Gabriele Arcangelo - Gaetano Thiene - Galgano - Galla Romana - Gallo Abate - Gaspare del Bufalo - Gaudenzio - Geltrude - Gemma Galgani - Genesio - Gennaro - Genoveffa - Gerardo - Gertrude la Grande - Giacomo Alberione - Giacomo il Maggiore - Giacomo il Minore - Giacomo di Nisibi - Gianna Beretta - Giorgio - Giovanna d'Arco - Giovanni ( Evangelista) - Giovanni XXIII - Giovanni Battista - Giovanni Bosco - Giovanni Crisostomo - Giovanni Damasceno - Giovanni de Matha - Giovanni di Dio - Giovanni Perboyre - Giovanni Paolo II Papa - Girolamo - Giulia - Giuliana Falconieri - Giuseppe - Giuseppe Calasanzio - Giuseppe da Copertino - Giuseppe Moscati - Giustino - Giustino de Jacobis - Goffredo - Gregorio Magno - Guglielmo - Guido di Anderlecht - Guido Vescovo
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-Al di là del tempo e dello spazio-
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San Gabriele è l'angelo che
annunciò alla Madonna la nascita del Salvatore: Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te". A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine".
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(Vicenza, 1480 - Napoli, 1547)
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San
Gaetano nacque dalla ragguardevole famiglia Thiene in Vicenza; ed avuta dai suoi
genitori un'educazione veramente cristiana, fedelmente ad essa
corrispose con l'esercizio di tutte le virtù. Abbracciò lo
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(Chiusdino, 1148 - Montesiepi, 3 dicembre 1181)
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San Galgano, al secolo Galgano
Guidotti, nacque probabilmente nel 1148 a Chiusdino, ora in provincia di Siena, da Guidotto e Dionigia, in una famiglia della piccola nobiltà locale, e morì il 3 dicembre 1181, giorno in cui si festeggia (alcuni autori indicano come data della morte il 30 novembre 1180).
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(Roma, VI sec.)
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S Galla Romana, figliuola di Simmaco Console nobilissimo, nel fiore di sua età rimase vedova dopo pochi mesi di maritaggio. Ripose ella dopo la morte del marito tutt' i suoi affetti nell'amore di Gesù; e bramosa di vivere castamente, non volle mai acconsentire alle seconde nozze, sebbene fosse adorna di singolari doti di corpo e di spirito. Ritirossi dunque in un Monastero di buone Religiose, il quale era contiguo alla Chiesa di S. Pietro, dove dedicò tutta la sua servitù allo Sposo delle anime caste, attendendo all'orazione, al digiuno, e ad altre opere di pietà. Ebbe occasione d'esercitarsi molto nella virtù della pazienza per un cancro venutole in una mammella, il quale, oltre al gran fetore che esalava, le dava un atrocissimo dolore. Nel colmo di questo suo male fu visitata da S. Pietro Apostolo: ma essa trascurando la sanità del corpo, si mostrò bramosa solamente di sapere lo stato dell'anima sua: onde rivolta al Santo gli disse: Mi sono stati perdonati i miei peccati? A cui rispose l'Apostolo: Sì bene: vieni pure al Paradiso. Animata da sì dolce invito da li a tre giorni riposò in pace. (Da S. Gregorio Magno).
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(Irlanda, 540 ca. - Bregenz, Svizzera, 630 ca.)
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(Roma, 6 gennaio 1786 - Roma, 28 dicembre 1837)
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San Gaspare del Bufalo, nacque da Antonio ed Annunziata
Quartieroni, fin dai primi anni si fece notare per una vita dedita
alla preghiera e alla penitenza e per segni non dubbi della chiamata alla vita religiosa. Tentò anche di fuggire di
casa per recarsi ad evangelizzare i pagani, sognando la gloria del martirio.
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(Brescia, IV-V sec.)
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(Islevio, 1222 - 1292)
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Santa
Geltrude nacque in Islevio, città della Sassonia da nobili genitori;
i quali, perché fosse educata nella pietà, la consegnarono ancor
fanciulletta di pochi anni alle monache del Monastero rodardense
dell’Ordine di S. Benedetto. Essendo giunta all'età conveniente
vestì l'abito religioso; e fatta la professione nel suddetto
monastero, comparve subito un esemplare di perfezione a tutte le sue
compagne. Dotata com’era di tutte le virtù, e di una sufficiente
abilità per intendere le divine Scritture, e le opere dei Santi
Padri, si servì di questa scienza non solo per la sua particolare
condotta, ma anche per istruzione delle sue sorelle ed anche delle
persone estranee. Si degnò il Signore di adornarla dei suoi celesti
doni, e specialmente di molte visioni e rivelazioni, delle quali ella
ne ha lasciati scritti più libri. In età di 30 anni fu eletta badessa
del suo Monastero, che resse per lungo spazio di tempo con somma
prudenza, carità e discrezione; finché di anni 70 fu chiamata dal
Signore alle celesti nozze, alle quali incessantemente aspirava il
suo cuore infiammato dell'amor di Dio. Seguì la sua morte nell'anno
1292.
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(Lucca, 12 marzo 1878 - 11 aprile 1903)
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Era una ragazzina cresciuta molto presto, maturata dall'esperienza del dolore. |
( ? - Roma, 300 ca.)
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San Genesio era capo commediante. Per eccesso del suo odio contro la
Cristiana Religione procurò d'informarsi dei riti e delle sacre
cerimonie, che la Chiesa pratica nel conferire il Battesimo , al solo
scopo di beffeggiare in pubblico teatro gli augusti misteri dei
Cristianesimo. Comparve infatti in teatro parodiando uno che fosse
infermo e richiese il Battesimo; ma in quello stesso momento Iddio gli
toccò il cuore, ed operò in maniera prodigiosa la sua
conversione. Non si dichiarò immediatamente per Cristiano, e
continuando la scena incominciata si fece battezzare, come si usa fare
nella Chiesa. In quell’atto gli apparve un Angelo, il quale tenendo
in mano un libro, in cui erano scritti tutti i suoi
peccati, lo immerse in quella medesima acqua, in cui era stato
battezzato, facendogli in seguito vedere, che i suoi peccati erano
stati tutti da quel libro cancellati. Tutto ciò negli occhi degli
spettatori passava per una buffonata, finché arrestato Genesio come
Cristiano, fu condotto innanzi all'Imperatore. Quivi manifestò la
visione avuta, e affermò d'esser veramente Cristiano. Fu sottoposto
perciò a vari tormenti, ed infine fu decapitato.
