Macrina - Malachia Vescovo - Marciana - Marco - Margherita da Cortona - Margherita di Scozia - Margherita Maria Alacoque - MARIA, Madre di DIO - Maria Cristina Brando - Maria Egiziaca - Maria Goretti - Maria Maddalena - Maria Salome - Marina - Marta - Luigi e Zelia Martin - Martina - Martino di Tours - Massimiliano - Massimiliano Kolbe - Massimo di Napoli - Matilde - Matteo - Mattia - Maurizio - Mesia Elia - Michele Arcangelo - Monica - Nabore - Nazario - Niccolò I Papa - Nicola di Myra - Nicola di Bari - Nicola di Tolentino - Nilo di Rossano - Nilo solitario - Norberto
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(Grecia, IV sec. - Annesi, 380) |
Macrina era di famiglia greca. Tra i suoi tanti fratelli ci sono anche san Basilio Magno vescovo di Cesarea, san Gregorio vescovo di Nissa (che ha trascritto l'ultimo colloquio avuto con Macrina morente) e Pietro sacerdote e monaco. Era detta 'la giovane' per distinguerla dalla nonna, anche lei santa. La sua bellezza le procurò molti pretendenti, ma quello prescelto morì prima delle nozze. Macrina si votò alla verginità. Una volta cresciuti i fratelli, convinse la madre ad andare con lei a vivere
in Annesi, nel monastero che loro stesse avevano fondato. Quando, nel 3
73, la madre morì, Macrina divenne superiora del monastero.
Ritornando dal Concilio di Antiochia del 379, Gregorio che era diventato
vescovo di Nissa, volle passare per Annesi per far visita alla sorella,
ma la trovò in fin di vita; poterono avere solo un ultimo colloquio di
alto tenore spirituale e dopo una bellissima preghiera innalzata a Dio,
Macrina tornò alla Casa del Padre. |
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(1094 ca., - 2 novembre 1148)
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(Mauritania, IV secolo)
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Santa Marciana nata nella
Mauritania da una famiglia molto illustre sia per la nobiltà che per le
ricchezze, fu dotata inoltre di una rara bellezza. Tutti questi pregi
l'invitavano a fare una gran figura nel mondo, ma ella, che per il lume della
vera fede che professava, aveva il cuore del tutto alieno dalle
bassezze di questa terra, ne fece intero sacrificio a Gesù Cristo, cui
consacrò la sua verginità. Per meglio attendere a servire il suo celeste
Sposo abbandonò la patria, e si ritirò in altra città della Mauritania,
ove viveva sconosciuta in una povera casetta, occupata nella orazione, e
nello studio continuo di piacere al suo Dio. Non tardò molto a riportare il
premio di una vita così santa; mentre avendo con particolare impulso dello
Spirito Santo dimostrato pubblicamente il suo zelo per la
religione cristiana contro le superstizioni dei pagani, questi dopo averla tormentata,
ed anche esposta all'arbitrio di gente sfrenata, da cui restò illesa per
speciale grazia di Dio, la fecero morire sbranata dalle fiere nel pubblico
anfiteatro; e congiunta così alla Verginità la palma del martirio,
abbandonò questa terra, da cui era stata cosi aliena in vita.
