Dal MESSAGGIO DI
GIOVANNI PAOLO II
IN PREPARAZIONE DELLA
XVII GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ
(TORONTO, 18-28 LUGLIO 2002)
Carissimi giovani!
Nella mia memoria resta vivo il ricordo dei momenti
straordinari che abbiamo vissuto insieme a Roma, durante il Giubileo
dell'Anno 2000, allorché siete venuti in pellegrinaggio presso le tombe
degli Apostoli Pietro e Paolo. In lunghe file silenziose avete varcato
la Porta Santa e vi siete preparati a ricevere il sacramento della
Riconciliazione; nella veglia serale e nella Messa del mattino a Tor
Vergata avete poi vissuto un'esperienza spirituale ed ecclesiale
intensa; rafforzati nella fede, avete fatto ritorno a casa con la
missione che vi ho affidato: divenire, in quest'aurora del nuovo
millennio, testimoni coraggiosi del Vangelo. Scoprite le vostre radici cristiane, imparate la storia
della Chiesa, approfondite la conoscenza dell'eredità spirituale che vi
è stata trasmessa, seguite i testimoni e i maestri che vi hanno
preceduto! Solo restando fedeli ai comandamenti di Dio, all'Alleanza che
Cristo ha suggellato con il suo sangue versato sulla Croce, potrete
essere gli apostoli ed i testimoni del nuovo millennio.È proprio della condizione umana e, in particolar modo,
della gioventù, cercare l'Assoluto, il senso e la pienezza
dell'esistenza. Cari giovani, nulla vi accontenti che stia al di sotto
dei più alti ideali! Non lasciatevi scoraggiare da coloro che, delusi
dalla vita, sono diventati sordi ai desideri più profondi e più
autentici del loro cuore. Avete ragione di non rassegnarvi a
divertimenti insipidi, a mode passeggere ed a progetti riduttivi. Se
conservate grandi desideri per il Signore, saprete evitare la mediocrità
e il conformismo, così diffusi nella nostra società. Quando la luce va scemando o scompare del tutto, non si
riesce più a distinguere la realtà circostante. Nel cuore della notte
ci si può sentire intimoriti ed insicuri, e si attende allora con
impazienza l'arrivo della luce dell'aurora. Cari giovani, tocca a voi
essere le sentinelle del mattino (cfr Is 21, 11-12) che
annunciano l'avvento del sole che è Cristo risorto! La luce di cui Gesù ci parla nel Vangelo è quella
della fede, dono gratuito di Dio, che viene a illuminare il cuore e a
rischiarare l'intelligenza: "Dio che disse: «Rifulga la luce dalle
tenebre», rifulse anche nei nostri cuori, per far risplendere la
conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo" (2
Cor 4,6). Ecco perché le parole di Gesù assumono uno straordinario
rilievo allorché spiega la sua identità e la sua missione: "Io
sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma
avrà la luce della vita" (Gv 8,12). Nel contesto attuale di secolarizzazione, in cui molti
dei nostri contemporanei pensano e vivono come se Dio non esistesse o
sono attratti da forme di religiosità irrazionali, è necessario che
proprio voi, cari giovani, riaffermiate che la fede è una decisione
personale che impegna tutta l'esistenza. Il Vangelo sia il grande
criterio che guida le scelte e gli orientamenti della vostra vita!
Diventerete così missionari con i gesti e le parole e, dovunque
lavoriate e viviate, sarete segni dell'amore di Dio, testimoni credibili
della presenza amorosa di Cristo. Non dimenticate: "Non si accende
una lucerna per metterla sotto il moggio" (Mt 5,15)!
Come il sale dà sapore al cibo e la luce illumina le
tenebre, così la santità dà senso pieno alla vita, rendendola
riflesso della gloria di Dio. Quanti santi, anche tra i giovani,
annovera la storia della Chiesa! Nel loro amore per Dio hanno fatto
risplendere le proprie virtù eroiche al cospetto del mondo, diventando
modelli di vita che la Chiesa ha additato all'imitazione di tutti. Tra i
molti basti ricordare: Agnese di Roma, Andreas di Phú Yên, Pedro
Calungsod, Giuseppina Bakhita, Teresa di Lisieux, Pier Giorgio Frassati,
Marcel Callo, Francisco Castelló Aleu o ancora Kateri Tekakwitha, la
giovane irochese detta "il giglio dei Mohawks". Prego il Dio
tre volte Santo che, per l'intercessione di questa folla immensa di
testimoni, vi renda santi, cari giovani, i santi del terzo millennio!
Venite a dire davanti al mondo la vostra gioia di aver incontrato
Cristo Gesù, il vostro desiderio di conoscerlo sempre meglio, il vostro
impegno di annunciarne il Vangelo di salvezza fino agli estremi confini
della terra! La mia
benedizione vi accompagna, mentre a Maria, Madre della Chiesa, affido
ciascuno di voi, la vostra vocazione e la vostra
missione.
