Udii una voce che veniva dall'altare e diceva:
"Sì, Signore, Dio onnipotente;
veri e giusti sono i tuoi giudizi!".
Il quarto versò la sua coppa sul sole e gli fu concesso
di bruciare gli uomini con il fuoco. E gli uomini bruciarono
per il terribile calore e bestemmiarono il nome di Dio che ha in suo
potere tali flagelli, invece di ravvedersi per rendergli omaggio.
Il quinto versò la sua coppa sul trono della bestia e
il suo regno fu avvolto dalle tenebre. Gli uomini si mordevano la lingua
per il dolore e bestemmiarono il Dio del cielo a causa dei
dolori e delle piaghe, invece di pentirsi delle loro azioni.
Il sesto versò la sua coppa sopra il gran fiume
Eufràte e le sue acque furono prosciugate per preparare il passaggio ai
re dell'oriente. Poi dalla bocca del drago e dalla bocca
della bestia e dalla bocca del falso profeta vidi uscire tre spiriti
immondi, simili a rane: sono infatti spiriti di demòni che
operano prodigi e vanno a radunare tutti i re di tutta la terra per la
guerra del gran giorno di Dio onnipotente.
Ecco, io vengo come un ladro. Beato chi è vigilante e
conserva le sue vesti per non andar nudo e lasciar vedere le sue
vergogne.
E radunarono i re nel luogo che in ebraico si chiama
Armaghedòn.
Il settimo versò la sua coppa nell'aria e uscì dal
tempio, dalla parte del trono, una voce potente che diceva: "È
fatto!". Ne seguirono folgori, clamori e tuoni,
accompagnati da un grande terremoto, di cui non vi era mai stato
l'uguale da quando gli uomini vivono sopra la terra. La
grande città si squarciò in tre parti e crollarono le città delle
nazioni. Dio si ricordò di Babilonia la grande, per darle da bere la
coppa di vino della sua ira ardente. Ogni isola scomparve e
i monti si dileguarono. E grandine enorme del peso di mezzo
quintale scrosciò dal cielo sopra gli uomini, e gli uomini
bestemmiarono Dio a causa del flagello della grandine, poiché era
davvero un grande flagello.
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XVII
Allora uno dei sette angeli che hanno le sette coppe mi
si avvicinò e parlò con me: "Vieni, ti farò vedere la condanna
della grande prostituta che siede presso le grandi acque. Con
lei si sono prostituiti i re della terra e gli abitanti della terra si
sono inebriati del vino della sua prostituzione". L'angelo
mi trasportò in spirito nel deserto. Là vidi una donna seduta sopra
una bestia scarlatta, coperta di nomi blasfemi, con sette teste e dieci
corna. La donna era ammantata di porpora e di scarlatto,
adorna d'oro, di pietre preziose e di perle, teneva in mano una coppa
d'oro, colma degli abomini e delle immondezze della sua prostituzione. Sulla
fronte aveva scritto un nome misterioso: "Babilonia la grande, la
madre delle prostitute e degli abomini della terra".
E vidi che quella donna era ebbra del sangue dei santi e
del sangue dei martiri di Gesù. Al vederla, fui preso da grande
stupore. Ma l'angelo mi disse: "Perché ti meravigli?
Io ti spiegherò il mistero della donna e della bestia che la porta, con
sette teste e dieci corna.
La bestia che hai visto era ma non è più, salirà
dall'Abisso, ma per andare in perdizione. E gli abitanti della terra, il
cui nome non è scritto nel libro della vita fin dalla fondazione del
mondo, stupiranno al vedere che la bestia era e non è più, ma
riapparirà. Qui ci vuole una mente che abbia saggezza. Le
sette teste sono i sette colli sui quali è seduta la donna; e sono
anche sette re. I primi cinque sono caduti, ne resta uno
ancora in vita, l'altro non è ancora venuto e quando sarà venuto,
dovrà rimanere per poco. Quanto alla bestia che era e non
è più, è ad un tempo l'ottavo re e uno dei sette, ma va in
perdizione. Le dieci corna che hai viste sono dieci re, i
quali non hanno ancora ricevuto un regno, ma riceveranno potere regale,
per un'ora soltanto insieme con la bestia. Questi hanno un
unico intento: consegnare la loro forza e il loro potere alla bestia. Essi
combatteranno contro l'Agnello, ma l'Agnello li vincerà, perché è il
Signore dei signori e il Re dei re e quelli con lui sono i chiamati, gli
eletti e i fedeli".
Poi l'angelo mi disse: "Le acque che hai viste,
presso le quali siede la prostituta, simboleggiano popoli, moltitudini,
genti e lingue. Le dieci corna che hai viste e la bestia
odieranno la prostituta, la spoglieranno e la lasceranno nuda, ne
mangeranno le carni e la bruceranno col fuoco. Dio infatti
ha messo loro in cuore di realizzare il suo disegno e di accordarsi per
affidare il loro regno alla bestia, finché si realizzino le parole di
Dio. La donna che hai vista simboleggia la città grande,
che regna su tutti i re della terra".