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(I secolo)
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San Marco,
scritto che ebbe il suo Vangelo, fu mandato da S. Pietro nell'Egitto a
predicare, e propagare la fede in Gesù Cristo. Dopo avere scorso varie
Province, si fermò in Alessandria, ove fece mediante la Divina grazia un
frutto grandissimo. Non potendo i pagani soffrire il discredito ed il
disprezzo in cui per la sua predicazione vedevano cadere i loro idoli, lo
cercavano per metterlo a morte; e trovatolo un giorno che offriva a Dio il
S. Sacrificio, messagli una fune al collo lo trascinarono dalla mattina alla
sera per luoghi scoscesi e dirupi, in modo che la terra rimase bagnata del
suo sangue, e la sua carne gli era a brandelli strappati dalle pietre e dai
sassi. Dalla sua bocca però non uscì parola di lamento; bensì lodi e
benedizioni al Signore, che, lo rendeva degno di patire per amor suo. Così
malconcio fu messo di notte, in carcere; ed il giorno seguente da quei
barbari di nuovo trascinato come prima per diversi luoghi aspri e scoscesi,
rese l'anima a Dio, e consumò felicemente il martirio. |
(Laviano, 1249 - Cortona, 22 febbraio 1297)
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Santa Margherita nacque nel territorio di
Perugia; e consumò la sua
gioventù offendendo Dio, e tutta dedita ai piaceri mondani. Essendo stato
ucciso colui, che era stato autore e compagno di ogni suo peccato, ella al
vedere il verminoso, e puzzolente cadavere dello stesso, mossa efficacemente
dalla Divina grazia, detestò le sue colpe, e si diede a farne la dovuta
penitenza. Fu denominata Margherita da Cortona, perché in quella città,
sotto la direzione dei Religiosi Francescani, vestì l'abito di Terziaria,
attendendo con assiduo studio ai digiuni, alle orazioni, ed alle
mortificazioni del suo corpo; rendendosi così insigne nella penitenza, come
era stata gran peccatrice. Non mancò il demonio, invidioso di quel
cambiamento, di tentarla con furiosi assalti; ma ella li superò tutti
ricorrendo
a Dio con l'orazione ed implorando il patrocinio della SS. Vergine. Resasi
accetta a Dio per mezzo della penitenza, la favorì il Signore di una
sublime contemplazione, del dono delle lacrime e della cognizione dei
segreti dei cuori, servendosi di lei per richiamare molti a via di salute.
Finalmente consumata dal fuoco del Divino amore, ed estenuata dalle
penitenze, riposò in pace.
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(Ungheria, 1045 - Edimburgo, 1093)
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Santa Margherita nata in
Germania della stirpe dei Re d'Inghilterra, e ripiena delle celesti
benedizioni, si avvezzò di buon'ora a disprezzare il mondo ed a cercare di
piacere a Dio. Perciò la sua occupazione era l'orazione, la mortificazione,
e l'esercizio delle opere di misericordia verso il prossimo; e specialmente
verso gl' infermi ed i poveri, per i quali fin dalla più tenera età mostrò
un cuore di madre. Mortole il Padre, fu da Eduardo III Re d'Inghilterra suo
prozio maritata a Malcom III Re di Scozia. Le sue belle qualità
le guadagnarono il cuore del suo sposo; onde ella |
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(Vérosvres, 22 luglio 1647 - Paray-le-Monial, 17 ottobre 1690)
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Santa
Margherita Maria Alacoque (Vérosvres, Borgogna, Francia, 22 luglio 1647 - Paray-le-Monial, 17 ottobre 1690) fu una monaca e mistica francese. A circa 23 anni entrò nella comunità visitandina di Paray-le-Monial.
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(Nàzaret, I sec. a.C.)
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I Santi Anna e Gioacchino, di Nàzaret in Galilea, ebbero in età avanzata il privilegio di dare alla luce la Madre di Dio, colei che concepì per opera dello Spirito Santo il Salvatore del mondo: Maria!
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(Napoli, 1° maggio 1856 - Casoria, 20 gennaio 1906)
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Madre Maria Cristina BRANDO,
fondatrice delle Suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato di Casoria,
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(V secolo)
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Santa Maria Egiziaca d'anni
dodici si partì dall'Egitto sua terra nativa, e se ne andò alla città di
Alessandria, dove per lo spazio di 17 anni perseverò in una vita
pubblicamente licenziosa. Portatasi in Gerusalemme per la Festa
dell'Esaltazione della S. Croce, andava con la folla del popolo alla Chiesa;
ma respinta da forza soprannaturale non poté entrarvi. Tre volte vi si provò
con la forza; ma riuscendole sempre vana la fatica, s'accorse che quello era
effetto dei suoi peccati: onde piangendo fissò gli occhi in un’immagine
della Beata Vergine, a cui contrita si raccomandò, promettendole di far
penitenza dei commessi errori; e subito ricevé la grazia di poter entrare
nel Tempio. Toccata da Dio nel cuore ed invitata da voce Angelica, si portò
di là dal fiume Giordano in luogo solitario, ed ivi per 47 anni, senza
vedere mai persona vivente, fece rigorosa penitenza delle sue colpe. Con il
ricorrere alla Beata Vergine superò grandissime tentazioni, che a causa dei
suoi antichi peccati gli erano mosse dal demonio contro la santa castità.