Da Castel Gandolfo, 25
Luglio 2001
Toronto,
Downsview Park
Giovedì 25 luglio 2002
XVII
GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ
SALUTO
Cari giovani amici!
Siete convenuti a Toronto
dai cinque continenti, per celebrare la vostra Giornata Mondiale. A voi
il mio saluto gioioso e cordiale! Ho atteso con trepidazione questo
incontro, mentre dalle diverse regioni giungevano fin sul mio tavolo, in
Vaticano, gli echi consolanti delle molteplici iniziative, che hanno
segnato il vostro cammino fino ad oggi. E spesso, pur senza conoscervi,
vi ho presentati uno per uno al Signore nella preghiera: Lui vi conosce
da sempre e vi ama personalmente.
Saluto con fraterno affetto i
Signori Cardinali e Vescovi che vi accompagnano, in particolare Mons.
Jacques Berthelet, Presidente della Conferenza dei Vescovi Cattolici del
Canada, il Cardinale Aloysius Ambrozic, Arcivescovo di questa città, e il
Cardinale James Francis Stafford, Presidente del Pontificio Consiglio per
i Laici. A tutti dico: la consuetudine di vita con i vostri Pastori vi
aiuti a scoprire sempre di più e a gustare la bellezza della Chiesa
vissuta come comunione missionaria.
Ascoltando il lungo elenco dei
Paesi da cui provenite, abbiamo fatto insieme quasi il giro del mondo. Dietro
ciascuno di voi ho visto il volto dei vostri coetanei, che ho incontrato nel
corso dei miei viaggi apostolici, e che in qualche modo voi qui rappresentate.
Vi ho immaginato in cammino all'ombra della Croce del Giubileo in questo
grande pellegrinaggio giovanile che, passando di continente in continente,
vuole stringere il mondo in un abbraccio di fede e di speranza.
Oggi questo pellegrinaggio fa
tappa qui, sulle rive del lago Ontario, che richiama a noi un altro lago,
quello di Tiberiade, sulle cui rive il Signore Gesù rivolse una proposta
affascinante ai primi discepoli, alcuni dei quali erano probabilmente giovani
come voi (cfr Gv 1, 35-42).
Il Papa, che vi vuole bene, è
venuto da lontano per riascoltare insieme con voi la parola di Gesù che
ancora oggi, come è avvenuto per i discepoli in quel giorno lontano, può
infiammare il cuore di un giovane e motivare tutta la sua esistenza. Vi invito
perciò a fare delle diverse attività della Giornata Mondiale appena iniziata
un tempo privilegiato in cui ciascuno di voi, cari giovani e ragazze, si mette
in ascolto del Signore, con cuore disponibile e generoso, per diventare
"sale della terra e luce del mondo" (cfr Mt 5, 13-16).
Saluto con gioia e affetto i
giovani italiani accompagnati dai loro Vescovi.
E infine saluto i miei
connazionali venuti dalla Polonia a Toronto.
DISCORSO
Carissimi giovani!
Quella che abbiamo or ora
ascoltato è la Magna charta del cristianesimo: la pagina delle Beatitudini.
Abbiamo rivisto con gli occhi del cuore la scena di allora. Una folla di
persone attornia Gesù sulla montagna: uomini e donne, giovani e anziani, sani
e ammalati, venuti dalla Galilea, ma anche da Gerusalemme, dalla Giudea, dalle
città della Decapoli, da Tiro e Sidone. Sono tutti in attesa di una parola,
di un gesto che possa dare loro conforto e speranza.
Anche noi siamo qui raccolti,
stasera, per metterci in ascolto del Signore. Vi guardo con grande affetto:
venite da varie regioni del Canada, degli Stati Uniti, dell'America centrale e
meridionale, dell'Europa, dell'Africa, dell'Asia, dell'Oceania. Ho ascoltato
le vostre voci festose, le vostre grida, i vostri canti ed ho percepito
l'attesa profonda che pulsa nei vostri cuori: voi volete essere felici!
Cari giovani, numerose e
allettanti sono le proposte che vi sollecitano da ogni parte: molti vi parlano
di una gioia che si può ottenere con il denaro, con il successo, con il
potere. Soprattutto vi dicono di una gioia che coincide con il piacere
superficiale ed effimero dei sensi.
Cari amici, alla vostra giovane
voglia di essere felici il vecchio Papa, carico di anni ma ancora giovane
dentro, risponde con una parola che non è sua. E' una parola risuonata
duemila anni or sono. L'abbiamo riascoltata stasera: "Beati...". La
parola-chiave dell'insegnamento di Gesù è un annuncio di gioia:
"Beati...".
L'uomo è fatto per la felicità.
La vostra sete di felicità è dunque legittima. Per questa vostra attesa
Cristo ha la risposta. Egli però vi chiede di fidarvi di Lui. La gioia vera
è una conquista, che non si raggiunge senza una lotta lunga e difficile.