(Dal Ruinart).
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( ? - Pozzuoli, 305 ca.)
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San
Gennaro, Vescovo di Benevento, appena intese che un certo Diacono per
nome Sosio molto rispettabile per la sua
santità era prigioniero in compagnia del suo Diacono Festo, e di
Desiderio suo lettore, andò a visitarlo e consolarlo. Quindi
anch'esso con i suoi compagni fu arrestato, e condotto alla presenza
del giudice, il quale chiese loro di che religione fossero; ed essi
generosamente risposero d'esser Cristiani. Allora il giudice comandò
che fossero tutti insieme con Sosio esposti agli orsi nell'
Anfiteatro; ma poi mutò la sentenza condannandoli al taglio della
testa. Mentre i Santi erano condotti ad esser decapitati, tre
Cristiani chiamati Procolo, Eutiche ed Acuzio riprovarono
pubblicamente l'ingiustizia del governatore; onde furono subito
arrestati, e condannati anch'essi alla medesima pena. I Cristiani di
diversi luoghi procurarono di trasportare nel loro paese i corpi di
questi Santi Martiri, ed i Napoletani furono fatti degni di aver
quello di San Gennaro, il quale si è reso celebre per i molti
miracoli ad intercessione di lui operati dal Signore, fra i quali è
degno di menzione quello perpetuo della liquefazione del suo
sangue. (Dal Canonico Simmaco
Mazzocchi).
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(Nanterre, 422 - Parigi, 500)
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Santa
Genoveffa nacque nel territorio di Parigi: ed essendo ancor fanciulla,
per l'inclinazione che aveva alla vita religiosa, fu da S. Germano
esortata a mettere in esecuzione il suo buon proposito di conservarsi
vergine. La Santa lo fece; e per mortificare la sua carne si cibava di
pane d'orzo, e beveva solamente acqua. Restituì la vista a sua madre
, divenuta cieca in pena d'averle dato uno schiaffo, allo scopo di
farla stare in casa in un giorno di festa, in cui non voleva ch'ella
andasse alla Chiesa a fare le sue solite devozioni. Ogni qualvolta
alzava gli occhi al cielo, piangeva per effetto di
tenerezza, considerando i Beni eterni, che il Signore le aveva
preparato in Paradiso, e desiderava giungere ben presto a goderseli.
Nell'anno cinquantesimo di sua vita moderò le sue molte astinenze,
accomodandosi alla volontà dei suoi Padri spirituali, che cosi le
comandarono. Ebbe dal Signore
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(Muro Lucano, 1726 - Caposele, 16 ottobre 1755)
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San
Gerardo Majella, uomo umile e scarsamente istruito, ma capace di
leggere i pensieri e le coscienze di coloro che gli passavano a fianco,
nacque nel 1726 a Muro Lucano (PZ). Cominciò a lavorare a soli dodici anni a causa della morte del padre
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(Eisleben, 1256 ca. - Helfta, 1302)
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Santa Gertrude di
Helfta è più nota di parecchie Sante che portano lo stesso nome, e per questo viene chiamata Gertrude la Grande.
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(San Lorenzo di Fossano, 4 aprile 1884 - Albano Laziale, 26 novembre 1971)
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Nacque
a San Lorenzo di Fossano (Cuneo), il 4 aprile 1884. La sua famiglia era di condizione contadina, profondamente cristiana e laboriosa. |
(Galilea, I secolo)
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San
Giacomo, detto il Maggiore per distinguerlo dall'altro Apostolo di
questo nome, figlio di Zebedeo e di Salome, e fratello di San Giovanni
Evangelista, era pescatore di professione, e fu da Gesù Cristo chiamato
all'Apostolato allorché stava raccorciando le sue reti. Fedele nel
seguire il suo Divino Maestro, dal quale fu privilegiato in vari
incontri non altrimenti che suo fratello San Giovanni, fu testimonio
della sua Trasfigurazione. Questi due fratelli fecero chiedere dalla
madre i due primi posti nel Regno di Gesù Cristo, il quale ad essi
rivolto li interrogò, se potevano bere il calice, che Egli stava per
bere; al che essi risposero, che erano pronti a farlo. San Giacomo non
tardò molto a berlo; poiché dopo aver ricevuto con gli altri Apostoli
la pienezza dello Spirito Santo nel giorno della Pentecoste, e dopo aver
predicato con tutto lo zelo il Vangelo non solo nella Giudea, ma ancora
nelle province più lontane, e si dice fin nella Spagna, ebbe la gloria
di essere il primo fra gli Apostoli a dare il sangue e la vita per Gesù
Cristo, essendogli stato reciso il capo per ordine del Re Erode Agrippa.
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(Galilea, I secolo)
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San
Giacomo il Minore nei Vangeli viene indicato come Giacomo d'Alfeo (Matteo 10,3, Marco 3,18, Luca 6,15, Atti 1,13) uno dei dodici apostoli di Gesù Cristo. Non se ne conosce la data di nascita, la morte probabilmente per martirio nel 62.
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(Nisibi, III secolo)
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San
Giacomo nacque nella città di Nisibi, e da giovanetto s'avvezzò alla
frequenza dell'orazione e del digiuno; onde giunto all'età virile,
riuscì talmente perfetto, che meritò d'essere creato Vescovo della
sua patria. Aveva un cuore di padre verso i poveri; ma
sopra tutto si mostrava caritatevole con le povere vedove, ed altre
persone bisognose ed abbandonate. Osservando alcuni poveri la grande
liberalità di questo pio Pastore, presero occasione di cavargli dalle
mani per mezzo di una finzione qualche buona elemosina. Uno di essi
dunque finse, che l'altro suo compagno fosse morto, e perciò domandò
al Santo aiuto in danaro per poterlo seppellire. Gliene diede il Servo
di Dio; ma colui che fingeva di esser morto, per castigo del Signore
morì davvero; sebbene per le orazioni del Santo fu restituito alla
vita. Condannò insieme con altri Vescovi l'empio eresiarca Ario, e
con le sue ferventi orazioni impetrò molte grazie dal Signore a
benefizio della sua Patria. Finalmente dopo avere con grande studio
promosso l'onore di Dio, e la salute delle anime, illustre per
miracoli e per santità riposò in pace.
(Da Teodoreto).
