminati. Poiché io sono il
Signore, il Dio vostro. Santificatevi dunque e siate santi, perché
io sono santo; non contaminate le vostre persone con alcuno di
questi animali che strisciano per terra. Poiché io sono il Signore,
che vi ho fatti uscire dal paese d'Egitto, per essere il vostro Dio;
siate dunque santi, perché io sono santo.
Questa è la legge che
riguarda i quadrupedi, gli uccelli, ogni essere vivente che si muove
nelle acque e ogni essere che striscia per terra, perché sappiate
distinguere ciò che è immondo da ciò che è mondo, l'animale che si
può mangiare da quello che non si deve mangiare".
12
Il Signore aggiunse a Mosè:
"Riferisci agli Israeliti: Quando una donna sarà rimasta incinta e
darà alla luce un maschio, sarà immonda per sette giorni; sarà
immonda come nel tempo delle sue regole. L'ottavo giorno si
circonciderà il bambino. Poi essa resterà ancora trentatrè giorni a
purificarsi dal suo sangue; non toccherà alcuna cosa santa e non
entrerà nel santuario, finché non siano compiuti i giorni della sua
purificazione. Ma, se partorisce una femmina sarà immonda due
settimane come al tempo delle sue regole; resterà sessantasei giorni
a purificarsi del suo sangue.
Quando i giorni della sua
purificazione per un figlio o per una figlia saranno compiuti,
porterà al sacerdote all'ingresso della tenda del convegno un
agnello di un anno come olocausto e un colombo o una tortora in
sacrificio di espiazione. Il sacerdote li offrirà davanti al Signore
e farà il rito espiatorio per lei; essa sarà purificata dal flusso
del suo sangue. Questa è la legge relativa alla donna, che
partorisce un maschio o una femmina. Se non ha mezzi da offrire un
agnello, prenderà due tortore o due colombi: uno per l'olocausto e
l'altro per il sacrificio espiatorio. Il sacerdote farà il rito
espiatorio per lei ed essa sarà monda".
13
Il Signore aggiunse a Mosè
e ad Aronne: "Quando uno ha sulla pelle del corpo un tumore o una
pustola o macchia bianca che faccia sospettare una piaga di lebbra,
quel tale sarà condotto dal sacerdote Aronne o da qualcuno dei
sacerdoti, suoi figli. Il sacerdote esaminerà la piaga sulla pelle
del corpo; se il pelo della piaga è diventato bianco e la piaga
appare depressa rispetto alla pelle del corpo, è piaga di lebbra; il
sacerdote, dopo averlo esaminato, dichiarerà quell'uomo immondo. Ma
se la macchia sulla pelle del corpo è bianca e non appare depressa
rispetto alla pelle e il suo pelo non è diventato bianco, il
sacerdote isolerà per sette giorni colui che ha la piaga. Al settimo
giorno il sacerdote l'esaminerà ancora; se gli parrà che la piaga si
sia fermata senza allargarsi sulla pelle, il sacerdote lo isolerà
per altri sette giorni. Il sacerdote, il settimo giorno, lo
esaminerà di nuovo; se vedrà che la piaga non è più bianca e non si
è allargata sulla pelle, dichiarerà quell'uomo mondo: è una pustola.
Quegli si laverà le vesti e sarà mondo. Ma se la pustola si è
allargata sulla pelle, dopo che egli si è mostrato al sacerdote per
essere dichiarato mondo, si farà esaminare di nuovo dal sacerdote;
il sacerdote l'esaminerà e se vedrà che la pustola si è allargata
sulla pelle, il sacerdote lo dichiarerà immondo: è lebbra.
Quando uno avrà addosso una
piaga di lebbra, sarà condotto al sacerdote, ed egli lo esaminerà;
se vedrà che sulla pelle c'è un tumore bianco, che questo tumore ha
fatto imbiancare il pelo e che nel tumore si trova carne viva, è
lebbra inveterata nella pelle del corpo e il sacerdote lo dichiarerà
immondo; non lo terrà isolato, perché certo è immondo.
