Le due feste più importanti per la cristianità, Pasqua e Natale, sembrano perdere sempre più il loro significato... Sono sempre più le persone che associano il Natale con il panettone e la Pasqua con le uova di cioccolato... Gesù? No, Gesù no, non è commerciale... Non si vende bene! E' incredibile come il consumismo stia stravolgendo anche le tradizioni più belle: passi per S. Valentino, per la festa della mamma e del papà e della donna (non dovrebbe essere necessario un giorno dedicato, per un gesto d'affetto o per un regalo, ma... lasciamo perdere) ma il Natale e la Pasqua non possono perdere il loro valore! Sono il cuore della nostra fede! 

Ci si aspetterebbe un gran fermento tra i Cristiani, una maggiore partecipazione alla vita della propria comunità parrocchiale, un aumentato interesse per chi è solo, per gli ammalati, per i missionari... Macchè! E' tutta una corsa, un affannarsi per comprare questo e quello, per il pranzo, la cena, il cenone, il regalo, il regalino, il regalone... L'uovo, la colomba, l'agnello, il panettone, la gallina, il capitone!

C'è da fare gli auguri a Tizio e a Caio... Ohibò, stavamo dimenticando Sempronio! (Auguri di che, poi? Di buon pranzo?) Bisogna anche andare a Messa, certo... Però con tutte queste cose da fare... E' un bell'impiccio! La Messa di mezzanotte? E chi ce la fa? Dopo aver corso/ cucinato/ telefonato/ acquistato/ regalato/ mangiato tutto il giorno, siamo stanchi morti... E così Gesù è nato in una mangiatoia per alimentare il commercio... Figuriamoci se fosse nato in una villa con piscina...  E' morto sulla croce per far riunire le famiglie a tavola, visto che spesso non c'è altro modo per tenerle unite... 

E le nostre tavole sembrano altari sacrificali: abbiamo annegato il Natale nel sangue dei capitoni e la Pasqua in quello degli agnelli (brutta tradizione, che non appartiene nemmeno alla nostra fede, ma a quella ebraica). Che tristezza. Forse i popoli dei Paesi poveri sono più fortunati di quelli dei nostri Paesi ricchi... Forse sentono ancora quel pianto di Bimbo che le nostre ricche orecchie non sentono più. Forse sentono ancora il sussurro di Gesù sulla croce: "Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno".  Neanche noi sappiamo quel che facciamo, temo.

(bc 2001-2004)