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(Magenta, 4 ottobre 1922 - 28 aprile 1962) |
Gianna Beretta Molla nacque a Magenta (Milano), da genitori profondamente cristiani, Terziari francescani, il 4 ottobre 1922.
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(III - IV secolo)
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Non ci sono molte notizie sulla vita di san Giorgio. Si sa di certo solo che è stato un cristiano, muore martirizzato prima di Costantino, probabilmente a Lydda (presso l'odierna Tel Aviv) secondo alcune fonti nel 303.Secondo le più antiche redazioni agiografiche, è originario della Cappadocia (zona dell'odierna Turchia). Secondo la leggenda egli nasce da Geronzio, persiano, e Policromia, cappadoce, verso l'anno 280 e fin dalla concezione san Giorgio è predestinato a grandi cose; i genitori lo educano religiosamente fino al momento in cui entra nel servizio militare. Trasferitosi in Palestina, si arruola nell'esercito dell'imperatore Diocleziano e si comporta da valoroso soldato al punto che giunge a far parte della guardia del corpo dello stesso Diocleziano, divenendo ufficiale delle milizie. Il martirio avviene sotto Diocleziano stesso (che però in molte versioni è sostituito da Daciano imperatore dei Persiani), il quale convoca settantadue re per decidere che misure prendere contro i cristiani. Giorgio dona ai poveri tutti i suoi averi, e, davanti alla corte, si confessa cristiano; all'invito dell'imperatore di sacrificare agli dei si rifiuta e si sottopone al martirio. Stando invece alla leggenda, Giorgio sarebbe stato un prode cavaliere che riuscì a salvare una giovane donna dalle fauci di un drago. La leggenda era sorta al tempo delle Crociate, e probabilmente fu influenzata da una falsa interpretazione di un'immagine dell'imperatore Costantino, trovata a Costantinopoli, dove il sovrano schiacciava col piede un drago, «nemico del genere umano».
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(Sancey-le-Long, 27 novembre 1765 - Napoli, 24 agosto 1826)
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Giovanna
Antida Thouret nacque a Sancey-le-Long il 27 novembre 1765. Nel 1787 entrò nella Compagnia delle Figlie della Carità e vi rimase fino al al 1793, quando la Compagnia fu dispersa dalla rivoluzione francese. Anche durante la persecuzione, non cessò di esercitare la carità nell'assistenza ai poveri e ai malati. Fondò nel 1799 a Besançon la Congregazione delle Suore della Carità sotto la protezione di San Vincenzo de Paoli. Dopo aver fondato varie case in Francia, nel 1810, chiamata dal re, andò a Napoli con alcune suore, iniziando la fondazione anche in Italia.
Era
solita dire: "Passerei
i mari, andrei in capo al mondo se Dio lo volesse".
Morì a Napoli il 24 agosto 1826. Fu beatificata da Pio XI il 23 maggio 1926, e canonizzata il 14 gennaio 1934. |
(Domremy, Francia, 1412 - Rouen, 1431)
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Santa Giovanna, detta "d'Arc" o "la pulzella d'Orleans", giovanissima eroina francese, aveva un carattere decisamente forte. Quando aveva solo tredici anni, nel giardino di casa le apparvero San Michele Arcangelo, Santa Margherita e Santa Caterina, che la invitarono a prendere le armi per riscattare la Francia, invasa ed oppressa dagli inglesi, aiutando Carlo VIII a recuperare il suo trono. Solo dopo molte richieste, Giovanna fu ricevuta dal Re, ottenendo l'autorizzazione a costituire un piccolo esercito. Dopo alterne vicende, spinta dal suo indomito coraggio, da voci che ella sola udiva, e dall'aiuto di Dio, Giovanna riuscì a liberare Orleans cinta d'assedio perché unica città rimasta fedele al Re. Successivamente aiutò Carlo a riconquistare il resto della Francia, finché questi venne solennemente incoronato a Reims. Catturata nel 1430 dai soldati del Duca di Borgogna, fu consegnata agli inglesi, che la processarono a Rouen per eresia e stregoneria, condannandola al rogo. Beatificata nel 1920, è patrona della Francia e, ovviamente, dell'esercito francese. Per le "voci" che la guidavano, è anche considerate protettrice dei radiofonisti.
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(Galilea, I secolo)
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San Giovanni, apostolo ed evangelista, è tradizionalmente identificato come l'autore del Vangelo di Giovanni, delle tre Lettere di Giovanni e dell' Apocalisse, facenti parte del Nuovo Testamento della Bibbia. Figlio di Zebedeo, fratello di Giacomo il Maggiore, discepolo di Giovanni Battista, fu tra i primi a passare alla sequela di Gesù Cristo. Scelto da Gesù con gli altri undici, ne divenne l'apostolo prediletto, per la giovane età e per la purezza del suo cuore. Normalmente si ritiene che la designazione de il discepolo che Gesù amava, che incontriamo varie volte nel quarto vangelo, indichi l'autore dello stesso. Nell'ultima cena posò il capo sul petto di Cristo. Testimone della trasfigurazione e dell'agonia del Signore, unico apostolo presente al martirio di Gesù sulla croce, fu da questi affidato a Maria, simbolo per tutta l'umanità del Suo amore Materno. Insieme a Pietro vide il sepolcro vuoto e credette nella resurrezione del Signore. Giovanni morì in tarda età, centenario, ad Efeso, dove si era stabilito dopo la fine del suo esilio (ordinato da Diocleziano) nell'isola di Patmos, ultimo sopravvissuto dei dodici apostoli. È noto anche come Giovanni il teologo, specie presso alcune confessioni ortodosse e in ambienti gnostici. Origene (185-253) fu il primo a designare Giovanni, ultimo testimone degli eventi legati al Nazareno, con questo titolo, per la profondità teologica del suo Vangelo. Chiamato fin da tempi remoti con l'appellativo di Aquila spirituale, San Giovanni Evangelista viene rappresentato in molti luoghi di culto con il simbolo dell'aquila. Se ne celebra la festa il 27 dicembre.
