Dal
Vangelo secondo Giovanni:
Il
giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e,
fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: "Ecco l'agnello di
Dio!". E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: "Che
cercate?". Gli risposero: "Rabbì (che significa maestro),
dove abiti?". Disse loro: "Venite e vedrete". Andarono
dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui;
erano circa le quattro del pomeriggio. In questo episodio del Vangelo, inizio della vita pubblica di Gesù, possiamo ammirare ancora una volta la Sua straordinaria abilità nel sintetizzare in poche parole interi discorsi... Giovanni vede passare Gesù e i due suoi discepoli presenti lo odono pronunciare le parole: "Ecco l'agnello di Dio". Il Battista non si smentisce, è venuto per preparargli la strada, per annunciare colui al quale non era degno di sciogliere i calzari, e adesso lo indica ai suoi discepoli, per fargli capire che era arrivato il momento di separarsi: E' Lui, che dovete seguire, non me. Non è facile, per Andrea e per l'altro discepolo, lasciarlo. Sono insieme da tanto tempo, lo hanno seguito dappertutto: li lega un profondo affetto. Ma il Regno di Dio chiama, si avvicina; nulla è più importante, nulla viene prima. Cominciano a seguire Gesù, timorosi (non capita tutti i giorni di avvicinarsi al Figlio di Dio), restando un pò distanti. Allora Gesù li toglie dall'imbarazzo, si volta e chiede loro: "Che cercate?". Non chiede: "Chi siete?" , ma: "Che cercate?". A Gesù non importa sapere quel che siamo o ciò che siamo stati, prima di seguirlo; Lui vuol sapere cosa cerchiamo veramente, quando decidiamo di seguirlo. Cerchiamo una strada larga, dove poter camminare con Gesù e con i nostri vizi? Non è possibile: la strada è stretta, o passiamo con Gesù, o passiamo con i nostri vizi. Né possiamo alternarli: "Nessuno può avere due padroni". Cerchiamo la gloria, i complimenti, un posto importante nella comunità? Non è possibile: se seguiamo Gesù, la prima cosa da fare è diventare ultimi, e metterci al servizio dei fratelli. Altrimenti crederemmo di servire Dio, ma in realtà serviremmo noi stessi. "Maestro, dove abiti?" "Venite e vedete". Non possiamo aspettare che Gesù venga da noi (ci è sempre vicino, ma non prevarica la nostra volontà: aspetta il nostro sì), siamo noi che dobbiamo andare da Lui, noi che dobbiamo "vedere" cosa ci propone: noi che dobbiamo scegliere se vivere a modo nostro o a modo Suo; noi che dobbiamo scegliere tra i piaceri di una vita o le gioie dell'eternità. I due discepoli lo seguono, e si fermano da Lui dalle quattro del pomeriggio all'alba del giorno dopo; in poche ore Gesù riempie il loro cuore di gioia: E Simone vede una nuova luce negli occhi di Andrea, suo fratello minore, e non esita a seguirlo quando questi gli dice: "Vieni, ti porto dal Messia". E sarà anche lui così rapito dallo sguardo di Gesù, da non rendersi quasi conto che sta ricevendo l'incarico più grande che mai sia stato affidato da Dio ad un uomo. (bc 2001-2004)
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