Se la lebbra si propaga
sulla pelle in modo da coprire tutta la pelle di colui che ha la
piaga, dal capo ai piedi, dovunque il sacerdote guardi, questi lo
esaminerà; se vedrà che la lebbra copre tutto il corpo, dichiarerà
mondo colui che ha la piaga: essendo tutto bianco, è mondo. Ma
quando apparirà in lui carne viva, sarà chiamato immondo. Il
sacerdote, vista la carne viva, lo dichiarerà immondo; la carne viva
è immonda: è lebbra. Ma se la carne viva ridiventa bianca, egli vada
dal sacerdote e il sacerdote lo esaminerà; se vedrà che la piaga è
ridiventata bianca, il sacerdote dichiarerà mondo colui che ha la
piaga: è mondo.
Quando uno ha avuto sulla
pelle della carne un'ulcera che sia guarita e poi, sul luogo
dell'ulcera, appaia un tumore bianco o una macchia bianca,
rosseggiante, quel tale si mostrerà al sacerdote, il quale
l'esaminerà e se vedrà che la macchia è depressa rispetto alla pelle
e che il pelo è diventato bianco, il sacerdote lo dichiarerà
immondo; è una piaga di lebbra che è scoppiata nell'ulcera. Ma se il
sacerdote, esaminandola, vede che nella macchia non ci sono peli
bianchi, che non è depressa rispetto alla pelle e che si è
attenuata, il sacerdote lo isolerà per sette giorni. Se la macchia
si allarga sulla pelle, il sacerdote lo dichiarerà immondo: è una
piaga di lebbra. Ma se la macchia è rimasta allo stesso punto, senza
allargarsi, è una cicatrice di ulcera e il sacerdote lo dichiarerà
mondo.
Quando uno ha sulla pelle
del corpo una scottatura prodotta da fuoco e su questa appaia una
macchia lucida, bianca, rossastra o soltanto bianca, il sacerdote
l'esaminerà; se vedrà che il pelo della macchia è diventato bianco e
la macchia appare depressa rispetto alla pelle, è lebbra scoppiata
nella scottatura. Il sacerdote lo dichiarerà immondo: è una piaga di
lebbra. Ma se il sacerdote, esaminandola, vede che non c'è pelo
bianco nella macchia e che essa non è depressa rispetto alla pelle e
si è attenuata, il sacerdote lo isolerà per sette giorni. Al settimo
giorno il sacerdote lo esaminerà e se la macchia si è diffusa sulla
pelle, il sacerdote lo dichiarerà immondo: è una piaga di lebbra. Ma
se la macchia è rimasta ferma nella stessa zona e non si è diffusa
sulla pelle, ma si è attenuata, è un tumore di bruciatura; il
sacerdote dichiarerà quel tale mondo, perché si tratta di una
cicatrice della bruciatura.
Quando un uomo o una donna
ha una piaga sul capo o nella barba, il sacerdote esaminerà la
piaga; se riscontra che essa è depressa rispetto alla pelle e che
v'è del pelo gialliccio e sottile, il sacerdote lo dichiarerà
immondo: è tigna, lebbra del capo o della barba. Ma se il sacerdote,
esaminando la piaga della tigna, riscontra che non è depressa
rispetto alla pelle e che non vi è pelo scuro, il sacerdote isolerà
per sette giorni colui che ha la piaga della tigna. Se il sacerdote,
esaminando al settimo giorno la piaga, vedrà che la tigna non si è
allargata e che non v'è pelo gialliccio e che la tigna non appare
depressa rispetto alla pelle, quel tale si raderà, ma non raderà il
luogo dove è la tigna; il sacerdote lo terrà isolato per altri sette
giorni. Al settimo giorno, il sacerdote esaminerà la tigna; se
riscontra che la tigna non si è allargata sulla pelle e non appare
depressa rispetto alla pelle, il sacerdote lo dichiarerà mondo; egli
si laverà le vesti e sarà mondo. Ma se, dichiarato mondo, la tigna
si è allargata sulla pelle, il sacerdote l'esaminerà; se nota che la
tigna si è allargata sulla pelle, non cercherà se vi è il pelo
giallo; quel tale è immondo. Ma se vedrà che la tigna si è fermata e
vi è cresciuto il pelo scuro, la tigna è guarita; quel tale è mondo
e il sacerdote lo dichiarerà tale.
Quando un uomo o una donna
ha sulla pelle del corpo macchie lucide, bianche, il sacerdote le
esaminerà; se vedrà che le macchie sulla pelle del loro corpo sono
di un bianco pallido, è un'eruzione cutanea; quel tale è mondo.