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(Sotto il Monte,Bergamo,25 novembre del 1881 - Roma, 3 giugno1963)
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Angelo Giuseppe Roncalli nacque a Brusicco, da una famiglia contadina. Entrò a dieci anni nel seminario di Bergamo, dove si distinse nella fede e negli studi. Andò poi al collegio di S. Apollinare (Roma) dove, nel 1904, venne ordinato sacerdote. Acquisì una grande esperienza nella diplomazia vaticana; tra l'altro, nel 1921 cominciò a Roma il servizio di Presidente della Pontificia Opera della propagazione della fede per l’Italia . Trasferito nel 1935 in qualità di delegato apostolico in Grecia e successivamente in Turchia, palesò, in queste missioni, straordinarie qualità diplomatiche, che lo fecero diventare nunzio a Parigi e patriarca di Venezia. Nominato Cardinale nel 1953 ed eletto papa il 28 Ottobre 1958, assunse il nome di Giovanni XXIII. Nella vita di Angelo Roncalli, la radice contadina ricca di saggezza si intrecciava con la spiritualità di un autentico cristiano diventato Papa. Giovanni XXIII, nonostante fosse stato eletto per attraversare una fase di transizione, sorprese tutti per la forza delle sue scelte e la limpidezza dei suoi propositi. Il suo governo della Chiesa fu contrassegnato dal rinnovamento, che si espresse anche nella ricerca del colloquio con le altre Chiese Cristiane e nelle importanti encicliche: “Mater et Magistra” del 1961, e “Pacem in Terris” del 1963. Queste encicliche trattarono i temi: ecumenismo, dottrina sociale cristiana, diverso ordine economico mondiale e della pace. Sebbene avesse molti oppositori, particolarmente dopo l’annuncio del Concilio, non si lasciò mai andare a polemiche e non tralasciò le battute scherzose. Nel Concilio Ecumenico Vaticano II, (il primo si era tenuto nel 1870), si annullava la condanna per "Deicidio" nei confronti dell’intero popolo Ebraico, si avviava il dialogo con le Chiese Protestanti, si riformava la liturgia semplificando i riti e introducendo l’uso della lingua parlata in sostituzione del latino. Papa Giovanni venne anche definito il "Papa buono”, perché fu sempre aperto e disponibile verso tutti, particolarmente verso gli individui e le genti più povere e bisognose. Beatificato da Giovanni Paolo II il 3 Settembre 2000.
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(I secolo)
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San Giovanni, detto il Battista, era figlio di Zaccaria e di Santa Elisabetta. Elisabetta allora era nel sesto mese; questo ha permesso agli agiografi di fissare la nascita di Giovanni tre mesi dopo il concepimento di Gesù, e sei mesi prima della sua nascita; e da Sant'Agostino sappiamo che la celebrazione della nascita di Giovanni al 24 giugno era antichissima nella chiesa africana: unico santo, insieme alla Vergine Maria, di cui si celebra non solo la morte (il dies natalis, cioè la nascita alla vita eterna), ma anche la nascita terrena. La sua nascita fu annunciata dallo stesso arcangelo Gabriele che diede l'annuncio a Maria; quando questa andò a visitare Elisabetta, il nascituro balzò di gioia nel ventre materno. Sentita la chiamata del Signore, Giovanni andò a vivere nel deserto, conducendo vita di penitenza e di preghiera, secondo la tradizione ebraica del voto di nazireato: "Giovanni portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico" (Marco 1,6). Visse molti anni nel deserto, cibandosi di locuste e miele selvatico, coperto da pelli di cammello. Gesù lo definì "il più grande tra i profeti". E Giovanni riconobbe in Lui il Messia atteso da Israele. Il Battista morì a causa della sua predicazione. Egli condannò pubblicamente la condotta di Erode Antipa, che conviveva con la cognata Erodiade; il re lo fece prima imprigionare, poi, per compiacere la bella figlia di Erodiade, Salomé, che aveva ballato ad un banchetto, lo fece decapitare. La celebrazione del martirio di Giovanni Battista è fissata al 29 agosto, probabile data del ritrovamento della reliquia del capo del Battista. Secondo la tradizione, il capo del Santo è ora conservato nella Chiesa di San Silvestro a Roma. La reliquia pervenne a Roma durante il pontificato di Innocenzo II (1130-1143). La veridicità della reliquia fu dimostrata da Monsignore Iozzi. Il capo custodito a Roma è senza la mandibola, conservata nella cattedrale di S. Lorenzo di Viterbo. Infine, il piatto che secondo la tradizione avrebbe accolto la testa del Battista è custodito a Genova, nel Tesoro della Cattedrale di San Lorenzo assieme alle ceneri del Santo.
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(Castel Nuovo d'Asti, 16 agosto 1815 - Torino, 31 gennaio 1888)
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Il 25 ottobre del 1835 un ragazzo riceve la Vestizione: in quell’occasione, circondato dagli amici e dalla madre Margherita, promette di aiutare e fare del bene a tutti i ragazzi che incontrerà. Don Bosco era nato mercoledì 16 agosto 1815 ai Becchi, una frazione di poche case sparse sulle alture del Monferrato.