Prima della sua morte fu visitata
da Zosimo gran servo del Signore, il quale le portò il SS. Sacramento, di
cui cibata morì.
(Dai
Bollandisti).
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(Corinaldo, Ottobre 1890 - Nettuno, 6 luglio 1902)
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Santa Maria Goretti, di umili origini contadine, si trasferì con tutta la famiglia nella periferia di Roma, alla ricerca di lavoro. Il padre, Luigi, dopo quattro anni di duro lavoro in un ambiente insalubre, morì lasciando moglie e sei figli, di cui Maria era la seconda. Toccò a lei prendersi cura dei piccoli, mentre la madre era costretta a lavorare tutto il giorno nei campi per sfamare la famigliola. Maria espresse presto il desiderio di prendere la Prima Comunione, ed alla madre che le faceva presente che bisognava saper leggere e scrivere, rispose che c'era una signora disposta ad insegnarle. Rimaneva il problema dell'abito, delle scarpe e delle altre cose necessarie per la cerimonia; ma un benefattore, vedendola superare brillantemente l'esame dell'Arciprete di Nettuno, le offrì tutto il necessario. La famiglia di Maria divideva l'alloggio con un'altra famiglia, senza madre e con il padre ubriacone. Il figlio Alessandro insidiava Maria quando rimanevano soli, ma la giovinetta, allora dodicenne, avrebbe preferito morire, anziché peccare. E purtroppo così avvenne: un giorno, lasciando i campi dove erano tutti al lavoro, il giovane rientrò in casa e tentò di abusare, con la forza, di lei. Esasperato dalla sua resistenza, la colpì ripetutamente con un coltello; e Maria venne ritrovata immersa nel suo sangue. Trasportata al vicino ospedale, ebbe il tempo di perdonare il suo assassino e di esprimere il desiderio di poterlo un giorno vedere in Paradiso assieme a lei. Alessandro fu condannato a trent'anni di carcere, ma non mostrò alcun segno di pentimento, fino a quando il Vescovo della diocesi, monsignor Blandini non si recò a fargli visita in carcere per riferirgli le ultime parole di Maria. Il giovane, che aveva inizialmente accolto in malo modo il prelato, impallidì ed incominciò a ripetere: "Non è possibile!" Gli vennero condonati tre anni per buona condotta, e, uscito di prigione, si recò a chiedere perdono, inginocchiandosi davanti alla mamma della piccola vittima, per il suo folle gesto. Era il giorno di Natale del 1929. La madre di Maria ed il suo pentito carnefice si recarono a messa per pregare insieme. Papa Pio XII beatificò nell'aprile del 1947 Maria Goretti e la canonizzò nel giugno 1950, a meno di cinquant'anni dalla morte, evento rarissimo nella chiesa.
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(Galilea, I sec.)
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(I secolo)
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Santa Maria Maddalena, così detta
perché originaria del villaggio di Magdala.
Dalla Chiesa ( e in particolare da San Gregorio Magno) è stata a lungo
associata alla figura della peccatrice, cosa che ai nostri tempi viene
messa in discussione, se non negata senza riserve. Noi ci atterremo
ancora alla tradizione, per illustrare la vita di questa grande santa.
S.Luca racconta che: "Uno dei
farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del
fariseo e si mise a tavola. Ed ecco una donna, una peccatrice di quella
città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un
vasetto di olio profumato; e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo
ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con
i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato".