Chi perde i capelli del
capo è calvo, ma è mondo. Se i capelli gli sono caduti dal lato
della fronte, è calvo davanti, ma è mondo. Ma se sulla calvizie del
cranio o della fronte appare una piaga bianca tendente al rosso, è
lebbra scoppiata sulla calvizie del cranio o della fronte; il
sacerdote lo esaminerà: se riscontra che il tumore della piaga nella
parte calva del cranio o della fronte è bianco tendente al rosso,
simile alla lebbra della pelle del corpo, quel tale è un lebbroso; è
immondo e lo dovrà dichiarare immondo; la piaga è sul suo capo.
Il lebbroso colpito dalla
lebbra porterà vesti strappate e il capo scoperto, si coprirà la
barba e andà gridando: Immondo! Immondo! Sarà immondo finché avrà la
piaga; è immondo, se ne starà solo, abiterà fuori dell'accampamento.
Quando apparirà una macchia
di lebbra su una veste, di lana o di lino, nel tessuto o nel
manufatto di lino o di lana, su una pelliccia o qualunque altra cosa
di cuoio, se la macchia sarà verdastra o rossastra, sulla veste o
sulla pelliccia, sul tessuto o sul manufatto o su qualunque cosa di
cuoio, è macchia di lebbra e sarà mostrata al sacerdote. Il
sacerdote esaminerà la macchia e rinchiuderà per sette giorni
l'oggetto che ha la macchia. Al settimo giorno esaminerà la macchia;
se la macchia si sarà allargata sulla veste o sul tessuto o sul
manufatto o sulla pelliccia o sull'oggetto di cuoio per qualunque
uso, è una macchia di lebbra maligna, è cosa immonda. Egli brucerà
quella veste o il tessuto o il manufatto di lana o di lino o
qualunque oggetto fatto di pelle, sul quale è la macchia; perché è
lebbra maligna, saranno bruciati nel fuoco. Ma se il sacerdote,
esaminandola, vedrà che la macchia non si è allargata sulle vesti o
sul tessuto o sul manufatto o su qualunque oggetto di cuoio, il
sacerdote ordinerà che si lavi l'oggetto su cui è la macchia e lo
rinchiuderà per altri sette giorni. Il sacerdote esaminerà la
macchia, dopo che sarà stata lavata; se vedrà che la macchia non ha
mutato colore, benché non si sia allargata, è un oggetto immondo; lo
brucerai nel fuoco; vi è corrosione, sia che la parte corrosa si
trovi sul diritto o sul rovescio dell'oggetto. Se il sacerdote,
esaminandola, vede che la macchia, dopo essere stata lavata, è
diventata pallida, la strapperà dalla veste o dalla pelle o dal
tessuto o dal manufatto. Se appare ancora sulla veste o sul tessuto
o sul manufatto o sull'oggetto di cuoio, è una eruzione in atto;
brucerai nel fuoco l'oggetto su cui è la macchia. La veste o il
tessuto o il manufatto o qualunque oggetto di cuoio che avrai lavato
e dal quale la macchia sarà scomparsa, si laverà una seconda volta e
sarà mondo. Questa è la legge relativa alla macchia di lebbra sopra
una veste di lana o di lino, sul tessuto o sul manufatto o su
qualunque oggetto di pelle, per dichiararli mondi o immondi".
14
Il Signore aggiunse a Mosè:
"Questa è la legge da applicare per il lebbroso per il giorno della
sua purificazione. Egli sarà condotto al sacerdote. Il sacerdote
uscirà dall'accampamento e lo esaminerà; se riscontrerà che la piaga
della lebbra è guarita nel lebbroso, ordinerà che si prendano, per
la persona da purificare, due uccelli vivi, mondi, legno di cedro,
panno scarlatto e issòpo. Il sacerdote ordinerà di immolare uno
degli uccelli in un vaso di terracotta con acqua viva. Poi prenderà
l'uccello vivo, il legno di cedro, il panno scarlatto e l'issòpo e
li immergerà, con l'uccello vivo, nel sangue dell'uccello sgozzato
sopra l'acqua viva. Ne aspergerà sette volte colui che deve essere
purificato dalla lebbra; lo dichiarerà mondo e lascerà andare libero
per i campi l'uccello vivo. Colui che è purificato, si laverà le
vesti, si raderà tutti i peli, si laverà nell'acqua e sarà mondo.