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(Antiochia, 345 - Comana, 407)
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San Giovanni, chiamato per la sua grande eloquenza Crisostomo, che vuol dire "bocca d'oro", nacque in Antiochia. Fin da giovanetto fece dei meravigliosi progressi negli studi; ma quando ognuno credeva che stesse per incamminarsi per la via degli impieghi, Iddio gli ispirò tale disgusto per questa via, che ad altro non pensò, che a ritirarsi dal mondo. Per compiacere sua Madre si contentò per qualche tempo della solitudine, che si era fatta nella propria casa; ma per attendere a vita più perfetta si ritirò poi sulle montagne, finché fu da S. Flaviano ordinato Prete della Chiesa di Antiochia, d'onde fu tratto per essere ordinato, suo malgrado, Vescovo di Costantinopoli. Ivi procurò d'indurre i suoi popoli al timore e all'amore di Dio. Per difesa dell'onore Divino s'oppose alle scellerate voglie d'Eudossia Imperatrice, per opera della quale tollerò gravissime persecuzioni: ma costante sempre nel suo proposito, volle piuttosto perdere la vita tra i travagli, che trascurar l'uffizio di zelante Pastore. Tutto conformato al Divino volere, morì dicendo queste parole:
"Sia gloria a Dio in ogni cosa". (Dal Tillemont). |
(Damasco, 675 - Gerusalemme, 749)
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San
Giovanni detto Damasceno dalla città di Damasco, ove nacque da
genitori Cristiani, quantunque in paese Maomettano, attese agli studi
ed alla pietà con tal successo, che seppe difendere l'onore di Dio,
della SS. Vergine e dei Santi contro l'empietà di Leone Isaurico
Imperatore, nemico dichiarato delle Sacre Immagini, e di chi le
venerava. Per disfarsi l'Imperatore di un avversario cosi potente,
inventò contro del medesimo una calunnia presso il Principe dei
Saraceni nella cui corte faceva gran figura il nostro Santo. Irritato
l'ingannato principe gli fece recidere la mano destra; supplizio che
Giovanni sopportò con rassegnazione ed ilarità. Per l'intercessione
di Maria Vergine, di cui era devotissimo , Iddio gli restituì
miracolosamente la mano; onde il suo principe convinto per tal
miracolo della sua innocenza, lo ammise di nuovo alla sua grazia, ed
alle primitive dignità; ma egli che desiderava di servire a Dio con
maggior perfezione lontano dai pericoli del mondo, e di una corte
infedele, si ritirò in un monastero, dove santamente compì i suoi
giorni. (Da Giovanni Patriarca
di Gerusalemme). |
(Fontiveros, 1542 - Medina,14.12.1591)
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San Giovanni della Croce nacque nella Diocesi di Avila nella vecchia Castiglia; e in età conveniente abbracciò l’Istituto dei Padri Carmelitani, detti dell’Osservanza nella città di Medina. Volendo professare la regola primitiva senza le mitigazioni per altro approvate, incontrò i rimbrotti, le dicerie, e le derisioni degli altri suoi Religiosi. Crescendo ogni giorno di più il suo fervore, e il suo amore per la Penitenza, pensava di passare fra i Certosini. Ma dispose la Divina Provvidenza che si trovasse in Medina Santa Teresa, la quale già da molto tempo si sentiva ispirata ad introdurre la Riforma fra i Religiosi Carmelitani. Distolse ella dunque Giovanni dal pensiero di ritirarsi nella Certosa, e lo persuase ad abbracciare la Riforma. Si vestì egli subito dell'abito datogli da Santa Teresa; si cavò ogni calzatura, e così fu il primo Carmelitano scalzo. Incredibili sono i patimenti, gli strapazzi, le ingiurie, e le villanie, che dovette soffrire per la propagazione del suo Istituto; ma tutto egli patì, ed anche di più era disposto a patire per amore del suo Crocifisso Signore. (Dalla sua Vita).
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(Faucon, 23 giugno 1160 - Roma, 12 dicembre 1213)
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San Giovanni de Matha nacque a Faucon in
Provenza il 23 giugno 1160. Fu sacerdote e fondatore dell' Ordine della
Santissima Trinità (Trinitari): dal 1679 è anche venerato come santo
dalla Chiesa.
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(Montemoro Novo, 1495 - Granada, 1550)
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San
Giovanni di Dio, spagnolo, fondatore della Religione dei Frati
detti Fatebenefratelli, nacque da genitori poveri; e perciò fu
necessitato ad esercitarsi in varie occupazioni servili per
guadagnarsi il vitto. Udì una volta predicare il V. P. Maestro Avila,
e per le parole di quel servo di Dio restò talmente infiammato d'amor
Divino, che per impulso particolare del Signore, si finse pazzo,
stracciandosi le vesti e dicendo ad alta voce i suoi peccati. Fu per
questa azione stimato veramente matto; perciò dalla plebe più minuta
villanamente come tale trattato, e condotto all’ ospedale dei pazzi.
Dimorò qualche tempo in quel luogo; e cavato che ebbe dalla sua santa
finzione quel frutto, che aveva desiderato ,si fece vedere da tutti
sano di niente; per la qual cosa licenziato da quel luogo, radunò
molti poveri , per sostentamento dei quali andava mendicando il vitto
alle case. Era devotissimo della Passione di Gesù Cristo, e zelante
della salute delle anime, procurando di togliere le zitelle, e le
donne di malaffare dal peccato,e dall'occasione del medesimo. Vicino a
morte prese in mano il Crocifisso, e postosi in ginocchio,
invocando con grandissimo fervore il suo Gesù, santamente spirò.
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(Montgesty, 5 gennaio 1802 - Outchanfou, 11 settembre 1840)
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San
Giovanni Gabriele Perboyre, nato a Montgesty il 5 gennaio 1802, fu ordinato sacerdote il 23 settembre 1826. Fu preposto alla direzione del seminario interno della Congregazione, ma desiderando ardentemente di darsi alle missioni estere volle recarsi in Cina e il 29 agosto 1832 giunse a Macao. Esercitò l'apostolato tra i cristiani nonostante i pericoli della persecuzione. Tradito da un discepolo, fu torturato a lungo e subì il martirio a Outchanfou l'11 settembre 1840. Fu beatificato il 10 novembre 1889 e canonizzato il 2 giugno 1996.
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(Wadowice (Cracovia), 18 maggio 1920 - Rom a, 2 aprile 2005)