Cristo possiede il segreto della vittoria.
Voi conoscete gli antefatti. Li
narra il Libro della Genesi: Dio creò l'uomo e la donna in un paradiso,
l'Eden, perché li voleva felici. Il peccato sconvolse purtroppo i suoi
progetti iniziali. Dio non si rassegnò a questo scacco. Mandò il suo Figlio
sulla terra per ridare all'uomo una prospettiva di cielo ancora più bella.
Dio si fece uomo - i Padri della Chiesa lo hanno rilevato - perché l'uomo
potesse diventare Dio. Questa è la svolta epocale, che l'Incarnazione ha
impresso alla storia umana.
Dove sta la lotta? La risposta ce
la dà Cristo stesso. "Pur essendo di natura divina", ha scritto san
Paolo, Egli "non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio,
ma... assumendo la condizione di servo..., umiliò se stesso facendosi
obbediente fino alla morte" (Fil 2, 6-8). E' stata una lotta fino alla
morte. Cristo l'ha combattuta non per sé ma per noi. Da quella morte è
sbocciata la vita. La tomba del Calvario è diventata la culla dell'umanità
nuova in cammino verso la felicità vera.
Il "Discorso della
Montagna" traccia la mappa di questo cammino. Le otto Beatitudini sono i
cartelli segnaletici, che indicano la direzione da seguire. E' un cammino in
salita, ma Lui lo ha percorso per primo. Ed Egli è disposto a ripercorrerlo
con voi. Ha detto un giorno: "Chi segue me, non cammina nelle
tenebre" (Gv 8, 12). E in un'altra circostanza ha aggiunto: "Vi ho
detto queste cose, perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia
piena" (Gv 15, 11).
E' camminando con Cristo che si può
conquistare la gioia, quella vera! Proprio per questa ragione Egli vi ha
ripetuto anche oggi un annuncio di gioia: "Beati...".
Accogliendo ora la sua Croce
gloriosa, quella Croce che ha percorso insieme ai giovani le strade del mondo,
lasciate risuonare nel silenzio del vostro cuore questa parola consolante ed
impegnativa: "Beati...".
(Processione con la Croce
dell'Anno Santo)
Raccolti attorno alla Croce del
Signore, guardiamo a Lui: Gesù non si è limitato a pronunciare le
Beatitudini; le ha vissute. Ripercorrendo la sua vita, rileggendo il Vangelo,
si rimane meravigliati: il più povero dei poveri, l'essere più dolce tra gli
umili, la persona dal cuore più puro e misericordioso è proprio Lui, Gesù.
Le Beatitudini non sono che la descrizione di un volto, il suo Volto!
Al tempo stesso, le Beatitudini
descrivono il cristiano: esse sono il ritratto del discepolo di Gesù, la
fotografia dell'uomo che ha accolto il regno di Dio e vuole sintonizzare la
propria vita con le esigenze del Vangelo. A questo uomo Gesù si rivolge
chiamandolo "beato".
La gioia che le Beatitudini
promettono è la gioia stessa di Gesù: una gioia cercata e trovata
nell'obbedienza al Padre e nel dono di sé ai fratelli.
Giovani del Canada, di America e
di ogni parte del mondo! Guardando a Gesù voi potete imparare che cosa
significhi essere poveri in spirito, umili e misericordiosi; che cosa voglia
dire ricercare la giustizia, essere puri di cuore, operatori di pace.
Con lo sguardo fisso su di Lui,
voi potete scoprire la via del perdono e della riconciliazione in un mondo
spesso in preda alla violenza e al terrore. Abbiamo sperimentato con
drammatica evidenza, nel corso dell'anno passato, il volto tragico della
malizia umana. Abbiamo visto che cosa succede quando regnano l'odio, il
peccato e la morte.
Ma oggi la voce di Gesù risuona
in mezzo alla nostra assemblea. La sua è voce di vita, di speranza, di
perdono; è voce di giustizia e di pace. Ascoltiamola!
Cari amici, la Chiesa oggi guarda
a voi con fiducia e attende che diventiate il popolo delle beatitudini.
Beati voi, se sarete come Gesù
poveri in spirito, buoni e misericordiosi; se saprete cercare ciò che è
giusto e retto; se sarete puri di cuore, operatori di pace, amanti e servitori
dei poveri. Beati voi!
Solo Gesù è il vero Maestro,
solo Gesù presenta un messaggio che non muta, ma che risponde alle attese più
profonde del cuore dell'uomo, perché Lui solo sa "quello che c'è in
ogni uomo" (Gv 2,25). Oggi Egli vi chiama ad essere sale e luce del
mondo, a scegliere la bontà, a vivere nella giustizia, a diventare strumenti
di amore e di pace. La sua chiamata ha sempre richiesto una scelta tra il bene
e il male, tra la luce e le tenebre, tra la vita e la morte. Lo stesso invito
è rivolto oggi a voi che siete qui, sulle rive del lago Ontario.