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(Galilea, I secolo)
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Santa Marta sorella di Maria e di Lazzaro, era una di quelle sante donne che seguivano Gesù Cristo, e che si procuravano la gloria di esser sue discepole mentre il Redentore visse su questa terra. Un giorno in cui Gesù Cristo alloggiava in casa sua, si occupava essa nel preparare ciò che era necessario per il Divino suo ospite; ma vedendo che Maria intenta ad ascoltare Gesù la lasciava sola nelle faccende domestiche, se ne lagnò con il medesimo. Allora il Salvatore le rispose: "Marta, Marta: tu sei sollecita, e ti turbi nel prenderti pensiero di molte cose; pure una cosa sola è necessaria: Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà mai tolta". Dopo qualche tempo essendole morto suo fratello Lazzaro, ella ricorse a Gesù perché lo facesse rivivere; ed in questa occasione illuminata da lume celeste rese una testimonianza, simile a quella di S. Pietro, della Divinità del Salvatore con queste parole: "Io credo, che tu sei il Cristo, il figliuolo di Dio vivo, che è venuto in questo mondo". Si crede che ella fosse una di quelle sante donne, che si trovarono presenti alla morte di Cristo, ed alle quali Gesù Cristo apparve dopo la sua resurrezione. Finalmente terminò i suoi giorni con una morte preziosa al cospetto del Signore.
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(Bordeaux, 22 agosto 1823 - Evreux, 29 luglio 1894 Gandelain, 23 dicembre 1831 - Alençon, 28 agosto 1877) |
Luigi Martin, nasce a
Bordeaux, Francia, il 22 agosto 1823. Uomo di fede e di preghiera,
nutre per
un certo tempo il desiderio della vita monastica, ma è scoraggiato
dallo studio del latino. Nel 1850 si
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(III secolo)
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Quantunque l'Imperatore
Alessandro Severo non muovesse alcuna persecuzione contro i cristiani, ai
quali anzi si mostrò favorevole, rispettando il Nome di Gesù, e le sante
massime dei Vangeli, pure non mancarono dei martiri al tempo del suo
impero, per l'odio implacabile contro i cristiani, di Ulpiano famoso
giureconsulto e Prefetto del Pretorio. Una delle più nobili vittime dei
furore
di costui fu S. Martina Romana. Questa, e per la
nascita illustre, e per l'abbondanza delle ricchezze, e per le sue
rare doti si era resa celebre in Roma, ed aveva intenzione di farvi una
gran figura; ma la S. Verginella che ai piaceri e diletti mondani, ed alle
vane speranze della terra anteponeva la Divina grazia, la sua verginale
purezza, e la speranza dei beni eterni del cielo, illuminata da Dio, e
confortata dal suo possente aiuto seppe disprezzare tutto ciò che di
lusinghiero le offriva il mondo e chi tentava di sedurla; e non temé di
perdere
con un generoso martirio la vita per restare fedele al celeste suo
Sposo, nelle cui braccia amorose andò a godere gioie eterne.
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(Sabaria, 316 - Condat, 397)
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San Martino nacque in
Sabaria città della Pannonia, e fu dai suoi genitori obbligato ad
esercitare il mestiere delle armi; ma esatto a tutti i suoi doveri, mostrava in
tutte le sue azioni che
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(Lima, 1579 - 3 novembre 1639)
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San Martino de Porres, molto popolare in Sudamerica, nacque a Lima da uno spagnolo bianco e da una africana. Per il colore della sua pelle, il padre si rifiutò di riconoscerlo, e per lo stesso motivo non ebbe un'infanzia felice: metà nero e metà bianco, era disprezzato da tutti. Abile barbiere ed infermiere, prestava gratuitamente la sua opera ai più poveri. A quindici anni chiese di essere ammesso nella comunità dei padri Domenicani. Sempre per il colore della sua pelle, fu ammesso solo come servo, e vi rimare nove anni, addetto ai lavori più umili e sempre ultimo di tutti. Infine fu ammesso come Fratello Religioso, con l'incarico di barbiere ed infermiere; e trasformò il convento in un ospedale, perché vi portava gli ammalati che non avevano dove trovare ricovero. Con l'aiuto di varie persone facoltose fondò l'Asilo della Santa Croce, dove accolse mendicanti vagabondi ed orfani. Nonostante i suoi sforzi per nasconderlo, la sua fama di santità cresceva di ora in ora, e gli ammalati gravi chiedevano che venisse a visitarli "il santo fratello Martino". Senza che si muovesse da Lima, fu visto in Cina e in Giappone, a rincuorare i missionari. Aveva una grossa ciotola dove dava da mangiare, contemporaneamente, a un gatto, un cane, un paio di colombi e svariati topi. Quando i topi nel convento diventavano troppi, li invitava ad andarsene, indicando loro la porta, e quelli uscivano ordinatamente in fila. Morì, sessantenne, dopo aver recitato il Credo e baciato il Crocifisso.