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Karol Vojtyla Nasce a Wadowice (Kraków), in Polonia il 18 maggio 1920. Nel 1926 inizia a frequentare la Scuola Elementare, e poi il Pro-ginnasio "Marcin Wadowita". Durante tutto il corso degli studi ottiene ottimi giudizi. Negli anni 1934-1938, prime recite teatrali nel teatro scolastico di Wadowice. Nel periodo ginnasiale è presidente del Sodalizio Mariano. Agli stessi anni risale il suo primo pellegrinaggio a Częstochowa. Nel 1940 conosce Jan Tyranowski, sarto, uomo di profonda spiritualità, formatosi alla scuola carmelitana. Introdusse Wojtyła agli scritti di Giovanni della Croce e Teresa d'Avila. È impiegato in qualità di operaio nelle cave di pietra a Zakrzówek, presso Cracovia. Evita così la deportazione e i lavori forzati nel Terzo Reich germanico..Nel 1942 inizia a frequentare corsi clandestini della Facoltà di Teologia dell'Università Jagellonica come Seminarista dell'Arcidiocesi di Cracovia. Nel 1944 l'Arcivescovo Adam Stefan Sapieha lo trasferisce, insieme ad altri seminaristi clandestini, nel Palazzo dell'Arcivescovado. Vi rimarrà fino alla fine della guerra. Continua gli studi. Prende i due primi ordini minori. Il 1 novembre 1946 è ordinato sacerdote. Come nelle precedenti occasioni, riceve gli ordini sacri dalle mani dell'Arcivescovo Metropolita Adam Sapieha nella sua cappella privata. Il 29 maggio 1967 Paolo VI annuncia il prossimo Concistoro. Tra gli eletti al cardinalato vi è il nome di Karol Wojtyła. Il 16 ottobre 1978 Il Cardinale Karol Wojtyła viene eletto Papa. È il 263° Successore di Pietro. Muore il 2 aprile 2005. Invocato a furor di popolo "Santo subito", viene beatificato da benedetto XVI il 1° maggio 2011. Fin qui la biografia ufficiale ed essenziale. Adesso parliamo del nostro Papa. Parliamo del grande dono che Dio ci ha fatto, facendo salire al Pontificato Giovanni Paolo II. L'uomo che in ventisei anni di pontificato ha portato ovunque il vangelo di Gesù; primo ad adempiere alla Sue richiesta: "Andate, ed annunciate il Vangelo a tutto il mondo"; il solo, forse, a credere ancora nel Suo ritorno, l'unico a chiedersi: "Quando Gesù tornerà, avrò fatto tutto il possibile perché trovi ancora la Fede sulla terra?". Quell'uomo che abbiamo visto, aggredito dall'incalzare degli anni, resistere come una roccia alle intemperie, sostenuto da quella croce che portava visibilmente, mentre un'altra invisibile era sulle Sue spalle: la croce delle sofferenze dell'intera umanità. Quell'uomo che con un coraggio da leone e l'umiltà dell' agnello chiese perdono per tutti gli errori della chiesa: primo Papa che ha avuto il coraggio di ammetterli tutti pubblicamente, primo Papa che ha avuto l'umiltà di chiedere perdono! Uomo, Sacerdote e Papa infinitamente devoto alla Madonna; e dalla nostra Mamma amato e protetto, particolarmente in occasione dell'attentato che voleva strapparcelo anzitempo. Uomo, Sacerdote e Papa amato dai giovani, che si radunavano a migliaia da tutto il mondo, per ascoltarlo nella Giornata Mondiale della Gioventù, e a migliaia accorrevano nei Paesi che Egli visitava... Giovani che lo accoglievano con canti e inni di gioia; che ascoltavano con serietà la Sua parola, sottolineandone con scroscianti applausi i punti salienti; che Lo sentivano vicino, uno di loro, ed con ragione, perché l'Anima di quel Papa era giovane! Non sappiamo se sarete d'accordo: ma per noi che scriviamo queste righe, dopo Pietro, Giovanni Paolo II è stato il più grande Papa che sia esistito. Voglia il Signore Iddio conservarcene integro il ricordo! |
(Stridone, 346 - Betlemme, 419)
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San
Girolamo nacque in Stridone nella Dalmazia da genitori cattolici, e
assai facoltosi. Essi ebbero una particolare cura della sua
educazione, e procurarono di formarlo alla pietà non meno che alle
lettere. Vi fece il Santo i più meravigliosi progressi, e fu reputato
uno dei più eloquenti Oratori del suo tempo. Il desiderio di
perfezionarsi nelle scienze e nella pietà gli fece intraprendere
diversi viaggi; ed ebbe in tal guisa la opportunità di conoscere
uomini saggi e religiosi, della conversazione dei quali seppe molto
profittare. Ritiratosi nella solitudine di Calcide si abbandonò ai
digiuni più austeri, e a continue veglie; e gli sembrava udire il
suono di quella tromba, che deve chiamare i morti dai loro sepolcri
innanzi al tribunale di Cristo Giudice; e questo solo pensiero lo
riempiva di spavento. Portatosi a Roma, il Papa S. Damaso lo volle
tenere presso di sé per servirsi dell'opera sua, ma dopo la morte di
questo Pontefice si ritirò nella Palestina, e qui fece dello studio
della Scrittura la sua principale occupazione. Consumato infine dalle
penitenze, dagli studi e dagli anni, morì pieno di giorni e di
meriti. (Dal
Tillemont).
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S. Girolamo Emiliani, figlio di Angelo Emiliani e di Diavone Morosini, famiglie ambedue Patrizie di Venezia, fu dalla pia genitrice educato con diligenza: ma il bollore delle passioni avendo soffocati in Girolamo i buoni semi dell'educazione, fece sì ch'ei si lasciasse trasportare dalla corrente del secolo, e dalle vanità del mondo. Morto il suo genitore, ed abbracciata la milizia, crebbe la sua scostumatezza, e si avanzava ogni giorno dì più nella via della perdizione; allorché piacque alla Divina bontà di richiamarlo nella via di salute, servendosi a questo effetto della tribolazione. Fatto prigioniero dai nemici della Repubblica per la quale egli combatteva, fra gli orrori e gli stenti della prigione riconobbe l'infelice stato dell'anima sua; ed ottenuta la libertà,impiegò il resto della sua vita nel piangere e purgare i suoi passati trascorsi. Si applicò a sollevare dalle miserie il prossimo, e ad istruire la gioventù. Indi unito ad altri compagni fondò la Religione dei Somaschi per l'educazione specialmente dei poveri fanciulli orfani; ed occupato in sì pietoso esercizio, in esso perdurò con grandissimo frutto delle anime fino alla fine della sua gloriosa carriera. (Dal P.Tortora).
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(Galilea, I secolo)
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San Giuda Taddeo, uno dei Dodici Apostoli, fratello di San Giacomo Minore, figlio di Alfeo e di Maria di Cleofe, sorella della Vergine Maria e quindi cugino di Gesù. Scrisse l'ultima delle sette lettere cattoliche del Nuovo Testamento. Taddeo significa "dolce, misericordioso, amabile, generoso". Dopo la Resurrezione del Signore, inviato a propagare "la buona novella" nel mondo, Giuda Taddeo si ricongiunse in Persia con Simone ed evangelizzarono insieme la regione; con la predicazione e con i miracoli che Dio concesse loro di operare, convertirono alla Fede quelle nazioni pagane. Gli indovini e gli stregoni del posto, preoccupati e invidiosi, incitarono alla rivolta gli abitanti. Giuda e Simone si rifiutarono di sottomettersi ai loro dei e di fare sacrifici e furono martirizzati. Il martirio avvenne l'anno 70 d.C. I loro resti vennero in seguito trasportati da Babilonia a Roma e depositati nella Basilica di S. Pietro nella cappella laterale di S. Giuseppe della Penitenza.
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(Cartagine, 420 - Corsica, 22 maggio 440 ca. )
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Santa
Giulia, nata da una delle più illustri e riguardevoli famiglie di
Cartagine nei tempi in cui Genserico Re dei Vandali impadronitosi di
questa città perseguitava tutti quelli, che professavano la Cattolica
religione, fu venduta ad un mercante pagano, che la condusse in Soria.
