Dal Vangelo secondo Marco: Si recò da lui uno dei capi
della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, vedutolo, gli si gettò ai
piedi e lo pregava con insistenza: "La mia figlioletta è agli estremi;
vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva". Gesù andò con lui.
Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno... Dal Vangelo secondo Matteo: Quanto poi alla risurrezione dei morti, non avete letto quello che vi è stato detto da Dio: Io sono il Dio di Abramo e il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe? Ora, non è Dio dei morti, ma dei vivi".
Tra le tante sofferenze di questa vita, quella che mette a più dura prova il nostro cuore è il doversi separare dalle persone che più amiamo. Anche quando dovremmo aspettarcelo, se la persona cara è molto avanti negli anni, se le sue condizioni di salute sono gravi: ma chi amiamo non dovrebbe mai morire... Quando poi è un bambino, un adolescente, una persona giovane a lasciare questa vita, diventa quasi impossibile trovare conforto. E anche trovare parole di conforto. E' più facile consolare un figlio per la perdita del padre che un padre per la perdita di un figlio. Ma in generale è difficile sempre. Non siamo capaci di accettarlo, non possiamo fermare le lacrime, non possiamo dire al nostro cuore di non stringersi nel petto, alla nostra mente di non riportarci continuamente le immagini più belle della nostra vita con quella persona cara. A volte cadiamo nel tormento di qualche ricordo spiacevole, di qualche cosa che avremmo dovuto fare e non abbiamo fatto, di una carezza non data, di una frase affettuosa non detta... e la disperazione si immerge sempre di più nel nostro essere, come la lama di un coltello. Perchè davanti alla separazione fisica dalle persone amate non sappiamo pensare altro che: "non potrò abbracciarlo più! Non sentirò mai più la sua voce!". Eppure potremmo soffrire molto, molto meno. Se solo lasciassimo irrompere Gesù nel nostro cuore, nella nostra vita... Se solo credessimo pienamente, ciecamente in Lui! Se credessimo al racconto dei Vangeli, se credessimo alle Sue promesse: "Io sono la resurrezione e la Vita: chi crede in me, anche se morto, vivrà". Allora sì, ci mancherebbe ancora quell'abbraccio, quella voce, ma sapremmo con certezza che è una mancanza temporanea, perchè nessuno muore veramente, ma tutti continuano a vivere davanti a Dio, che "non è il Dio dei morti, ma il Dio dei vivi". Essi sono al sicuro tra le braccia del Padre, lontani dalle sofferenze, dalle lacrime e dalle prove di questa vita, immersi nella gioia e nella lode senza fine, riuniti ai propri genitori, ai nonni e alle generazioni che li hanno preceduti; tra gli amici, i conoscenti e tutti coloro che, nel mondo intero e nei secoli hanno creduto in Gesù e per aver creduto in lui hanno ottenuto la Vita Eterna. Uniti in un abbraccio d'Amore senza fine, senza scadenze, senza tentazioni! Dovremmo piangere su noi stessi, che viviamo in tempi così duri e difficili, dove la perdita di tutti i valori sta conducendo il mondo verso una nuova barbarie, un nuovo medioevo, dove si ascoltano i canti di mille sirene e non la voce di Dio che pure ci chiama costantemente, che ci dà sempre nuove opportunità di conoscerLo ed amarLo come Egli ci conosce e ci ama! Dovremmo capire quanto è ingannevole questa realtà che ci circonda. e quanto è grande la realtà alla quale ci ha chiamato Dio Padre donandoci la vita! Onoriamo pure i resti mortali dei nostri cari, ma ricordiamoci che non sono "tutto quel che ci resta", ma ciò che tornerà a vivere quando, alla fine dei tempi, ci sarà la resurrezione dei corpi. Dei corpi, perché l'anima NON MUORE, ma vive in ETERNO e si riunirà al corpo trasfigurato nella gloria, come Gesù mostrò agli apostoli sul monte Tabor. Affidiamoci sempre alla Mamma, meditiamo queste parole dai messaggi della Divina sapienza: "Maria Madre cara e tanto amata, Dolce Madre, sappiamo che sei un grande Dono di Dio ed il nostro cuore è colmo di gratitudine. Ma davanti alle prove più dure tremiamo, perché molti potrebbero cadere nello smarrimento e nella disperazione. Madre amata, sostieni chi è immerso nella sofferenza e non comprende, perdona chi dice: “Perché proprio a me?” Sono in tanti, Dolce Madre e noi non siamo capaci di dire a loro le parole giuste che diano pace e sollievo. Serve il Tuo Aiuto, la Tua sapiente ispirazione: servi Tu, Dolce Madre, immenso dono di Dio". (bc 2010) |