Quale chiamata sceglieranno di
seguire le sentinelle del mattino? Credere in Gesù significa accogliere ciò
che Egli dice, anche se è in contro-tendenza rispetto a ciò che dicono gli
altri. Significa rifiutare le sollecitazioni del peccato, per quanto attraenti
esse siano, e incamminarsi sulla strada esigente delle virtù evangeliche.
Giovani che mi ascoltate,
rispondete al Signore con cuore forte e generoso! Egli conta su di voi. Non
dimenticate: Cristo ha bisogno di voi per realizzare il suo progetto di
salvezza! Cristo ha bisogno della vostra giovinezza e del vostro generoso
entusiasmo per far echeggiare il suo annuncio di gioia nel nuovo millennio.
Rispondete al suo appello ponendo la vostra vita a servizio di Lui nei
fratelli! Fidatevi di Cristo, perché Egli si fida di voi.
Signore Gesù Cristo, pronuncia
ancora una volta
le tue Beatitudini davanti a questi giovani,
convenuti a Toronto per la loro Giornata Mondiale.
Guarda con amore e ascolta questi
giovani cuori,
che sono disposti a rischiare il loro futuro per Te.
Tu li hai chiamati ad essere "sale della terra e luce del mondo".
Continua ad insegnare loro la
verità e la bellezza
delle prospettive da Te annunciate sulla Montagna.
Rendili uomini e donne delle
Beatitudini!
Risplenda in loro la luce della
tua sapienza,
così che con le parole e con le opere sappiano
diffondere nel mondo la luce ed il sale del Vangelo.
Fa' di tutta la loro vita un
riflesso luminoso di Te,
che sei la Luce vera, venuta in questo mondo,
perché chiunque crede in Te non muoia,
ma abbia la vita eterna!
Cari amici, ringraziamo il Signore
per il dono della giovinezza. La giovinezza viene e passa, ma resta per tutta
la vita. Grazie per il vostro ballo e buon proseguimento.
Toronto, Downsview Park
Sabato, 27 luglio 2002
VEGLIA
CON I GIOVANI
SALUTO
Giovani del mondo, cari amici!
Caro popolo delle Beatitudini
Vi saluto tutti con affetto nel
nome del Signore! Sono lieto di incontrarmi nuovamente con voi, dopo i giorni
di catechesi, di riflessione, di condivisione e di festa che avete vissuto. Ci
avviamo alla fase conclusiva della vostra Giornata Mondiale, che avrà domani
il suo coronamento nella celebrazione dell'Eucaristia.
In voi, raccolti a Toronto dai
quattro angoli della terra, la Chiesa legge il suo futuro e trova il richiamo
a quella giovinezza di cui lo Spirito di Cristo costantemente l'arricchisce.
L'entusiasmo e la gioia che manifestate sono segno del vostro amore per il
Signore e del vostro desiderio di servirlo nella Chiesa e nei fratelli.
Nei giorni scorsi, a Wadowice - la
mia città natale - si è svolto il III Forum Internazionale dei Giovani, che
ha radunato cattolici, greco-cattolici e ortodossi provenienti dalla Polonia e
dall'Europa dell'Est. Oggi, invece, sono giunti lì migliaia di giovani da
tutta la Polonia per unirsi con noi mediante la televisione e vivere insieme
questa veglia di preghiera. Permettete che li saluti in polacco:
Saluto i giovani di lingua
polacca, che così numerosi sono giunti qui dalla nostra Patria e dagli altri
Paesi del mondo, nonché le migliaia di giovani che si sono radunati a
Wadowice da tutta la Polonia e dai Paesi dell'Europa dell'Est per vivere
insieme a noi questa veglia di preghiera. A tutti auguro che questi giorni
portino abbondanti frutti di generoso slancio nell'adesione a Cristo e al suo
Vangelo.
Cari giovani amici, vi ringrazio
per la vostra presenza a Toronto, vi abbraccio di cuore e prego sempre per voi
perché ora e sempre siate il sale della terra e la luce del mondo.
Saluto con affetto i giovani
italiani qui presenti e quanti dall'Italia si uniscono a noi attraverso la
televisione. Insieme ai giovani che nelle diverse parti della terra vivono in
vari modi questa Giornata della Gioventù vogliamo circondare il mondo in un
abbraccio di fede e di amore, per proclamare la nostra fede in Cristo, amico
fedele che illumina il cammino di ogni uomo.
Nel corso della Veglia di questa
sera accoglieremo la Croce di Cristo, testimonianza dell'amore di Dio per
l'umanità. Acclameremo il Signore risorto, luce che brilla nelle tenebre.
Pregheremo con i Salmi, ripetendo le stesse parole pronunciate da Gesù quando
si rivolgeva al Padre nel corso della sua vita terrena. Esse costituiscono
ancora oggi la preghiera della Chiesa. Ascolteremo infine la Parola del
Signore, lampada per i nostri passi, luce sul nostro cammino (cfr Sal 119,
105).