Dopo questo potrà entrare nell'accampamento, ma resterà per sette
giorni fuori della sua tenda.
Il settimo giorno si raderà
tutti i peli, il capo, la barba, le ciglia, insomma tutti i peli; si
laverà le vesti e si bagnerà il corpo nell'acqua e sarà mondo.
L'ottavo giorno prenderà due agnelli senza difetto, un'agnella di un
anno senza difetto, tre decimi di efa di fior di farina,
intrisa nell'olio, come oblazione, e un log di olio; il
sacerdote che fa la purificazione, presenterà l'uomo che si purifica
e le cose suddette davanti al Signore, all'ingresso della tenda del
convegno. Il sacerdote prenderà uno degli agnelli e l'offrirà come
sacrificio di riparazione, con il log d'olio, e li agiterà
come offerta da agitare secondo il rito davanti al Signore. Poi
immolerà l'agnello nel luogo dove si immolano le vittime espiatorie
e gli olocausti, cioè nel luogo sacro poiché il sacrificio di
riparazione è per il sacerdote, come quello espiatorio: è cosa
sacrosanta. Il sacerdote prenderà sangue del sacrificio di
riparazione e bagnerà il lobo dell'orecchio destro di colui che si
purifica, il pollice della mano destra e l'alluce del piede destro.
Poi, preso l'olio dal log, lo verserà sulla palma della sua
mano sinistra; intingerà il dito della destra nell'olio che ha nella
sinistra; con il dito spruzzerà sette volte quell'olio davanti al
Signore. E del rimanente olio che tiene nella palma della mano, il
sacerdote bagnerà il lobo dell'orecchio destro di colui che si
purifica, il pollice della destra e l'alluce del piede destro, sopra
il sangue del sacrificio di riparazione. Il resto dell'olio che ha
nella palma, il sacerdote lo verserà sul capo di colui che si
purifica; così farà per lui il rito espiatorio davanti al Signore.
Poi il sacerdote offrirà il sacrificio espiatorio e compirà
l'espiazione per colui che si purifica della sua immondezza; quindi
immolerà l'olocausto. Offerto l'olocausto e l'oblazione sull'altare,
il sacerdote eseguirà per lui il rito espiatorio e sarà mondo.
Se quel tale è povero e non
ha mezzi sufficienti, prenderà un agnello come sacrificio di
riparazione da offrire con il rito dell'agitazione e compiere
l'espiazione per lui e un decimo di efa di fior di farina
intrisa con olio, come oblazione, e un log di olio. Prenderà
anche due tortore o due colombi, secondo i suoi mezzi; uno sarà per
il sacrificio espiatorio e l'altro per l'olocausto. L'ottavo giorno
porterà per la sua purificazione queste cose al sacerdote,
all'ingresso della tenda del convegno, davanti al Signore. Il
sacerdote prenderà l'agnello del sacrificio di riparazione e il
log d'olio e li agiterà come offerta da agitare ritualmente
davanti al Signore. Poi immolerà l'agnello del sacrificio di
riparazione, prenderà sangue della vittima di riparazione e bagnerà
il lobo dell'orecchio destro di colui che si purifica, il pollice
della mano destra e l'alluce del piede destro. Il sacerdote si
verserà di quell'olio sulla palma della mano sinistra. Con il dito
della sua destra spruzzerà sette volte quell'olio che tiene nella
palma sinistra davanti al Signore. Poi bagnerà con l'olio che tiene
nella palma, il lobo dell'orecchio destro di colui che si purifica,
il pollice della mano destra e l'alluce del piede destro, sul luogo
dove ha messo il sangue del sacrificio di riparazione. Il resto
dell'olio che ha nella palma della mano, il sacerdote lo verserà sul
capo di colui che si purifica, per fare espiazione per lui davanti
al Signore. Poi sacrificherà una delle tortore o uno dei due
colombi, che ha potuto procurarsi; delle vittime che ha in mano, una
l'offrirà come sacrificio espiatorio e l'altra come olocausto,
insieme con l'oblazione; il sacerdote farà il rito espiatorio
davanti al Signore per lui.
Questa è la legge relativa
a colui che è affetto da piaga di lebbra e non ha mezzi per
procurarsi ciò che è richiesto per la sua purificazione".