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XVIII
Dopo ciò, vidi un altro angelo discendere dal cielo con
grande potere e la terra fu illuminata dal suo splendore.
Gridò a gran voce:
"È caduta, è caduta
Babilonia la grande
ed è diventata covo di demòni,
carcere di ogni spirito immondo,
carcere d'ogni uccello impuro e aborrito
e carcere di ogni bestia immonda e aborrita.
Perché tutte le nazioni hanno bevuto del vino
della sua sfrenata prostituzione,
i re della terra si sono prostituiti con essa
e i mercanti della terra si sono arricchiti
del suo lusso sfrenato".
Poi udii un'altra voce dal cielo:
"Uscite, popolo mio, da Babilonia
per non associarvi ai suoi peccati
e non ricevere parte dei suoi flagelli.
Perché i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo
e Dio si è ricordato delle sue iniquità.
Pagatela con la sua stessa moneta,
retribuitele il doppio dei suoi misfatti.
Versatele doppia misura nella coppa con cui mesceva.
Tutto ciò che ha speso per la sua gloria e il suo lusso,
restituiteglielo in tanto tormento e afflizione.
Poiché diceva in cuor suo:
Io seggo regina,
vedova non sono e lutto non vedrò;
per questo, in un solo giorno,
verranno su di lei questi flagelli:
morte, lutto e fame;
sarà bruciata dal fuoco,
poiché potente Signore è Dio
che l'ha condannata".
I re della terra che si sono prostituiti e han vissuto
nel fasto con essa piangeranno e si lamenteranno a causa di lei, quando
vedranno il fumo del suo incendio, tenendosi a distanza per
paura dei suoi tormenti e diranno:
"Guai, guai, immensa città,
Babilonia, possente città;
in un'ora sola è giunta la tua condanna!".
Anche i mercanti della terra piangono e gemono su di
lei, perché nessuno compera più le loro merci: carichi
d'oro, d'argento e di pietre preziose, di perle, di lino, di porpora, di
seta e di scarlatto; legni profumati di ogni specie, oggetti d'avorio,
di legno, di bronzo, di ferro, di marmo; cinnamòmo, amòmo, profumi, unguento, incenso, vino, olio, fior di farina,
frumento, bestiame, greggi, cavalli, cocchi, schiavi e vite umane.
"I frutti che ti piacevano tanto,
tutto quel lusso e quello splendore
sono perduti per te,
mai più potranno trovarli".
I mercanti divenuti ricchi per essa, si terranno a
distanza per timore dei suoi tormenti; piangendo e gemendo, diranno:
"Guai, guai, immensa città,
tutta ammantata di bisso,
di porpora e di scarlatto,
adorna d'oro,
di pietre preziose e di perle!
In un'ora sola
è andata dispersa sì grande ricchezza!".
Tutti i comandanti di navi e l'intera ciurma, i naviganti e quanti
commerciano per mare se ne stanno a distanza, e gridano
guardando il fumo del suo incendio: "Quale città fu mai
somigliante all'immensa città?". Gettandosi sul capo
la polvere gridano, piangono e gemono:
"Guai, guai, immensa città,
del cui lusso arricchirono
quanti avevano navi sul mare!
In un'ora sola fu ridotta a un deserto!
Esulta, o cielo, su di essa,
e voi, santi, apostoli, profeti,
perché condannando Babilonia
Dio vi ha reso giustizia!".
Un angelo possente prese allora una pietra grande come
una mola, e la gettò nel mare esclamando:
"Con la stessa violenza sarà precipitata
Babilonia, la grande città
e più non riapparirà.
La voce degli arpisti e dei musici,
dei flautisti e dei suonatori di tromba,
non si udrà più in te;
ed ogni artigiano di qualsiasi mestiere
non si troverà più in te;
e la voce della mola
non si udrà più in te;
e la luce della lampada
non brillerà più in te;
e voce di sposo e di sposa
non si udrà più in te.
Perché i tuoi mercanti erano i grandi della terra;
perché tutte le nazioni dalle tue malìe furon sedotte.
In essa fu trovato il sangue dei profeti e dei santi
e di tutti coloro che furono uccisi sulla terra.
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XIX
Dopo ciò, udii come una voce potente di una folla
immensa nel cielo che diceva:
"Alleluia!
Salvezza, gloria e potenza
sono del nostro Dio;
perché veri e giusti sono i suoi giudizi,
egli ha condannato la grande meretrice
che corrompeva la terra con la sua prostituzione,
vendicando su di lei
il sangue dei suoi servi!".
E per la seconda volta dissero:
"Alleluia!
Il suo fumo sale nei secoli dei secoli!".
Allora i ventiquattro vegliardi e i quattro esseri
viventi si prostrarono e adorarono Dio, seduto sul trono, dicendo:
"Amen, alleluia".
Partì dal trono una voce che diceva:
"Lodate il nostro Dio,
voi tutti, suoi servi,
voi che lo temete,
piccoli e grandi!".
Udii poi come una voce di una immensa folla simile a
fragore di grandi acque e a rombo di tuoni possenti, che gridavano:
"Alleluia.