Vi invito a farvi voce dei giovani
del mondo, delle loro gioie, delusioni, speranze. Guardate a Gesù, il
Vivente, e ripetetegli l'implorazione degli Apostoli: "Signore, insegnaci
a pregare". La preghiera sarà come il sale che dà sapore alla vostra
esistenza e vi orienta verso di Lui, luce vera dell'umanità.
DISCORSO
Carissimi giovani!
Quando, nell'ormai lontano 1985,
ho voluto dare inizio alle Giornate Mondiali della Gioventù, avevo nel cuore
le parole dell'Apostolo Giovanni che abbiamo ascoltato stasera: "Ciò che
noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che
noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il
Verbo della vita... noi lo annunziamo anche a voi" (cfr 1 Gv 1, 1.3). E
immaginavo le Giornate Mondiali come un momento forte nel quale i giovani del
mondo avrebbero potuto incontrare Cristo, l'eternamente giovane, ed imparare
da Lui a divenire gli evangelizzatori degli altri giovani.
Questa sera, insieme con voi,
benedico e rendo grazie al Signore per il dono fatto alla Chiesa attraverso le
Giornate Mondiali della Gioventù. Milioni di giovani vi hanno partecipato,
traendone motivazioni di impegno e di testimonianza cristiana. Ringrazio in
particolare voi, che accogliendo il mio invito vi siete raccolti qui a Toronto
per "dire davanti al mondo la vostra gioia di aver incontrato Gesù
Cristo, il vostro desiderio di conoscerlo sempre meglio, il vostro impegno di
annunciare il Vangelo di salvezza fino agli estremi confini della terra".
Il nuovo millennio si è
inaugurato con due scenari contrastanti: quello della moltitudine di
pellegrini venuti a Roma nel Grande Giubileo per varcare la Porta Santa che è
Cristo, Salvatore e Redentore dell'uomo; e quello del terribile attentato
terroristico di New York, icona di un mondo nel quale sembra prevalere la
dialettica dell'inimicizia e dell'odio.
La domanda che si impone è
drammatica: su quali fondamenta bisogna costruire la nuova epoca storica che
emerge dalle grandi trasformazioni del secolo XX? Sarà sufficiente
scommettere sulla rivoluzione tecnologica in corso, che sembra essere regolata
unicamente da criteri di produttività e di efficienza, senza un riferimento
alla dimensione religiosa dell'uomo e senza un discernimento etico
universalmente condiviso? E' giusto accontentarsi di risposte provvisorie ai
problemi di fondo e lasciare che la vita resti in balia di pulsioni istintive,
di sensazioni effimere, di entusiasmi passeggeri?
La domanda ritorna: su quali basi,
su quali certezze edificare la propria esistenza e quella della comunità cui
s'appartiene?
Cari amici, voi lo sentite
istintivamente dentro di voi, nell'entusiasmo dei vostri giovani anni, e lo
affermate con la vostra presenza qui stasera: solo Cristo è la ‘pietra
angolare’ su cui è possibile costruire saldamente l'edificio della propria
esistenza. Solo Cristo, conosciuto, contemplato e amato, è l'amico fedele che
non delude, che si fa compagno di strada e le cui parole riscaldano il cuore
(cfr Lc 24, 13-35).
Il XX secolo ha spesso preteso di
fare a meno di quella ‘pietra angolare’, tentando di costruire la città
dell'uomo senza fare riferimento a Lui ed ha finito per edificarla di fatto
contro l'uomo! Ma i cristiani lo sanno: non si può rifiutare o emarginare
Dio, senza esporsi al rischio di umiliare l'uomo.
L'attesa, che l'umanità va
coltivando tra tante ingiustizie e sofferenze, è quella di una nuova civiltà
all'insegna della libertà e della pace. Ma per una simile impresa si richiede
una nuova generazione di costruttori che, mossi non dalla paura o dalla
violenza ma dall'urgenza di un autentico amore, sappiano porre pietra su
pietra per edificare, nella città dell'uomo, la città di Dio.
Lasciate, cari giovani, che vi
confidi la mia speranza: questi ‘costruttori’ dovete essere voi! Voi siete
gli uomini e le donne di domani; nei vostri cuori e nelle vostre mani è
racchiuso il futuro. A voi Dio affida il compito, difficile ma esaltante, di
collaborare con Lui nell'edificazione della civiltà dell'amore.
Abbiamo ascoltato dalla lettera di
Giovanni - l'apostolo più giovane e forse per questo più amato dal Signore -
che "Dio è luce e in lui non ci sono tenebre" (1 Gv 1, 5). Dio, però,
nessuno l'ha mai visto, osserva san Giovanni. E' Gesù, il Figlio unigenito
del Padre, che ce l'ha rivelato (cfr Gv 1, 18). Ma se Gesù ha rivelato Dio,
ha rivelato la luce. Con Cristo, infatti, è venuta nel mondo "la luce
vera, quella che illumina ogni uomo" (Gv 1, 9).