Il Signore disse ancora a
Mosè e ad Aronne: "Quando sarete entrati nel paese di Canaan, che io
sto per darvi in possesso, qualora io mandi un'infezione di lebbra
in una casa del paese di vostra proprietà, il padrone della casa
andrà a dichiararlo al sacerdote, dicendo: Mi pare che in casa mia
ci sia come della lebbra. Allora il sacerdote ordinerà di sgomberare
la casa prima che egli vi entri per esaminare la macchia sospetta
perché quanto è nella casa non diventi immondo. Dopo questo, il
sacerdote entrerà per esaminare la casa. Esaminerà dunque la
macchia; se vedrà che l'infezione sui muri della casa consiste in
cavità verdastre o rossastre, che appaiono più profonde della
superficie della parete, il sacerdote uscirà dalla casa, alla porta,
e farà chiudere la casa per sette giorni. Il settimo giorno il
sacerdote vi tornerà e se, esaminandola, riscontrerà che la macchia
si è allargata sulle pareti della casa, il sacerdote ordinerà che si
rimuovano le pietre intaccate e si gettino in luogo immondo, fuori
di città. Farà raschiare tutto l'interno della casa e butteranno i
calcinacci raschiati fuor di città, in luogo immondo. Poi si
prenderanno altre pietre e si metteranno al posto delle prime e si
intonacherà la casa con altra calce.
Se l'infezione spunta di
nuovo nella casa dopo che le pietre ne sono state rimosse e la casa
è stata raschiata e intonacata, il sacerdote entrerà ad esaminare la
casa; trovato che la macchia vi si è allargata, nella casa vi è
lebbra maligna; la casa è immonda. Perciò si demolirà la casa;
pietre, legname e calcinacci si porteranno fuori della città, in
luogo immondo. Inoltre chiunque sarà entrato in quella casa mentre
era chiusa, sarà immondo fino alla sera. Chi avrà dormito in quella
casa o chi vi avrà mangiato, si laverà le vesti.
Se invece il sacerdote che
è entrato nella casa e l'ha esaminata, riscontra che la macchia non
si è allargata nella casa, dopo che la casa è stata intonacata,
dichiarerà la casa monda, perché la macchia è risanata. Poi, per
purificare la casa, prenderà due uccelli, legno di cedro, panno
scarlatto e issòpo; immolerà uno degli uccelli in un vaso di terra
con dentro acqua viva. Prenderà il legno di cedro, l'issòpo, il
panno scarlatto e l'uccello vivo e li immergerà nel sangue
dell'uccello immolato e nell'acqua viva e ne aspergerà sette volte
la casa. Purificata la casa con il sangue dell'uccello, con l'acqua
viva, con l'uccello vivo, con il legno di cedro, con l'issòpo e con
lo scarlatto, lascerà andare libero l'uccello vivo, fuori città, per
i campi; così farà il rito espiatorio per la casa ed essa sarà
monda.
Questa è la legge per ogni
sorta di infezione di lebbra o di tigna, la lebbra delle vesti e
della casa, i tumori, le pustole e le macchie, per insegnare quando
una cosa è immonda e quando è monda. Questa è la legge per la
lebbra".
15
Il Signore disse ancora a
Mosè e ad Aronne: "Parlate agli Israeliti e riferite loro: Se un
uomo soffre di gonorrea nella sua carne, la sua gonorrea è immonda.
Questa è la condizione d'immondezza per la gonorrea: sia che la
carne lasci uscire il liquido, sia che lo trattenga, si tratta
d'immondezza. Ogni giaciglio sul quale si coricherà chi è affetto da
gonorrea, sarà immondo; ogni oggetto sul quale si siederà sarà
immondo. Chi toccherà il giaciglio di costui, dovrà lavarsi le vesti
e bagnarsi nell'acqua e sarà immondo fino alla sera. Chi si siederà
sopra un oggetto qualunque, sul quale si sia seduto colui che soffre
di gonorrea, dovrà lavarsi le vesti, bagnarsi nell'acqua e sarà
immondo fino alla sera. Chi toccherà il corpo di colui che è affetto
da gonorrea si laverà le vesti, si bagnerà nell'acqua e sarà immondo
fino alla sera. Se colui che ha la gonorrea sputerà sopra uno che è
mondo, questi dovrà lavarsi le vesti, bagnarsi nell'acqua e sarà
immondo fino alla sera. Ogni sella su cui monterà chi ha la gonorrea
sarà immonda. Chiunque toccherà cosa, che sia stata sotto quel tale,
sarà immondo fino alla sera. Chi porterà tali oggetti dovrà lavarsi
le vesti, bagnarsi nell'acqua e sarà immondo fino alla sera.