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(II secolo)
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San Massimiliano è uno di
quei tanti Santi che coi loro martirio ci insegnano il modo di combattere
con fede e con coraggio contro i nemici della nostra salute spirituale.
Nato nella Numidia in quei tempi, nei quali gli imperatori Romani non erano
ancora illuminati dal lume della vera fede, si trovava in procinto di dover
militare sotto le insegne di un principe pagano, e perciò in pericolo di
contaminare con le superstizioni degli infedeli la purezza della religione
Cristiana che professava. Essendo stato suo padre incaricato di far leva
di truppe, tralasciò di arruolarvi suo figlio Massimiliano. Accortosene,
l'Avvocato del fisco
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(Zdunska Wola, 8 gennaio 1894 - Auschwitz, 14 agosto 1941)
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San Massimiliano Kolbe - al battesimo Raimondo - nasce l'8 gennaio del 1894 a Zdunska Wola non molto lontano da Lodz (Polonia), figlio di Giulio e Maria Dabrowska.
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(
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San
Massimo, Vescovo e Martire. Ricordato dalla Chiesa Cattolica il 10 giugno (secondo altre fonti l'11 giugno) e dalla Chiesa
Ortodossa il 10 giugno secondo il vecchio calendario (corrisponde al 23 giugno).
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(Helfta, 1241 - 1298)
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Santa Matilde moglie di
Enrico Re della Germania, e madre di Ottone I Imperatore, fu molto pia e
devota anche in quel tempo, nel quale visse in compagnia del marito. Ma
dopo la morte di lui si diede tutta agli esercizi devoti, e particolarmente
all'orazione. A questo fine dopo un poco di notturno riposo, la mattina
prima che sorgesse il Sole, lasciava il letto per attendere alla
contemplazione. Passava poi dalla sua abitazione alla Chiesa, dove assisteva
alle pubbliche orazioni, ed alle sacre funzioni, con tal compostezza e
raccoglimento,
che recava edificazione a chiunque l'osservasse. Udita la Messa, visitava
gli ospedali, e consolava i poveri infermi con devoti ragionamenti, e con
abbondanti elemosine. Nel dopo pranzo ritornava all'esercizio delle opere
di misericordia, per le quali aveva grandissimo trasporto. Attendeva alla
lettura spirituale, e non lasciava di occuparsi nel lavoro per fuggire
l'ozio. Assalita dall'ultima malattia, rese devotamente lo spirito al
Signore.
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(Galilea, I secolo)
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San Matteo, detto anche
Levi,
era di nazione Galileo, e di professione pubblicano, cioè esattore.
Mentre egli stava seduto al suo banco, passò di là il Divin Redentore, e
rivolto a lui gli disse: "Seguimi". Matteo, senza tardare un
sol momento abbandonò l'uffizio che esercitava, e
seguì il Salvatore; cui per riconoscenza della speciale grazia
ricevuta fece in casa sua un solenne banchetto, al quale invitò degli altri
pubblicani. Fu poi annoverato da Gesù Cristo tra i suoi dodici Apostoli, ed
annunziò egli pure secondo l'ordine avuto dal Divin Maestro il Regno di
Dio. Dopo l’ascensione di Gesù al Cielo, ricevuto che ebbe lo Spirito
Santo, predicò in Gerusalemme e nella Giudea la fede del vero Messia; nulla
curando le contraddizioni, e gli oltraggi dei sacerdoti. In seguito si
portò nell' Etiopia, nella Persia, ed in altri paesi barbari a predicarvi
la dottrina di Gesù. Scrisse, primo tra tutti, la vita e la dottrina del
Salvatore, e diede alla sua opera il titolo di Vangelo. Finalmente coronò
il suo Apostolato con un glorioso martirio.
