Dal
Vangelo secondo Giovanni:
Entrato
in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava:
"Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre
terribilmente". Gesù gli rispose: "Io verrò e lo curerò".
Ma il centurione riprese: "Signore, io non son degno che tu entri
sotto il mio tetto, di' soltanto una parola e il mio servo sarà
guarito. Perché anch'io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me
e dico a uno: Fa' questo, ed egli lo fa". All'udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano:
"In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede
così grande. Ora
vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a
mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre
i figli del regno saranno cacciati fuori nelle tenebre, ove sarà pianto
e stridore di denti". E
Gesù disse al centurione: "Va', e sia fatto secondo la tua
fede". In quell'istante il servo guarì.
Una lezione memorabile. E il centurione non la dà soltanto agli israeliti e agli uomini del suo tempo, ma anche a noi, a duemila anni di distanza... Quanti non credono in Gesù perchè si ritengono troppo intelligenti, troppo colti, troppo "navigati", per accettare la Sua parola? E quanti, pur professando la fede cristiana in realtà non confidano in Gesù? A che serve dire: "Io credo in Dio" e poi non adorarlo? Anche il demonio, crede in Dio... e non lo adora. A che serve dire:"Noi siamo cattolici... Non praticanti"? Se dicessimo "Siamo onesti... Non praticanti" confesseremmo di essere potenzialmente dei ladri! Da notare che la categoria dei "non praticanti" è un'esclusiva di noi cattolici... Non ce ne sono tra i protestanti, nè tra gli islamici, nè tra i buddisti... Ma noi ci distinguiamo sempre! Il centurione fa della sua esperienza di soldato uno strumento di valutazione... Sa che può fidarsi dei suoi sottoposti, perchè se dice ad uno: "Fai questo", quello gli obbedisce, e se dice ad un altro: "Va", quello va... Perciò se Gesù guarisce gli ammalati e resuscita i morti, vuol dire che Egli è padrone della vita, e che ciò che desidera viene eseguito. Non serve chiedergli di entrare nella sua casa, toccare il fedele servo ammalato... Il centurione sa che basta solo una parola di Gesù, ed il suo servo sarà guarito. Incredibile dimostrazione di saggezza (=fede), che sarà ricompensata all'istante! E da dove attinge tanta saggezza, questo soldato Romano, figlio di un popolo guerriero e idolatra? Dalla sua umiltà! "Signore, io non son degno che Tu entri sotto il mio tetto"! L'umiltà, quella vera, che nasce dalla consapevolezza di essere come "granelli di sabbia" davanti a Dio, non quella ostentata e fasulla, è madre di tutte le virtù ed è strada maestra per giungere alla Gloria del Regno di Pace. E se non riusciamo ad essere umili come il centurione? Potremmo tentare di essere obbedienti come i suoi soldati...
(bc 2001-2004)
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