Cari giovani, lasciatevi
conquistare dalla luce di Cristo e fatevene propagatori nell'ambiente in cui
vivete. "La luce dello sguardo di Gesù - è scritto nel Catechismo della
Chiesa Cattolica - illumina gli occhi del nostro cuore; ci insegna a vedere
tutto nella luce della sua verità e della sua compassione per tutti gli
uomini".
Nella misura in cui la vostra
amicizia con Cristo, la vostra conoscenza del suo mistero, la vostra donazione
a Lui saranno autentiche e profonde, voi sarete "figli della luce",
e diventerete a vostra volta "luce del mondo". Perciò io vi ripeto
la parola del Vangelo: "Risplenda la vostra luce davanti agli uomini,
perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è
nei cieli" (Mt 5,16).
Questa sera il Papa insieme con
voi, giovani dei vari continenti, riafferma davanti al mondo la fede che
sostiene la vita della Chiesa: Cristo è luce delle genti, Egli è morto ed è
risorto per ridare agli uomini, che camminano nel tempo, la speranza
dell'eternità. Il suo Vangelo non mortifica l'umano: ogni valore autentico,
in qualunque cultura si manifesti, è da Cristo accolto e sublimato.
Consapevole di ciò, il cristiano non può non sentir vibrare in sé la
fierezza e la responsabilità di farsi testimone della luce del Vangelo.
Proprio per questo io dico a voi
questa sera: fate risplendere la luce di Cristo nella vostra vita! Non
aspettate di avere più anni per avventurarvi sulla via della santità! La
santità è sempre giovane, così come eterna è la giovinezza di Dio.
Comunicate a tutti la bellezza
dell'incontro con Dio che dà senso alla vostra vita. Nella ricerca della
giustizia, nella promozione della pace, nell'impegno di fratellanza e di
solidarietà non siate secondi a nessuno!
Quanto è bello il canto che è
risuonato in questi giorni:
"Lumière du monde! Sel de
la terre!
Soyez pour le monde visage de l'amour!
Soyez pour la terre le reflet de sa lumière!".
E' il dono più bello e prezioso
che potrete fare alla Chiesa e al mondo. Il Papa vi accompagna - lo sapete -
con la sua preghiera e con un'affettuosa benedizione.
Vorrei ancora salutare i giovani
di lingua polacca:
Cari miei giovani amici, vi
ringrazio per la vostra presenza a Toronto, a Wadowice e dovunque
spiritualmente siete uniti con i giovani del mondo che vivono la loro XVII
Giornata Mondiale. Vi voglio assicurare che ininterrottamente abbraccio con il
cuore e con la preghiera ognuno e ognuna di voi, chiedendo a Dio che possiate
essere il sale e la luce della terra ora e nella vita adulta. Dio vi benedica!
Siete tutti invitati domani
mattina. Buon riposo!
Buona notte. Che Dio
vi benedica sempre. Buona notte!
MESSA SOLENNE
Toronto, Downsview Park
Domenica, 28 luglio 2002
OMELIA
"Voi siete il sale della
terra...
Voi siete la luce del mondo" (Mt 5, 13.14)
Carissimi Giovani della 17a
Giornata Mondiale della Gioventù,
carissimi Fratelli e Sorelle!
Su una montagna vicino al lago di
Galilea, i discepoli di Gesù erano in ascolto della sua voce soave e
pressante: soave come il paesaggio stesso della Galilea, pressante come
un appello a scegliere tra la vita e la morte, fra la verità e la menzogna.
Il Signore pronunciò allora parole di vita che sarebbero risuonate per sempre
nel cuore dei discepoli.
Oggi Egli dice le stesse parole a
voi, giovani di Toronto e dell'Ontario, e di tutto il Canada, degli Stati
Uniti, dei Caraibi, dell'America di lingua spagnola e portoghese, dell'Europa,
dell'Africa, dell'Asia e dell'Oceania. Ascoltate la voce di Gesù nel profondo
dei vostri cuori! Le sue parole vi dicono chi siete in quanto cristiani. Vi
insegnano che cosa dovete fare per rimanere nel suo amore.
Gesù offre una cosa; lo
"spirito del mondo" ne offre un'altra. Nella lettura odierna, tratta
dalla Lettera agli Efesini, san Paolo afferma che Gesù ci conduce dalle
tenebre alla luce (cfr Ef 5, 8). Forse il grande Apostolo stava pensando alla
luce che lo aveva accecato, lui il persecutore dei cristiani, sulla via di
Damasco. Quando aveva riacquistato la vista, niente era rimasto come prima.
Paolo era rinato e ormai nulla avrebbe potuto sottrargli la gioia che gli
aveva inondato l'anima.