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(I secolo)
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S. Mattia nativo della
Galilea, fu uno dei seguaci e discepoli del Salvatore fin dal
principio,della predicazione del Vangelo. Dopo l'Ascensione di Gesù Cristo,
trattandosi di eleggere un altro Apostolo in luogo dell'empio Giuda, due
ne furono proposti, uno dei quali fu S. Mattia sopra cui cadde la sorte
per divina elezione, da tutti implorata antecedentemente con ferventi
orazioni. Ricevé il nostro Santo poco dopo con gli altri la pienezza dello
Spirito Santo nel giorno della Pentecoste. Quindi egli pure si accinse alla
predicazione del S. Vangelo, e alla diffusione della fede di Gesù
Cristo. Non solo con le parole, ma molto più con l'esempio; secondo San
Clemente di Alessandria, predicava la macerazione della carne, e la
mortificazione
dei sensi: proponeva la fortificazione dell'anima con la fede, e con la
conoscenza, sempre maggiore, della verità; con l'amore, e con la pratica
delle virtù evangeliche. Non mancò a questo Santo l'occasione di far
conoscere quanto egli aborrisse l'offesa a Dio, mentre preferì morire fra
i tormenti piuttosto che acconsentire alle insinuazioni di chi voleva
fargli abbandonare la fede in Gesù Cristo.
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(III secolo)
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San Maurizio era Tribuno di
una legione di soldati chiamata Tebea, formata tutta di cristiani pieni di
fede e di religione, che erano diligenti a fare il loro dovere, e ad
adempiere gli obblighi del proprio stato. L' Imperatore Massimiano nel
condurre l’esercito nelle Gallie in un luogo vicino alle Alpi, ordinò
certi sacrifici alle sue false divinità, ai quali volle che tutti
assistessero. Ma la legione Tebea rifiutò d' intervenirvi; onde
l’Imperatore, irritato, comandò che fosse decimata. Terminata l’
esecuzione, gli altri che erano rimasti professarono d' essere Cristiani,
e di non voler prender parte all'empietà. Irritato maggiormente Massimiano
da questa protesta, comandò che la legione fosse decimata di nuovo,
sperando però di poterli sottomettere, ma avendoli visti irremovibili prese
la barbara risoluzione di farli tutti morire; quindi ordinò a una parte
dell' esercito di marciar contro di loro, di metterli in mezzo, e di
tagliarli a pezzi, il che fu barbaramente eseguito. La memoria di questi
generosi campioni di Gesù Cristo è rimasta in gran venerazione, e molte
città si gloriano di posseder le loro reliquie.
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(Lazio, III sec. - 305 circa)
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Santa Mesia Elia martire, matrona dell'alta società romana, fu martirizzata durante la persecuzione dell'imperatore Diocleziano. Poche le notizie certe su di lei; Convertita alla fede cristiana in quel tempo di persecuzione nascose e accudì numerosi ricercati nella sua abitazione. Scoperta ed arrestata, confermò la sua fede e in quanto cittadina romana fu decapitata dopo aver rifiutato di sacrificare agli idoli. Il suo corpo fu rinvenuto nelle catacombe di S. Priscilla, assieme a un'ampolla con il suo sangue e a una lapide con l'iscrizione: Mesia Elia spiritus in pace. Dal 1804 (pontificato di Pio VII) le sue reliquie riposano nella chiesa del Castello di Alvito (FR), dove è murata anche la lapide. (Dal Can. Don Vincenzo Pizzuti - S. Mesia Elia Martire - 1982).
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-Al di là del tempo e dello spazio-
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San
Michele Arcangelo, e tutti gli altri Santi
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(Cartagine, 332 - Ostia, 387)
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Santa Monica Africana ebbe
per marito un uomo pagano, e intrattabile: ma con la sua ubbidiente
soggezione e perseverante pazienza operò tanto, che questi abbandonò i
suoi errori, convertendosi alla vera conoscenza di Dio. Dopo la morte del
marito non faceva altro che piangere, supplicando il Signore per la salute di
Agostino suo figlio, il quale allora era infetto della eresia dei manichei.