Ha preso possesso del suo regno il Signore,
il nostro Dio, l'Onnipotente.
Rallegriamoci ed esultiamo,
rendiamo a lui gloria,
perché son giunte le nozze dell'Agnello;
la sua sposa è pronta,
le hanno dato una veste
di lino puro splendente".
La veste di lino sono le opere giuste dei santi.
Allora l'angelo mi disse: "Scrivi: Beati gli
invitati al banchetto delle nozze dell'Agnello!". Poi aggiunse:
"Queste sono parole veraci di Dio". Allora mi
prostrai ai suoi piedi per adorarlo, ma egli mi disse: "Non farlo!
Io sono servo come te e i tuoi fratelli, che custodiscono la
testimonianza di Gesù. È Dio che devi adorare". La testimonianza
di Gesù è lo spirito di profezia.
Poi vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco;
colui che lo cavalcava si chiamava "Fedele" e
"Verace": egli giudica e combatte con giustizia.
I suoi occhi sono come una fiamma di fuoco, ha sul suo
capo molti diademi; porta scritto un nome che nessuno conosce
all'infuori di lui. È avvolto in un mantello intriso di
sangue e il suo nome è Verbo di Dio. Gli eserciti del
cielo lo seguono su cavalli bianchi, vestiti di lino bianco e puro. Dalla
bocca gli esce una spada affilata per colpire con essa le genti. Egli le
governerà con scettro di ferro e pigerà nel tino il vino dell'ira
furiosa del Dio onnipotente. Un nome porta scritto sul
mantello e sul femore: Re dei re e Signore dei signori.
Vidi poi un angelo, ritto sul sole, che gridava a gran
voce a tutti gli uccelli che volano in mezzo al cielo: "Venite,
radunatevi al grande banchetto di Dio. Mangiate le carni dei re, le
carni dei capitani, le carni degli eroi, le carni dei cavalli e dei
cavalieri e le carni di tutti gli uomini, liberi e schiavi, piccoli e
grandi".
Vidi allora la bestia e i re della terra con i loro
eserciti radunati per muover guerra contro colui che era seduto sul
cavallo e contro il suo esercito. Ma la bestia fu catturata
e con essa il falso profeta che alla sua presenza aveva operato quei
portenti con i quali aveva sedotto quanti avevan ricevuto il marchio
della bestia e ne avevano adorato la statua. Ambedue furono gettati vivi
nello stagno di fuoco, ardente di zolfo. Tutti gli altri
furono uccisi dalla spada che usciva di bocca al Cavaliere; e tutti gli
uccelli si saziarono delle loro carni.
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XX
Vidi poi un angelo che scendeva dal cielo con la chiave
dell'Abisso e una gran catena in mano. Afferrò il dragone,
il serpente antico - cioè il diavolo, satana - e lo incatenò per mille
anni; lo gettò nell'Abisso, ve lo rinchiuse e ne sigillò
la porta sopra di lui, perché non seducesse più le nazioni, fino al
compimento dei mille anni. Dopo questi dovrà essere sciolto per un po'
di tempo. Poi vidi alcuni troni e a quelli che vi si
sedettero fu dato il potere di giudicare. Vidi anche le anime dei
decapitati a causa della testimonanza di Gesù e della parola di Dio, e
quanti non avevano adorato la bestia e la sua statua e non ne avevano
ricevuto il marchio sulla fronte e sulla mano. Essi ripresero vita e
regnarono con Cristo per mille anni; gli altri morti invece
non tornarono in vita fino al compimento dei mille anni. Questa è la
prima risurrezione. Beati e santi coloro che prendon parte
alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la seconda morte, ma
saranno sacerdoti di Dio e del Cristo e regneranno con lui per mille
anni.
Quando i mille anni saranno compiuti, satana verrà
liberato dal suo carcere e uscirà per sedurre le nazioni ai
quattro punti della terra, Gog e Magòg, per adunarli per la guerra: il
loro numero sarà come la sabbia del mare. Marciarono su
tutta la superficie della terra e cinsero d'assedio l'accampamento dei
santi e la città diletta. Ma un fuoco scese dal cielo e li divorò. E
il diavolo, che li aveva sedotti, fu gettato nello stagno di fuoco e
zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta: saranno tormentati
giorno e notte per i secoli dei secoli.
Vidi poi un grande trono bianco e Colui che sedeva su di
esso. Dalla sua presenza erano scomparsi la terra e il cielo senza
lasciar traccia di sé. Poi vidi i morti, grandi e piccoli,
ritti davanti al trono. Furono aperti dei libri. Fu aperto anche un
altro libro, quello della vita. I morti vennero giudicati in base a ciò
che era scritto in quei libri, ciascuno secondo le sue opere. Il
mare restituì i morti che esso custodiva e la morte e gli inferi resero
i morti da loro custoditi e ciascuno venne giudicato secondo le sue
opere. Poi la morte e gli inferi furono gettati nello
stagno di fuoco. Questa è la seconda morte, lo stagno di fuoco. E
chi non era scritto nel libro della vita fu gettato nello stagno di
fuoco.
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