Chiunque sarà toccato da colui che ha la gonorrea, se questi non si
era lavato le mani, dovrà lavarsi le vesti, bagnarsi nell'acqua e
sarà immondo fino alla sera. Il vaso di terracotta toccato da colui
che soffre di gonorrea sarà spezzato; ogni vaso di legno sarà lavato
nell'acqua.
Quando chi è affetto da
gonorrea sarà guarito dal male, conterà sette giorni dalla sua
guarigione; poi si laverà le vesti, bagnerà il suo corpo nell'acqua
viva e sarà mondo. L'ottavo giorno, prenderà due tortore o due
colombi, verrà davanti al Signore, all'ingresso della tenda del
convegno, e li darà al sacerdote, il quale ne offrirà uno come
sacrificio espiatorio, l'altro come olocausto; il sacerdote compirà
per lui il rito espiatorio davanti al Signore per la sua gonorrea.
L'uomo che avrà avuto
un'emissione seminale, si laverà tutto il corpo nell'acqua e sarà
immondo fino alla sera. Ogni veste o pelle, su cui vi sarà
un'emissione seminale, dovrà essere lavata nell'acqua e sarà immonda
fino alla sera.
La donna e l'uomo che
abbiano avuto un rapporto con emissione seminale si laveranno
nell'acqua e saranno immondi fino alla sera.
Quando una donna abbia
flusso di sangue, cioè il flusso nel suo corpo, la sua immondezza
durerà sette giorni; chiunque la toccherà sarà immondo fino alla
sera. Ogni giaciglio sul quale si sarà messa a dormire durante la
sua immondezza sarà immondo; ogni mobile sul quale si sarà seduta
sarà immondo. Chiunque toccherà il suo giaciglio, dovrà lavarsi le
vesti, bagnarsi nell'acqua e sarà immondo fino alla sera. Chi
toccherà qualunque mobile sul quale essa si sarà seduta, dovrà
lavarsi le vesti, bagnarsi nell'acqua e sarà immondo fino alla sera.
Se l'uomo si trova sul giaciglio o sul mobile mentre essa vi siede,
per tale contatto sarà immondo fino alla sera. Se un uomo ha
rapporto intimo con essa, l'immondezza di lei lo contamina: egli
sarà immondo per sette giorni e ogni giaciglio sul quale si
coricherà sarà immondo.
La donna che ha un flusso
di sangue per molti giorni, fuori del tempo delle regole, o che lo
abbia più del normale sarà immonda per tutto il tempo del flusso,
secondo le norme dell'immondezza mestruale. Ogni giaciglio sul quale
si coricherà durante tutto il tempo del flusso sarà per lei come il
giaciglio sul quale si corica quando ha le regole; ogni mobile sul
quale siederà sarà immondo, come lo è quando essa ha le regole.
Chiunque toccherà quelle cose sarà immondo; dovrà lavarsi le vesti,
bagnarsi nell'acqua e sarà immondo fino alla sera. Quando essa sia
guarita dal flusso, conterà sette giorni e poi sarà monda. L'ottavo
giorno prenderà due tortore o due colombi e li porterà al sacerdote
all'ingresso della tenda del convegno. Il sacerdote ne offrirà uno
come sacrificio espiatorio e l'altro come olocausto e farà per lei
il rito espiatorio, davanti al Signore, per il flusso che la rendeva
immonda.
Avvertite gli Israeliti di
ciò che potrebbe renderli immondi, perché non muoiano per la loro
immondezza, quando contaminassero la mia Dimora che è in mezzo a
loro.
Questa è la legge per colui
che ha la gonorrea o un'emissione seminale che lo rende immondo e la
legge per colei che è indisposta a causa delle regole, cioè per
l'uomo o per la donna che abbia il flusso e per l'uomo che abbia
rapporti intimi con una donna in stato d'immondezza".