Ricorse un giorno ad un Santo Vescovo Africano per comunicargli la ragione
delle sue lacrime, ed egli consolandola le disse:
State
di buona voglia, perché è impossibile
che
un figliuolo, che vi costa tante lagrime possa perdersi. Essendo
Agostino partito per l’Italia, ella lo seguì, e lo trovò in Milano; ove
Iddio per mezzo delle lezioni di S. Ambrogio operò la sua mirabile
conversione,
e consolò le 1acrime di S. Monica, facendo del figlio addirittura uno dei
Padri
della Chiesa. Vicina a morte, diceva al medesimo Agostino: Io non ho più
che fare in questa terra: desideravo dal Signore la grazia di vederti
Cattolico; ora che l' ho ricevuta , non ho altro pensiero che l'Eternità; e,
poco dopo, con una morte felice, passò a godere la ricompensa preparata alle
sue fatiche ed alle sue zelanti lacrime.
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(NordAfrica, ? - Lodi Vecchio, IV sec.)
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San Nabore fu un soldato di origine nordafricana che venne a Milano come mercenario dove conobbe finalmente la fede cristiana. |
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(Roma, 37ca. - 76)
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San Nazario o Nazaro
è un santo martire del I secolo. Viene ricordato insieme al suo giovane discepolo San Celso con il quale subì il martirio. La Chiesa li festeggia il 28 luglio.
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(III sec.)
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(Roma, 820 ca. - 13 novembre 867)
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San
Niccolò I , talvolta erroneamente chiamato Papa Nicola I, fu Papa dal 24 aprile 858 alla sua morte.
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(Pàtara di Licia, III secolo - Myra 6 dicembre 343)
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(S. Angelo in Pontano, 1245-10 settembre 1305)
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(Rossano Calabro, 910 - Grottaferrata, 26 settembre 1004)
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S. Nilo nacque in Rossano nella Calabria. Lasciatosi adescare dai piaceri del secolo s'invaghì d'una donzella molto venusta, e tenne con essa per qualche tempo illecito commercio. Avendolo il Signore visitato con una grave infermità, il timore della morte e del divino giudizio, che gli sovrastava per tutta l'eternità, lo fece risolvere di voltar le spalle al mondo, e di abbracciare la vita monastica. Si ritirò infatti in un Monastero del suo paese, e cominciò a battere con gran fervore di spirito la carriera della penitenza; ma desideroso di praticare una vita più austera, si nascose in una spelonca poco distante del suo Monastero, e quivi condusse un genere di vita più angelica, che umana. Dopo 40 anni abbandonò quella solitudine e fissò la sua dimora nel deserto dei Serpenti. Quivi fu visitato dall'Imperatore Ottone III; ed esortato da lui a domandargli qualche grazia: Altra grazia, rispose, non vi domando, se non che salviate l'anima vostra. Giunto S. Nilo all'età di 95 anni, placidamente mori nel Monastero di Grotta Ferrata vicino a Frascati, ordinando ai suoi Monaci, che subito che fosse spirato, seppellissero il suo corpo senza alcuna pompa funebre. (Dai Bollandisti).
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(IV sec. - Ancyra, 430 circa)
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(Xanten, 1080 - Magdeburgo 1134)
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San Norberto nobile di origini, per essere spiritoso e dotato di belle fattezze di corpo fu caro a molti Principi che l'accolsero fra i loro favoriti. Ma egli annoiato della vanità delle cose mondane, lasciò le corti dei principi per servire al celeste Monarca. Fattosi dunque Sacerdote, crebbe tanto nella perfezione e nella Santità, che meritò di essere strumento della divina Provvidenza nella fondazione dell' Ordine Premostratense. Animò i suoi religiosi, al servizio di Dio con Sante regole, e con il suo buon esempio. Creato poscia Arcivescovo di Magdeburgo, non cessò di essere umile, ed amico della povertà; portandosi alla sua Chiesa Arcivescovile a piedi scalzi, e vestito di povere vesti; onde il portinaio, che lo stimò un povero mendico, si oppose al suo ingresso: ma poscia riconosciuto per quello che egli era, fu accolto con grande onore. Allora egli rivolto al portinaio gli disse: "Non hai fatto errore alcuno; e tu mi hai conosciuto per quel miserabile, che sono". Nell'esercizio della sua nuova dignità il Santo adempi fino alla morte il compito di un Vescovo che ama il suo popolo, e che vuoi farne un popolo di santi. Giunto alla fine della sua vita, piamente morì. (Dai Bollandisti).
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