Anche voi, cari giovani, siete
chiamati ad essere trasformati."Svegliati, o tu che dormi, destati dai
morti e Cristo ti illuminerà" (Ef 5, 14): è ancora Paolo che
parla.
Lo "spirito del mondo"
offre molte illusioni, molte parodie della felicità. Non vi è forse tenebra
più fitta di quella che si insinua nell'animo dei giovani quando falsi
profeti estinguono in essi la luce della fede, della speranza, dell'amore. Il
raggiro più grande, la maggiore fonte di infelicità è l'illusione di
trovare la vita facendo a meno di Dio, di raggiungere la libertà escludendo
le verità morali e la responsabilità personale.
Il Signore vi invita a scegliere
tra queste due voci, che fanno a gara per accaparrarsi la vostra anima. Questa
scelta è la sostanza e la sfida della Giornata Mondiale della Gioventù.
Perché siete giunti qui da ogni parte del mondo? Per dire insieme a Cristo:
"Signore, da chi andremo?". Chi, chi ha le parole di vita eterna?
"Tu hai parole di vita eterna" (Gv 6,68). Gesù, l'amico intimo di
ogni giovane, ha parole di vita.
Quello che voi erediterete è un
mondo che ha un disperato bisogno di un rinnovato senso di fratellanza e di
solidarietà umana. È un mondo che necessita di essere toccato e guarito
dalla bellezza e dalla ricchezza dell'amore di Dio. Il mondo odierno ha
bisogno di testimoni di quell'amore. Ha bisogno che voi siate il sale della
terra e la luce del mondo. Il mondo ha bisogno di voi, il mondo ha bisogno di
sale, voi come sale della Terra e luce del mondo.
Il sale viene usato per conservare
e mantenere sano il cibo. Quali apostoli del terzo millennio, spetta a voi di
conservare e mantenere viva la consapevolezza della presenza di Gesù Cristo,
nostro Salvatore, specialmente nella celebrazione dell'Eucaristia, memoriale
della sua morte redentrice e della sua gloriosa risurrezione. Dovete mantenere
viva la memoria delle parole di vita da lui pronunciate, delle splendide opere
di misericordia e di bontà da lui compiute. Dovete costantemente ricordare al
mondo che "il Vangelo è potenza di Dio che salva" (cfr Rm 1, 16)!
Il sale condisce e dà sapore al
cibo. Nel seguire Cristo, voi dovete cambiare e migliorare il
"gusto" della storia umana. Con la vostra fede, speranza e amore,
con la vostra intelligenza, coraggio e perseveranza, dovete umanizzare il
mondo nel quale viviamo. Il modo per ottenere ciò lo indicava già il Profeta
Isaia nella prima lettura di oggi: "Sciogliere le catene inique...
dividere il pane con l'affamato... [togliere di mezzo] il puntare il dito e il
parlare empio... Allora brillerà fra le tenebre la tua luce" (Is 58,
6-10).
Anche una fiamma leggera che
s'inarca solleva il pesante coperchio della notte. Quanta più luce potrete
fare voi, tutti insieme, se vi stringerete uniti nella comunione della Chiesa!
Se amate Gesù, amate la Chiesa! Non scoraggiatevi per le colpe e le mancanze
di qualche suo figlio. Il danno fatto da alcuni sacerdoti e religiosi a
persone giovani o fragili riempie noi tutti di un profondo senso di tristezza
e di vergogna. Ma pensate alla larga maggioranza di sacerdoti e di religiosi
generosamente impegnati, il cui unico desiderio è di servire e di fare del
bene!
Oggi, ci sono qui molti sacerdoti,
seminaristi e persone consacrate: siate loro vicini e sosteneteli! E se, nel
profondo del vostro cuore, sentite risuonare la stessa chiamata al sacerdozio
o alla vita consacrata, non abbiate paura di seguire Cristo sulla strada
regale della Croce. Nei momenti difficili della storia della Chiesa il dovere
della santità diviene ancor più urgente. E la santità non è questione di
età. La santità è vivere nello Spirito Santo, come hanno fatto Kateri
Tekakwitha qui in America e moltissimi altri giovani.
Voi siete giovani, e il Papa è
vecchio, avere 82 o 83 anni di vita non è come averne 22 o 23. Ma il Papa
ancora si identifica con le vostre attese e con le vostre speranze. Anche se
sono vissuto fra molte tenebre, sotto duri regimi totalitari, ho visto
abbastanza per essere convinto in maniera incrollabile che nessuna difficoltà,
nessuna paura è così grande da poter soffocare completamente la speranza che
zampilla eterna nel cuore dei giovani.
Voi siete la nostra speranza, i
giovani sono la nostra speranza. Non lasciate che quella speranza muoia!
Scommettete la vostra vita su di essa! Noi non siamo la somma delle nostre
debolezze e dei nostri fallimenti; al contrario, siamo la somma dell'amore del
Padre per noi e della nostra reale capacità di divenire l'immagine del Figlio
suo.