16
Il Signore parlò a Mosè
dopo che i due figli di Aronne erano morti mentre presentavano
un'offerta davanti al Signore. Il Signore disse a Mosè: "Parla ad
Aronne, tuo fratello, e digli di non entrare in qualunque tempo nel
santuario, oltre il velo, davanti al coperchio che è sull'arca;
altrimenti potrebbe morire, quando io apparirò nella nuvola sul
coperchio. Aronne entrerà nel santuario in questo modo: prenderà un
giovenco per il sacrificio espiatorio e un ariete per l'olocausto.
Si metterà la tunica sacra di lino, indosserà sul corpo i calzoni di
lino, si cingerà della cintura di lino e si metterà in capo il
turbante di lino. Sono queste le vesti sacre che indosserà dopo
essersi lavato la persona con l'acqua. Dalla comunità degli
Israeliti prenderà due capri per un sacrificio espiatorio e un
ariete per un olocausto. Aronne offrirà il proprio giovenco in
sacrificio espiatorio e compirà l'espiazione per sé e per la sua
casa. Poi prenderà i due capri e li farà stare davanti al Signore
all'ingresso della tenda del convegno e getterà le sorti per vedere
quale dei due debba essere del Signore e quale di Azazel. Farà
quindi avvicinare il capro che è toccato in sorte al Signore e
l'offrirà in sacrificio espiatorio; invece il capro che è toccato in
sorte ad Azazel sarà posto vivo davanti al Signore, perché si compia
il rito espiatorio su di lui e sia mandato poi ad Azazel nel
deserto.
Aronne offrirà dunque il
proprio giovenco in sacrificio espiatorio per sé e, fatta
l'espiazione per sé e per la sua casa, immolerà il giovenco del
sacrificio espiatorio per sé. Poi prenderà l'incensiere pieno di
brace tolta dall'altare davanti al Signore e due manciate di incenso
odoroso polverizzato; porterà ogni cosa oltre il velo. Metterà
l'incenso sul fuoco davanti al Signore, perché la nube dell'incenso
copra il coperchio che è sull'arca e così non muoia. Poi prenderà un
po' di sangue del giovenco e ne aspergerà con il dito il coperchio
dal lato d'oriente e farà sette volte l'aspersione del sangue con il
dito, davanti al coperchio. Poi immolerà il capro del sacrificio
espiatorio, quello per il popolo, e ne porterà il sangue oltre il
velo; farà con questo sangue quello che ha fatto con il sangue del
giovenco: lo aspergerà sul coperchio e davanti al coperchio.
Così farà l'espiazione sul
santuario per l'impurità degli Israeliti, per le loro trasgressioni
e per tutti i loro peccati. Lo stesso farà per la tenda del convegno
che si trova fra di loro, in mezzo alle loro impurità. Nella tenda
del convegno non dovrà esserci alcuno, da quando egli entrerà nel
santuario per farvi il rito espiatorio, finché egli non sia uscito e
non abbia compiuto il rito espiatorio per sé, per la sua casa e per
tutta la comunità d'Israele.
Uscito dunque verso
l'altare, che è davanti al Signore, compirà il rito espiatorio per
esso, prendendo il sangue del giovenco e il sangue del capro e
bagnandone intorno i corni dell'altare. Farà per sette volte
l'aspersione del sangue con il dito sopra l'altare; così lo
purificherà e lo santificherà dalle impurità degli Israeliti.
Quando avrà finito
l'aspersione per il santuario, per la tenda del convegno e per
l'altare, farà accostare il capro vivo. Aronne poserà le mani sul
capo del capro vivo, confesserà sopra di esso tutte le iniquità
degli Israeliti, tutte le loro trasgressioni, tutti i loro peccati e
li riverserà sulla testa del capro; poi, per mano di un uomo
incaricato di ciò, lo manderà via nel deserto. Quel capro,
portandosi addosso tutte le loro iniquità in una regione solitaria,
sarà lasciato andare nel deserto.
Poi Aronne entrerà nella
tenda del convegno, si toglierà le vesti di lino che aveva indossate
per entrare nel santuario e le deporrà in quel luogo. Laverà la sua
persona nell'acqua in luogo santo, indosserà le sue vesti e uscirà
ad offrire il suo olocausto e l'olocausto del popolo e a compiere il
rito espiatorio per sé e per il popolo. E farà ardere sull'altare le
parti grasse del sacrificio espiatorio.