La S. Donzella privata di tutte le sue facoltà, e di nobile che era
nata, ridotta al vile ed abbietto stato di schiava, soffrì con
rassegnazione questa umiliazione; e come si era conservata pura e
fedele a Gesù Cristo nella prosperità, cosi lo fu maggiormente nella
disgrazia. Serviva e rispettava con umiltà e rassegnazione il suo
padrone, considerando nella persona di lui Gesù Cristo medesimo, a
cui faceva conto di ubbidire. Essendo sbarcato il suo padrone, in un
viaggio che faceva, nell'isola di Corsica, si unì agli infedeli di
quell'isola per celebrare una festa in onore dei loro Dei. Quegli
empi isolani, non potendo soffrire che Giulia non si unisse con loro
nell'empietà, senza che se ne accorgesse il suo padrone la tolsero
dalla nave e, dopo vari tormenti, trovatala costante nella fede, la
crocifissero.
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(Firenze, 1270 - 1341)
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Santa Giuliana Falconieri, discendente di una nobile famiglia fiorentina, nacque per le insistenti preghiere dei suoi genitori. Il padre costruì la splendida chiesa dell'Annunziata, in Firenze. Giuliana, come elle stessa affermava, fu cresciuta più come un angelo che come un essere umano, ricevendo quindi una solida educazione religiosa. Era tale la sua modestia, che per tutta la vita, non usò mai uno specchio, né indugiò mai sul volto di un uomo. All'età di quattordici anni rifiutò un'offerta di matrimonio e si fece monaca, ricevendo l'abito dalle mani di San Filippo Benizzi. La sua santità attrasse molte novizie, insieme alle quali fondò l'Ordine delle Mantellate. Si comportava, con le sue sorelle, più come una serva che come una superiora, e manteneva, fuori dal convento, una vita di apostolica carità, convertendo peccatori, riconciliando nemici e assistendo gli ammalati. Nella sua ultima ora terrena, all'età di settanta anni, ricevette la visita dello Spirito Santo sotto forma di colomba bianca, e di Gesù, apparsole come un bellissimo bambino, che la incoronò con una ghirlanda di fiori. Le fu negata l'eucaristia per il timore che il suo stomaco devastato non la ritenesse. Allora chiese di poterla adorare, e l'ostia consacrata le fu posta sul seno. Quando Giuliana emise l'ultimo respiro, l'ostia sparì.
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(Betlemme, I secolo)
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San Giuseppe, discendente di Davide, nacque a Betlemme e si trasferì a Nazareth per esercitarvi il mestiere di falegname. Sposo della Beata Vergine Maria e padre putativo di Gesù, per la sua bontà non volle ripudiare pubblicamente la sposa, quando fu a conoscenza della sua gravidanza. Perciò Dio gli mandò un angelo, in sogno, ad avvisarlo che quanto si compiva era Sua volontà, operata per mezzo dello Spirito Santo. Giuseppe curò e protesse il piccolo Gesù come meglio non avrebbe potuto fare un padre naturale; e gli fu risparmiata la sofferenza di vederlo soffrire e morire sulla croce, perché, amorevolmente assistito dalla SS. Vergine e dallo stesso Gesù, fu richiamato alla Casa del Padre prima che l'amato figlio "adottivo" iniziasse la sua attività pubblica. Raffigurato spesso come un vecchio dai capelli bianchi, era probabilmente un uomo abbastanza giovane, nel pieno delle sue forze all'epoca della "fuga in Egitto".
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(Peralta de la Sal, 1558 - Roma, 1648)
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S.
Giuseppe Calasanzio nacque in Peralta, castello del regno di Aragona,
di nobili genitori; e predestinato fin da fanciullo dal Signore con le
Sue celesti benedizioni, s'applicò con tutta l'attenzione alle
scienze, per consacrarsi a Dio nel servizio della Chiesa. Fatto
Sacerdote adempì esattamente a tutti gli obblighi di un tal
ministero. Portatosi a Roma, dove già da qualche tempo si sentiva
interiormente da istinto celeste invitato, quivi tutto si consacrò
agli esercizi di pietà e alle opere di misericordia. Ma l'opera
principale, cui Iddio aveva fatto venire a Roma questo suo servo, era
la fondazione delle Scuole Pie; Istituto intento ad istruire la povera
gioventù non solo nelle lettere, ma ancora e molto più nella pietà.
L'inferno, tutto però fremé alla fondazione di un così pio e
vantaggioso Istituto; e fatto il Santo bersaglio di tutti i colpi più
avversi , tutte sopra di lui si scaricarono le fierissime persecuzioni
organizzategli dai suoi maligni e potenti nemici. Di tutte egli trionfò
con una pazienza ammirabile ed invitta, e provato già come oro nel
fuoco della tribolazione, in età assai vecchia placidamente
s'addormentò nel Signore.
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(Copertino, 17 giugno 1603 – Osimo, 18 settembre 1663)
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(Benevento, 1880 - Napoli, 12.04.1927)
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Nacque a Benevento il 25 luglio 1880, da un magistrato, Francesco e da una nobildonna, Rosa De Luca dei Marchesi di Roseto, settimo di nove figli.
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(Flavia Neapolis, 100 - Roma, 165)
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San
Giustino nacque nella Palestina. S’applicò di buon'ora agli studi;
ed avendo un ardente desiderio di arrivare alla conoscenza del Sommo
Bene, si affaticava nello studio della filosofia, onde si guadagnò il
nome di Filosofo. Passeggiava un giorno vicino al mare tutto intento
ai suoi studi; quando ecco gli apparve un vecchio venerando, che gli
disse non esser possibile, che da sé stesso potesse giungere al suo
intento; essendo necessario che si ponesse a leggere la S. Scrittura,
perché da quella avrebbe imparata la vera dottrina. Dopo varie
esortazioni spirituali, e dopo alcuni discorsi molto devoti sparì
quel vecchio, lasciando nel cuore di Giustino un grande desiderio di
seguire Gesù Cristo, e di abbandonare Platone con tutta la filosofia.
Fattosi dunque Cristiano e ricevuto il sacro Battesimo, divenne
fortissimo difensore della fede di Cristo, impiegando
in favore di essa la lingua, non meno, della penna; onde meritò
dal Signore come premio per il suo gran coraggio la grazia di
professare ancora col sangue d'esser Cristiano; e si acquistò in tal
modo la gloriosa palma del martirio.
(Dal Tillemont).