Concludo con una preghiera.
Signore Gesù Cristo,
custodisci questi giovani nel tuo amore.
Fa' che odano la tua voce
e credano a ciò che tu dici,
poiché tu solo hai parole di vita eterna.
Insegna loro come professare la propria fede,
come donare il proprio amore,
come comunicare la propria speranza agli altri.
Rendili testimoni convincenti del tuo Vangelo,
in un mondo che ha tanto bisogno
della tua grazia che salva.
Fa' di loro il nuovo popolo delle Beatitudini,
perché siano sale della terra e luce del mondo
all'inizio del terzo millennio cristiano.
Maria, Madre della Chiesa, proteggi e guida
questi giovani uomini e giovani donne
del ventunesimo secolo.
Tienili tutti stretti al tuo materno cuore. Amen.
ANGELUS
Toronto, Downsview Park
Domenica, 28 luglio 2002
Concludiamo questa splendida
celebrazione eucaristica con la recita dell'Angelus a Maria, Madre del
Redentore.
A Lei affido i frutti di questa
Giornata Mondiale della Gioventù, perché ne assicuri l'efficacia nel tempo.
Questo nostro incontro segni un risveglio della pastorale giovanile in Canada.
L'entusiasmo di questo momento sia la scintilla necessaria per avviare una
nuova stagione di dinamica testimonianza evangelica.
Desidero inoltre annunciare
ufficialmente che la prossima Giornata Mondiale della Gioventù si svolgerà
nel 2005 a Colonia, in Germania.
Nell'imponente Cattedrale di
Colonia si venera la memoria dei Magi, i Sapienti venuti dall'Oriente al
seguito della stella che li condusse a Cristo. Come pellegrini, il vostro
cammino verso Colonia comincia oggi. Cristo vi attende là per la celebrazione
della 20ª Giornata Mondiale della Gioventù.
Vi accompagni la Vergine Maria,
Madre nostra nel pellegrinaggio della fede.
Angelus Domini nuntiavit Mariae...
Ringrazio vivamente quanti hanno
contribuito al successo di questa XVII Giornata Mondiale della Gioventù: i
cittadini di Toronto, i volontari, la polizia, i vigili del fuoco, il Sindaco
e le Autorità ad ogni livello del Governo canadese.
Il mio saluto cordiale va alle
altre Chiese e Comunità cristiane qui rappresentate, come pure ai seguaci di
altre tradizioni religiose.
Auguro a tutti i partecipanti che
i propositi suscitati da queste giornate di fede e di festa si trasformino in
frutti abbondanti di impegno e testimonianza. Il ricordo di Toronto entri a
far parte del tesoro della vostra vita!
Esprimo una speciale parola di
gratitudine al Cardinale Aloysius Ambrozic, Arcivescovo di Toronto, alla
Conferenza Episcopale Canadese e al Comitato Organizzatore. Ringrazio
vivamente il Pontificio Consiglio per i Laici, nella persona del suo
Presidente Cardinale James Francis Stafford.
Saluto i Signori Cardinali e i
Vescovi giunti dalle varie parti del mondo, i sacerdoti, i diaconi e le
persone consacrate che hanno condiviso questi giorni con i giovani.
Mentre torniamo alle nostre case,
a tutti dico con Sant'Agostino: "Siamo stati bene nella luce comune. Ci
siamo rallegrati e abbiamo esultato insieme. Ora che ci lasciamo, procuriamo
di non staccarci da Lui, Cristo".
Grazie ai giovani di espressione
spagnola. Non abbiate paura di rispondere generosamente alla chiamata del
Signore. Fate che la vostra fede risplenda di fronte al mondo; che le vostre
azioni mostrino il vostro impegno nei confronti del messaggio di salvezza del
Vangelo!
Carissimi giovani di lingua
portoghese: la Giornata Mondiale della Gioventù non termina qui; essa deve
continuare nella vostra vita di fedeltà a Cristo. Siate sale, siate luce per
il mondo che vi circonda!
Carissimi giovani italiani:
mantenete vivo il dono della fede che vi ha sorretto in questi giorni. La
Chiesa ha bisogno del vostro impegno. Arrivederci a Roma!
Carissimi giovani di espressione
tedesca: spetta a voi in modo speciale tenere vivo lo spirito della Giornata
Mondiale della Gioventù, in vista di Colonia 2005. Agite per costruire la
civiltà dell'amore e della giustizia. Fate in modo che la vostra luce conduca
molti altri al regno di Cristo, regno di verità, di giustizia e di pace.
Il mio pensiero si rivolge infine
alla terra polacca, che mi accingo a visitare ancora una volta. Cari
connazionali, non perdete mai di vista la vostra eredità cristiana. In essa
potete trovare la saggezza e il coraggio di cui avete bisogno per affrontare
le grandi sfide religiose ed etiche del nostro tempo. Vi affido tutti alla
protezione della Madonna di Jasna Góra.
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