Colui che avrà lasciato
andare il capro destinato ad Azazel si laverà le vesti, laverà il
suo corpo nell'acqua; dopo, rientrerà nel campo.
Si porterà fuori del campo
il giovenco del sacrificio espiatorio e il capro del sacrificio, il
cui sangue è stato introdotto nel santuario per compiere il rito
espiatorio, se ne bruceranno nel fuoco la pelle, la carne e gli
escrementi. Poi colui che li avrà bruciati dovrà lavarsi le vesti e
bagnarsi il corpo nell'acqua; dopo, rientrerà nel campo.
Questa sarà per voi una
legge perenne: nel settimo mese, nel decimo giorno del mese, vi
umilierete, vi asterrete da qualsiasi lavoro, sia colui che è nativo
del paese, sia il forestiero che soggiorna in mezzo a voi. Poiché in
quel giorno si compirà il rito espiatorio per voi, al fine di
purificarvi; voi sarete purificati da tutti i vostri peccati,
davanti al Signore. Sarà per voi un sabato di riposo assoluto e voi
vi umilierete; è una legge perenne. Il sacerdote che ha ricevuto
l'unzione ed è rivestito del sacerdozio al posto di suo padre,
compirà il rito espiatorio; si vestirà delle vesti di lino, delle
vesti sacre. Farà l'espiazione per il santuario, per la tenda del
convegno e per l'altare; farà l'espiazione per i sacerdoti e per
tutto il popolo della comunità. Questa sarà per voi legge perenne:
una volta all'anno, per gli Israeliti, si farà l'espiazione di tutti
i loro peccati".
E si fece come il Signore
aveva ordinato a Mosè.
17
Il Signore disse ancora a
Mosè: "Parla ad Aronne, ai suoi figli e a tutti gli Israeliti e
riferisci loro: Questo il Signore ha ordinato: Qualunque Israelita
scanna un bue o un agnello o una capra entro il campo o fuori del
campo e non lo conduce all'ingresso della tenda del convegno per
presentarlo come offerta al Signore davanti alla Dimora del Signore,
sarà considerato colpevole di delitto di sangue: ha sparso il sangue
e questo uomo sarà eliminato dal suo popolo. Perciò gli Israeliti,
invece d'immolare, come fanno, le loro vittime nei campi, li portino
al Signore, presentandoli al sacerdote all'ingresso della tenda del
convegno, e li offrano al Signore come sacrifici di comunione. Il
sacerdote ne spanderà il sangue sull'altare del Signore,
all'ingresso della tenda del convegno, e brucerà il grasso in
profumo soave per il Signore. Essi non offriranno più i loro
sacrifici ai satiri, ai quali sogliono prostituirsi. Questa sarà per
loro una legge perenne, di generazione in generazione.
Dirai loro ancora: Ogni
uomo, Israelita o straniero dimorante in mezzo a loro che offrirà un
olocausto o un sacrificio, senza portarlo all'ingresso della tenda
del convegno per immolarlo al Signore, quest'uomo sarà eliminato dal
suo popolo.
Ogni uomo, Israelita o
straniero dimorante in mezzo a loro, che mangi di qualsiasi specie
di sangue, contro di lui, che ha mangiato il sangue, io volgerò la
faccia e lo eliminerò dal suo popolo. Poiché la vita della carne è
nel sangue. Perciò vi ho concesso di porlo sull'altare in espiazione
per le vostre vite; perché il sangue espia, in quanto è la vita.
Perciò ho detto agli Israeliti: Nessuno tra voi mangerà il sangue,
neppure lo straniero che soggiorna fra voi mangerà sangue. Se uno
qualunque degli Israeliti o degli stranieri che soggiornano fra di
loro prende alla caccia un animale o un uccello che si può mangiare,
ne deve spargere il sangue e coprirlo di terra; perché la vita di
ogni essere vivente è il suo sangue, in quanto sua vita; perciò ho
ordinato agli Israeliti: Non mangerete sangue di alcuna specie di
essere vivente, perché il sangue è la vita d'ogni carne; chiunque ne
mangerà sarà eliminato. Qualunque persona, nativa del paese o
straniera, che mangerà carne di bestia morta naturalmente o
sbranata, dovrà lavarsi le vesti, bagnarsi nell'acqua e sarà immonda
fino alla sera; allora sarà monda. Ma se non si lava le vesti e il
corpo, porterà la pena della sua iniquità".
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