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(San Fele, 9 ottobre 1800 - Massaua, 31 luglio 1860)
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San
Giustino de Jacobis nacque a San Fele in Lucania il 9 ottobre 1800. Entrato nella Congregazione della Missione nel 1818 e ordinato sacerdote a Brindisi il 12 giugno 1824, si applicò intensamente all'apostolato, soprattutto a Napoli, dove nel 1836 infieriva il colera. Designato dalla Sacra Congregazione di Propaganda Fide a fondare la missione in Etiopia, si recò in Africa nel 1839, dove lavorò instancabilmente per vent'anni. Nominato prefetto Apostolico e consacrato vescovo a Massaua il 7 gennaio 1849, superò con fortezza le persecuzioni e
s9 ottobre 1800i addormentò nel Signore nella valle di Aligadè il 31 luglio 1860. Fu beatificato il 25 giugno 1939 e canonizzato il 26 ottobre 1975. |
(Soissons, 1065 circa - 1115)
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San Goffredo nacque nel distretto di Soissons città delle Gallie, e fu dai suoi genitori offerto a Dio per le mani d'un S. Abate nel Monastero di S. Quintino; il quale lo battezzò e lo accolse in seguito nel Monastero, e quando fu giunto all'età di 25 anni lo fece promuovere al sacerdozio. Non passò gran tempo, che l' arcivescovo di Rems mosso dalla fama delle virtù del Santo, lo costituì prima Abate del Monastero di Nogento, e poi lo volle ordinare Vescovo della città di Amiens. La vita irreprensibile che il S. Prelato menava, la sua pastorale sollecitudine per la santificazione del suo gregge, per quanto incontrò l'applauso delle brave persone, altrettanto gli suscitò il disgusto e l'odio dei malvagi. Pensò allora Goffredo di rinunciare al Vescovado; e di fatto partitosi di nascosto dalla sua Chiesa, si ritirò nella gran Certosa di Grenoble. Ma essendo poi stato obbligato a ritornare al governo del suo popolo, soffrì con pazienza tutte le ostilità dei nemici; finché piacque al Signore di ritirarlo dall'esilio di questa terra, e di liberarlo dalle angustie che opprimevano il suo spirito. (Dallo Stirio).
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(Roma 540 ca. - 12 marzo 604)
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San
Gregorio soprannominato il Grande a motivo delle sue gloriose azioni,
nacque di nobilissima e ricchissima famiglia romana. L’imperatore
Giustino lo creò Prefetto di Roma, una delle maggiori cariche dell'
Impero. Costituito in sì gran fortuna, diede benché giovane un
illustre e raro esempio di cristiano distaccamento dalle cose del
mondo, rinunziando a tutto, per attendere nello stato religioso, ed in
una vita solitaria e penitente all' acquisto dei beni eterni.
L'orazione, lo studio, l’austerità, e gli esercizi della perfetta
Carità verso Dio e verso il prossimo, erano le delizie di questo vaso
d' elezione. La sua umiltà corrispose alle altre virtù; e celebre lo
rese oltremodo allorché, eletto Supremo Pastore della Chiesa di Gesù
Cristo, pose tutto in opera per sfuggire a sì gran dignità,
quantunque poi gli convenisse cedere ai Divini voleri. Fu instancabile
il suo zelo per la diffusione della Fede in Gesù Cristo, né trascurò
mezzo alcuno per coltivare la Vigna del Signore alla sua cura
commessa, e per sé stesso, onde conseguire l'eterna corona in
Paradiso, ove se ne volò dopo 13 anni di Pontificato.
(Da Giovanni Macono)
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(Francia, ? - Malavalle, Siena, 1157)
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San
Guglielmo, nato in Francia, sin dalla fanciullezza fu di costumi
illibati. Fu monaco, poi Abate e infine Arcivescovo Bituricense: amò
tutte le virtù cristiane, e intraprese tutto lo studio per
praticarle; condusse sempre una vita molto austera; evitava di
trattare con gente di malaffare, dilettandosi solo di conversare e
discorrere con i servi di Dio. Era solito piangere per le sue benché
leggerissime colpe, temendo molto il Giudizio Divino, quantunque fosse
amorevole verso i gran peccatori, quando contriti ricorrevano alla
santa penitenza. Avvisato da Dio dell’ approssimarsi della morte,
ricevé con grandissima devozione i Santi Sacramenti e si raccomandò
alle orazioni dei suoi domestici, esortandoli ad amarsi
scambievolmente, di tutto cuore. Indi ritirandosi in sé stesso passò
le ultime ore della sua vita mortale in santi colloqui col suo
Signore: e poco dopo si fece stendere sulla nuda terra sopra la
cenere, ed in quell’umile posizione, data che ebbe ai circostanti la
sua benedizione, con gli occhi rivolti al cielo, spirando depositò
l'anima sua nelle mani del Signore.
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(Brabante, ? - Anderlecht, 1012)
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San
Guido nacque in un villaggio del Brabante da genitori di bassa
condizione, e assai poveri; che però essendo timorati di Dio, gli
insegnarono ad amare Iddio e di servirlo fedelmente.
Sin dall'infanzia gli inculcarono quella massima, che Tobia
ripeteva spesso al suo figliuolo : Noi siamo
poveri; ma saremo
abbastanza ricchi, se temeremo Iddio, e ci guarderemo dal peccato, Guido
se ne approfittò, e in poco tempo divenne assai virtuoso; onde non
solo non si rattristò della sua bassa e povera condizione, quando fu
in età di conoscerne il pregio; ma anzi se ne compiacque, e ringraziò
Iddio di poter essere in questa parte conforme a Gesù Cristo, nato e
vissuto povero. Nella stessa povertà in cui si trovava non cessò di
usar liberalità col suo prossimo indigente, servendosi a
tale scopo di quel tanto che gli era assegnato per suo sostentamento;
e quando non aveva che dare del suo, lo chiedeva agli altri per
soccorrere i bisognosi. Finalmente pieno di meriti andò a ricevere la
corona immortale, che si era conquistata con le sue virtù. Il suo
sepolcro poi fu onorato dal Signore con molti miracoli.
(Dai Bollandisti).
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(Acqui Terme, 1004 - 2 giugno 1070)
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I genitori di San Guido erano i signori dell'Acquesana,
nobili che discendevano dai cavalieri venuti in Italia al seguito di Rodolfo II di Borgogna nel 921. Erano
gli amministratori di un castello ricevuto in dote dall'imperatore nel territorio di Acqui (Melazzo).
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